Un libro per Fandango per raccontare in un libro una vita da protagonista nella musica
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Un libro per Fandango per raccontare in un libro una vita da protagonista nella musica

È dall’inizio dei Settanta che Stefano Senardi entra nel mondo della musica, prima come appassionato poi ad alti vertici come discografico 

Un libro per Fandango per raccontare in un libro una vita da protagonista nella musica
Stefano Senardi
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17 Gennaio 2024 - 00.27


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di Giordano Casiraghi

Era d’obbligo per uno come Stefano Senardi lasciare le tracce di quello che ha vissuto nel mondo della musica. Vissuto come protagonista e in maniera preferenziale quando è stato discografico, ma anche come appassionato quando partiva dalla sua città ligure per recarsi in varie città europee per assistere ai festival pop o a concerti singoli. Ora tutto quello che Senardi ha visto e seguito viene raccontato nel libro “La musica è un lampo” (Fandango, pp: 224, euro: 28,00), un romanzo in prima persona pieno di aneddoti, storie e racconti inediti al centro di un tour di presentazioni, con amici, cantanti e musicisti, per raccontare una vita straordinaria. 

Libro presentato con vari artisti, a Milano con Michele Serra, che ha curato la prefazione del libro, Mauro Pagani e Manuel Agnelli, a  Bologna con Massimo Zamboni dei CCCP, a Roma con Paola Turci, a Torino con Manuel Agnelli

Una scintilla che accende la passione dopo l’ascolto di Renato Carosone e poi di Rokes, Equipe 84, Corvi, Nomadi, poi oltre il beat italiano Senardi incrocia il doppio album dei Beatles, il White Album arrivato da Londra. Era il 1969 e fu il segno di un destino. Da quell’anno iniziano le fughe in pullman o in autostop, verso i più bei concerti di tutta Europa. 

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“Il primo concerto importante di artisti internazionali cui ho assistito – racconta Senardi – è stato quello dei Van Der Graaf Generator, il 30 maggio del 1972, al teatro Alcione di Genova Brignole, dove poi ebbi anche la fortuna di vedere, insieme a quasi mille altri ragazzi della mia età, i Genesis, al debutto della loro carriera, il 22 agosto dello stesso anno. Prima dei Genesis, quella sera, avevano suonato gli Osanna, gruppo napoletano, il cui cantante e tastierista Lino Vairetti raccontò, in varie occasioni, che dopo il concerto Peter Gabriel era andato nei loro camerini per complimentarsi dei costumi di scena e per i visi pitturati. Qualcuno sostiene che Gabriel per le sue maschere si ispirò anche a loro. Due anni dopo ebbi la fortuna di rivedere i Genesis al Palasport di Torino in un concerto strepitoso. Tornando al teatro Alcione in via Canevari, lì ebbi il privilegio di partecipare ad altri concerti meravigliosi e inaspettati, i Soft Machine, i Gentle Giant, i Nucleus, gli Au- dience, Stomu Yamash’ta, che ci offrirono qualcosa di assolutamente nuovo rispetto a quello che eravamo abituati a sentire, riuscendo a soddisfare la nostra grande voglia di musica e una inesauribile curiosità rispetto a tutte le tendenze che stavano arrivando soprattutto d’oltremanica. 

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Vidi la Premiata Forneria Marconi, con un Mauro Pagani bello come un dio greco, con il violino e i capelli lunghi sulle spalle. Tra gli altri italiani ascoltati in quegli anni ricordo Le Orme, Il Banco del Mutuo Soccorso, i New Trolls, Franco Battiato e Claudio Rocchi. In quegli anni, fortunatamente, molti dei concerti si tenevano due volte nella stessa giornata, c’era uno show pomeridiano e uno serale. Noi, essendo ancora molto giovani, andavamo a quello pomeridiano in modo da poter tornare a casa entro sera.” 

Poi Senardi, rispondendo a un annuncio, entra nel mondo della discografia, prima con la CGD di Caterina Caselli, poi alla Polygram con il massimo incarico, dove tratta con artisti come Jovanotti e Zucchero, fino a convincere Franco Battiato a cambiare discografica. Il rapporto con Battiato diventa intenso e proficuo, in un momento in cui l’artista è tornato a calcare i palchi con una formazione rock Senardi gli pubblica gli album “L’imboscata” e “Gommalacca”. Giusto lo scorso anno Senardi ha curato il docu film “Franco Battiato – La voce del padrone”, mentre l’anno prima, ha cofirmato con Francesco Messina il grande volume illustrato “L’alba dentro l’imbrunire”. Instancabile, dopo aver dato vita all’etichetta discografica NUN, ha lavorato come consulente per la Rai (“Che tempo che fa” e “Festival di Sanremo”) e per Sky Arte dove ha curato la serie “33 giri Italian master”. Da una decina d’anni il suo impegno e la sua esperienza lo vedono nel direttivo del Premio Tenco.

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Nel libro tantissimi aneddoti e tantissime foto dove Senardi appare tra gli altri insieme a Pino Daniele a Iggy Pop, Jovanotti, Battiato, Paolo Conte, Fernanda Pivano, Joni Mitchell, Zucchero, Morgan, Fossati, Manuel Agnelli, Nannini, Alice, Vasco Rossi, Mannoia, Pelù, Dori Ghezzi, Ferretti e tanti altri. E non è finita qui, perché per Stefano Senardi la storia nella musica come protagonista continua. 

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