Una fuga, due donne e un'America in fiamme: il thriller on the road che svela l'incubo del sogno americano

*Killer Potential* di Hannah Deitch è un thriller on the road in cui due donne fuggono, indagate per omicidio, tra le contraddizioni dell’America.

Una fuga, due donne e un'America in fiamme: il thriller on the road che svela l'incubo del sogno americano
Hannah Deitch
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20 Maggio 2025 - 23.22


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di Rock Reynolds

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È un mastodonte della convivenza civile, una delle metropoli più popolose e, con ogni probabilità, quella dal territorio più esteso della terra. È la non-città per eccellenza, con la miriade di municipalità che la compongono, rendendola una sorta di puzzle di diversità etnica, culturale, economica, amministrativa, un coacervo di stili architettonici, di colori e fragranze. Una babele di lingue e, talvolta, un inferno della disperazione. È pure la “città dei sogni” creati a tavolino dall’elite del cinema mondiale, legata al sui quartiere più celebre, Hollywood, e al glamour che da sempre la contraddistingue.

Eppure, malgrado la filigrana variegata di cui è fatta, nemmeno Los Angeles, “la città degli angeli” come qualcuno preferisce chiamarla, è esente dalle miserie di qualsiasi altro agglomerato urbano ed è indenne dai capricci del fato e della natura. Solo qualche mese fa, un incendio apocalittico ne ha incenerito alcuni dei rioni più ricchi – stavolta, il destino non si è accanito, come da copione, sui poveracci per confermare il detto secondo cui piove sempre sul bagnato – e ha rischiato di cancellarne una bella porzione dalla storia. Secondo qualcuno, una sorta di manifestazione plateale del karma, come se le infinite ville con piscina fossero uno schiaffo a divinità da Olimpo greco facili da stizzire, sempre in lite fra loro ma altrettanto inclini a guardare giù al mondo dei comuni mortali per castigarli oltre misura.

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Killer Potential (Marsilio, traduzione di Dario Diofebi, pagg 368, euro 19) è l’esordio letterario d Hannah Deitch, un thriller adrenalinico e visionario che prende le mosse proprio da una delle migliaia di sontuose ville di Beverly Hills in cui si è consumato un delitto orribile, quello dei genitori di Serena Victor, la ragazzina a cui la protagonista, Evie Gordon, dà ripetizioni. Serena non c’è, in compenso ci sono i corpi straziati del papà e della mamma.

Evie, ragazza prodigio e vanto della sua famiglia, si è indebitata per poter frequentare un ateneo prestigioso e, incredibilmente, fallisce nell’impresa a cui sembrava predestinata: laurearsi a pieni voti ed essere proiettata ai vertici del fagocitante sistema capitalistico a stelle e strisce. È una dichiarazione voluta del fallimento di quel sogno americano che la galassia MAGA tenta disperatamente di rivitalizzare. Per sbarcare il lunario, dunque, dà lezioni in diverse materie. La cosa particolare è che il suo lavoro lo svolge per lo più in un quartiere bene, il che significa insegnare principalmente ai rampolli delle famiglie di attori, produttori, star della musica e via discorrendo. Non male, tutto sommato. L’indebitamento studentesco per accedere ad atenei prestigiosi non è certo un fatto eclatante negli USA, paese che fa dell’eccellenza accademica e del diritto universale allo studio un vanto, celando una realtà ben più prosaica: solo i più abbienti possono permettersi rette universitarie proibitive. D’accordo, vengono istituite borse di studio per i migliori che non possono permettersele, ma resta il fatto che ad accedere a certi istituti sono principalmente i ricchi. Evie non è particolarmente benestante parte svantaggiata.

La scoperta raccapricciante del duplice omicidio è uno shock che si accompagna a un incontro inaspettato, quello con una ragazza traumatizzata e maleodorante, rinchiusa nel sottoscala della villa. La giovane donna sembra muta, ma presto si riavrà dall’orrore a cui ha assistito e sarà protagonista insieme a Evie di una fuga sulle avventurose strade d’America in quella che risulta essere una colossale caccia all’uomo – pardon, alle donne – con la polizia che si fa in quattro per pizzicarle. Da testimoni involontarie di un delitto a principali e quasi ovvie indiziate dello stesso, il passo è brevissimo, praticamente automatico.

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Qualcuno ha accostato la vicenda raccontata con pathos e grande tensione narrativa da Hannah Deitch alla storia di Thelma & Louise, e il rapporto affettuoso ma pure contraddittorio tra le due protagoniste ha diversi punti di contatto con il film di Ridley Scott. In fondo, le fragilità di una sono bilanciate dai punti di forza dell’altra e viceversa e le ragazze in fuga impareranno a conoscersi attimo su attimo, disavventura dopo disavventura. La capacità di ricreare l’atmosfera delle interminabili strade a stelle e strisce e i continui contrappunti tra indifferenza generale e stigmatizzazione pubblica delle violenze quotidiane di una società malata, drogata di denaro e sogni irrealizzabili, fa di Killer Potential un grande thriller, anzi, un grande romanzo americano.

Le peripezie delle due protagoniste sono certamente rocambolesche, ma non si ha mai la sensazione che si stia esagerando, che si stia calcando la mano. Chiunque abbia una conoscenza appena più che superficiale della società statunitense sa bene che non è raro imbattersi in un inseguimento di polizia, in una rivendita ufficiale di armi, in una situazione in cui la voglia contrapposizione dure è palpabile e la violenza permea l’aria. E ancor più vistosa è la cortina hollywoodiana o disneyana di cui la società statunitense ama ammantarsi come antidoto alle brutture della quotidianità, finendo soltanto per rendere ancora più stridente le idiosincrasie e distorsioni che la caratterizzano.

Ovviamente, trattandosi di un “suspense thriller”, non è il caso di scendere in dettagli eccessivi che lascerò al piacere della scoperta da parte di voi lettori, ma in questo romanzo troverete molto più di una semplice storia noir. Questo è certamente un romanzo on the road e, in quanto tale, si colloca agevolmente nel solco della tradizione americana. Si percepisce quanto l’autrice si ispiri a certe storie hollywoodiane: la trama è raccontata come un film, ma, per una volta, non è una sottrazione. Eppure Killer Potential è pure un affresco sociale di grande respiro, una critica feroce al sistema americano e alle sue crescenti disparità economiche.

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L’unico elemento che mi senta di aggiungere, senza svelare nulla di compromettente, è che la strana coppia delle protagoniste capisce subito di essere finita in un vicolo cieco da cui potrà uscire solo arrivando al vero assassino e, dunque, alla soluzione di un giallo che le ha proiettate, loro malgrado, sotto i riflettori nazionali. La via sarà dura e irta di ostacoli e si dipanerà da una costa all’altra del paese, regalando ai lettori descrizioni interessanti di luoghi assai diversi tra loro, una specie di guida turistica degli eccessi e delle stravaganze del paese.

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