Trecento scrittori francofoni – tra cui Alice Zeniter, Leïla Slimani, J. M. G. Le Clézio, Virginie Despentes e Mohamed Mbougar Sarr – hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul quotidiano Libération, in cui chiedono sanzioni contro Israele per il “genocidio” in corso nella Striscia di Gaza. Il titolo dell’appello recita: «Non possiamo più accontentarci della parola “orrore”: oggi dobbiamo chiamare “genocidio” ciò che accade a Gaza».
Gli autori chiedono inoltre un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas (attualmente stimati in 58). Di seguito un estratto della lettera:
«Da quando Israele ha interrotto una tregua che avrebbe dovuto portare alla fine della guerra e alla liberazione degli ostaggi, l’attacco contro Gaza è ripreso con rinnovata brutalità.
Oggi, dichiarazioni pubbliche ripetute da parte di figure di spicco come i ministri israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir esprimono apertamente intenzioni genocidarie.
Il termine “genocidio” per descrivere ciò che sta accadendo a Gaza non è più oggetto di dibattito per molti giuristi internazionali e organizzazioni per i diritti umani: la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Human Rights Watch, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, relatori speciali dell’ONU e numerosi altri esperti e storici…
La nostra responsabilità collettiva è chiamata in causa. Noi, scrittori francofoni, abbiamo atteso troppo a lungo prima di parlare con una sola voce. Alcuni di noi hanno già firmato appelli e petizioni, scritto, votato, manifestato.
Oggi, parliamo in quanto scrittori, in nome della nostra professione – per denunciare ciò che non possiamo più tacere.»
L’iniziativa rappresenta una delle più forti prese di posizione collettive del mondo letterario francofono nei confronti della guerra in corso a Gaza.