Opera di Roma, Fuortes ci ripensa: possibile il ritiro dei licenziamenti

Il sovrintendente del Teatro al termine dell'incontro con i sindacati: 'Se si trovano le soluzioni economiche, è possibile ritirare i licenziamenti'.

Carlo Fuortes
Carlo Fuortes
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6 Novembre 2014 - 17.32


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“Se si trovano le soluzioni economiche, ovviamente è possibile ritirare i licenziamenti”. A dichiararlo è stato il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes, subito dopo la conclusione del quinto incontro tra sindacati e management del Costanzi, a cui ha partecipato, per la procedura di licenziamento collettivo di 182 lavoratori dell’ orchestra e coro del Teatro dell’Opera, deciso dal cda della fondazione lo scorso 2 ottobre 2014.

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Fuortes ha aggiunto: “Ma è così dal primo giorno, la procedura serve esattamente a questo: se il tavolo sindacale risolve tutti i problemi in un altro modo e la cosa viene accettata dal cda, ovviamente non ci saranno più i licenziamenti”.

Anche Pasquale Faillaci, esponente della Slc-Cgil, al termine dell’incontro ha sottolineato che ci sono delle speranze per il reintegro dei lavoratori livenziati: “Fuortes sarebbe disponibile a portare al prossimo Cda il frutto di un eventuale accordo aziendale con i lavoratori a fronte del quale potrebbe chiedere al Consiglio il ritiro dei licenziamenti”. Il prossimo Consiglio d’amministrazione del Teatro dell’Opera è fissato per il 23 novembre. “E’ un’apertura – ha sottolineato Faillaci – che però appare tutta sbilanciata sul costo del personale, quindi a pagare sarebbero i lavoratori”. All’accordo aziendale si arriverebbe, ha spiegato il sindacalista, attraverso “una lunga marcia di incontri, da qui al 20 novembre”.

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