Al via gli interventi che apriranno al pubblico Casa Pasolini, la prima abitazione romana di uno dei maggiori studiosi del Novecento; ad annunciarlo è stato il ministero della Cultura.
Tra il 1951 e il 1954 Pier Paolo Pasolini e sua madre hanno vissuto in un appartamento a Roma, vicino al carcere di Rebibbia, e ad oggi è al centro di un progetto di valorizzazione. Questa iniziativa è stata promossa dalla direzione generale Musei e dall’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo -direzione Musei nazionali di Roma, già responsabile delle case museo Andersen, Boncompagni Ludovisi, Mario Praz e Giacomo Manzù.
Le attività prevedono il restauro degli ambienti in modo da garantire sicurezza e il funzionamento del bagno e della cucina. L’obiettivo è quello di mantenere un rapporto culturale con quel luogo, ricordando Pier Paolo Pasolini a cinquant’anni dalla sua scomparsa.
Anche il Municipio IV di Roma Capitale e le associazioni culturali della capitale sono coinvolti in questa iniziativa e lo scopo è quello di promuovere un percorso di valorizzazione. Sono molti gli obiettivi del progetto: attivare una biblioteca tematica, spazi dedicati alla lettura collettiva con possibilità di collegamenti online, visite guidate e iniziative dedicate alla ricerca e alla formazione.
Inoltre, in prospettiva, altri progetti prevedono la collaborazione con il carcere di Rebibbia e borse di studio per gli artisti più giovani.
Casa Pasolini è stata acquisita dal ministero della Cultura in seguito alla donazione del produttore Pietro Valsecchi e adesso fa parte della rete museale nazionale. L’appartamento ci permette di ricordare uno dei maggiori studiosi del secolo scorso e le periferie si confermano, nuovamente, come luoghi di memoria e di futuro.