Ucraina, Filippa Lagerback sulle minacce di Putin: "La Svezia nel mirino della Russia"
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Ucraina, Filippa Lagerback sulle minacce di Putin: "La Svezia nel mirino della Russia"

La conduttrice svedese Filippa Lagerbag non accetta le minacce della Russia nei confronti del suo Paese: "Viviamo sempre nel terrore di un'invasione russa"

Ucraina, Filippa Lagerback sulle minacce di Putin: "La Svezia nel mirino della Russia"
Filippa Lagerback
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26 Febbraio 2022 - 16.42


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La showgirl svedese Filippa Lagerback, che lavora da anni con Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ su Raitre, si dice molto preoccupata rispetto alle minacce russe nei riguardi del suo Paese, nel caso di un ingresso nella Nato: “In Svezia viviamo da sempre, almeno da quando io ero piccola, con l’incubo di una invasione, con il terrore di un intervento militare russo. Per questo, da cittadina, sono preoccupata”.

L’attrice e conduttrice ha preso parte alla manifestazione per la pace di piazza Cairoli a Milano. “Manifestare in piazza per la pace e contro la guerra è il minimo che si possa fare, al di là del risultato finale: non farlo vorrebbe dire acconsentire tacitamente alle azioni di un pazzo come Putin e invece all’Ucraina e al suo popolo esprimo tutta la mia solidarietà – spiega Filippa Lagerback – Noi viviamo da sempre nel terrore del ‘arriva il russo, arriva il russo!’, abbiamo avuto anche i sottomarini di Mosca nelle nostre acque territoriali e sappiamo che siamo sotto osservazione da sempre: che si chiamasse Unione Sovietica prima o che si chiami Federazione Russa ora, la sensazione è stata sempre quella di essere sicuramente nel loro mirino”.

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La Lagerback ha ancora stigmatizzato il comportamento della Russia: “La Svezia è da sempre un Paese neutrale, ma non ha una forza militare che possa in qualche modo fronteggiare la potenza russa… Credo che continueremo a non far parte della Nato, anche se sarebbe un ‘target’ importante per basi e posizionamento di armamenti. In ogni caso, è inaccettabile che un Paese imponga un comportamento a un altro Paese, sovrano; come è inaccettabile il ricorso alle armi e alla guerra”.

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