El Jem: nel terzo anfiteatro al via Fortissimo Festival tra Pasolini e Morricone

Grazie al Fortissimo Festival, il Belpaese racconterà la sua musica, la letteratura, la poesia e il talento italiano. Le parole del direttore d'orchestra Filippo Arlia e di Gabriele Lavia in Tunisia

El Jem: nel terzo anfiteatro al via Fortissimo Festival tra Pasolini e Morricone
Filippo Arlia e Gabriele Lavia
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Tiziana Buccico Modifica articolo

22 Settembre 2022 - 19.15


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A Mahdia, antico avamposto del Mediterraneo, insediamento fenicio e poi romano, la cui posizione strategica e le cui fortificazioni sino al XVI secolo, lo resero un luogo cruciale del bacino del Mediterraneo, oggi ancora un porto di rilievo per la pesca e soprattutto una meta turistica molto apprezzata, si è tenuta la conferenza del Fortissimo Festival.

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Nella Tunisia che non vive certo un periodo prospero, l’Italia è sempre protagonista, amica, alleata, la lingua italiana è parlata quasi quanto il francese, ed i sorrisi per noi sono sempre sinceri, ci sorridono anche con gli occhi, neri come olive o verdi come il mare. Nel terzo anfiteatro romano, dopo il Colosseo e Capua, El Jem incanta per collocazione e per i ricordi di civiltà e storia, nel deserto si erge uno dei monumenti più imponenti del continente africano.

Grazie al Fortissimo Festival, il Belpaese racconterà la sua musica, la letteratura, la poesia e il talento italiano a cui si unisce la grande capacità del nostro paese di dare concretezza alla missione di diplomazia culturale che ci rendono orgogliosi di essere da sempre un ponte tra antiche civiltà. Un cartellone ricco e interessante, a cui il Direttore Filippo Arlia, regala non solo professionalità e creatività ma anche passione e desiderio di costruire legami, di intessere rapporti, di creare condivisione. Il Festival, quarta edizione, la prima in terra tunisina è una cooperazione tra IICTunisi -Istituto Italiano di Cultura, il Conservatorio di Musica di Ben Arous, l’Association Les Solistes e il Conservatorio di Musica Tchaikovsky di Nocera Terinese.

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Alla conferenza stampa sono intervenuti il Direttore Filippo Arlia, il grande attore e regista Gabriele Lavia, il Direttore generale del Festival dell’Anfiteatro di El Jem  Mabrouk Layouni, il Presidente del Festival sinfonico di El Jem Ramzi Jenaih. Uno scambio di intenti e tanti progetti per il futuro da condividere tra la Tunisia e l’Italia, con un focus particolare sulla Calabria e la Sicilia. Con l’annuncio che dal 2023 il Maestro Arlia sarà il Direttore del Festival lirico dei Teatri di Pietra che vedrà la partecipazione anche del “colosseo” di El Jem. Un crescendo di sinergie anche per quanto riguarda i corsi di formazione musicale, i workshop e gli scambi di musicisti, un legame che di anno in anno cresce e si rinforza. La prima serata sarà dedicata ad uno dei geni della musica italiana Ennio Morricone per poi proseguire venerdì sera con Gabriele Lavia e Federica Di Martino che interpreteranno poesie scelte dal vasto patrimonio letterario di Pier Paolo Pasolini, a Tunisi invece il 26 e il 27 settembre si andrà in scena con un omaggio al grande tenore Franco Corelli e al famoso musicista e compositore Astor Piazzolla. 

Un’anteprima dello spettacolo di venerdì su Pasolini è andata in scena grazie ad un Gabriele Lavia che ha affabulato i giornalisti con la sua voce teatrale, con la sua mimica raffinata, con quel talento che è di pochi. I suoi racconti, il suo ritmico cadenzare i toni della voce, le pause hanno incantato l’uditorio. Lavia, ha annunciato alla stampa che ha in costruzione un recital di poesie di Pasolini dal titolo” Parole di figlio” , intrecciando nel suo intervento l’importanza della memoria, di cui l’attore non può fare a meno, con il concetto di fedeltà del testo, impossibile nell’interpretazione che è sempre un po’ come tradire. Il teatro esiste da sempre, per Lavia, sin dalla notte dei tempi, il teatro che fa parte dell’origine dell’uomo, che accompagna da sempre la civiltà, l’umanità e l’essere.

Fuori a pochi metri dalla sala stampa, dal nome evocativo “Astrubale”, storico generale cartaginese, il rumore del Mare Nostrum fa da sottofondo, quel mare che ha unito popoli, civiltà e culture, che ha arricchito il nostro sapere, che ci ha uniti e che oggi dovrebbe tornare ad essere luogo di incontro, di scambi e di condivisione. Il cielo è nuvoloso, l’Italia non è lontana e Lavia cita una frase, amara, del celebre Principe de Curtis in arte Totò “Il mondo è bello perché è avariato”. 

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