Il venerdì del ritorno

I popoli arabi si sono aspettati molto dalla benedizione del venerdì e ci siamo abituati agli appellativi adatti a questo giorno.

Il venerdì del ritorno
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

23 Giugno 2011 - 17.58


ATF AMP
di Afra’ Ahmed, Almasdar Online. Traduzione di Carlotta Caldonazzo

Come “il venerdì della partenza”, ma poi il presidente non partiva, e “il venerdì della resistenza”, e i ribelli hanno resistito ma il presidente no. O ancora il “venerdì della fedeltà a Taiz”, la fedeltà per la gente del Sud, per dimostrare che il nostro cuore palpita all’unisono, lontano da tutte le politiche e da tutte le dottrine.

Top Right AMP

Questo “venerdì dell’arrivo – ritorno” è sotto la tutela del “cantastorie” yemenita Yasser al-Yamani (responsabile dell’amministrazione della capitale Sana’a), che, insieme ad Abdou al-Janadi (ministro dell’informazione) e a Tariq al-Shami (portavoce del governo), è diventato un esempio di menzogna. Come se dicessimo a ognuno di loro “sei fatto soprattutto di pianificazioni e inganni”. Ci si ricorderà di Yasser al-Yamani, in una sua dichiarazione all’emittente al-Jazeera: “Le persone onorevoli restano inchiodate alle poltrone del congresso – o, che è lo stesso, alle selle dei cavalli selvaggi. Come e perché vi si siano inchiodati non ci riguarda, l’importante è che sia questione di onore.” Così le nostre persone d’onore sono diventate altre rispetto alle sue. Ora invece al-Yamani afferma che Saleh arriverà in Yemen venerdì prossimo e forse apparirà nel suo splendore a piazza dei Settanta (la piazza di Sana’a che fa da sfondo alle parate governative) senza una granata sotto i piedi o dietro la schiena, nel soprabito. Per dire “affronteremo la sfida con la sfida” con la bocca affamata o arsa come gli animi di Taiz.

Sarà presente a piazza dei Settanta Yasser al-Yamani, che insisterà nel dire che il presidente tornerà venerdì, quale venerdì Dio solo lo sa. L’importante è che sia di venerdì, altrimenti questo resterebbe un giorno di proprietà esclusiva della rivolta. Così avrà l’aria di dire: anche noi abbiamo il “venerdì della sicurezza e della stabilità”, il “venerdì della legittimità costituzionale”, un “venerdì pacifico”, e simili. Similmente al-Janadi, quando il presidente era sull’aereo diretto verso l’Arabia Saudita, continuava a insistere che fosse nel suo palazzo. Il “venerdì del ritorno del presidente”. Come se le anime pure spirate a Taiz, Abyan, Sana’a e da ultimo ad al-Hodeida non avessero valore. Come il valore della persona del presidente che ci si aspetta che sia schiacciata. Se Abdou al-Janadi avesse perso suo figlio Mu’tasim a Taiz, avrebbe consegnato la sua arma o le sue parole alla rivolta? E se fosse stata la madre di Yasser al-Yamani a morire ieri in un ospedale? Sarà veramente onesto fino alla fine? Dove si nascondono Yasser, Abdou al-Janadi e Tareq? Lontani dalla crisi non soffrono della mancanza di elettricità, di carburante, di gas, o per l’acqua, sono al sicuro. Quando l’elettricità è tornata soltanto per un giorno, ci siamo preparati per altre interruzioni in ogni momento e abbiamo immaginato che il figlio di Saleh, Ahmed, se ne fosse andato. Poi hanno staccato di nuovo la corrente.

Dynamic 1 AMP

Uccidono molte persone senza mortai né Rpg, anche con il fuoco, come se l’omicidio fosse uno stato d’animo e ognuno ne abbia calcolato le probabilità e i picchi eccezionali. Infine: questa volta non verrai creduto, Yasser. Per ogni goccia di sangue, per ogni lacrima, per ogni manifestante, per ogni difficoltà che abbiamo attraversato. Che Dio non riporti Saleh e che lo segua il suo regime.

FloorAD AMP
Exit mobile version