Tesla, il corto di Parrello diventa un film: al via la co-produzione
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Tesla, il corto di Parrello diventa un film: al via la co-produzione

Presentato a Roma il lungometraggio su Tesla firmato da Alessandro Parrello. Una produzione italo-serba visionaria, tra VR, memoria e cinema

Nikola Tesla l’uomo dal futuro di Alessandro Parrello - di Alessia de Antoniis
Nikola Tesla l’uomo dal futuro di Alessandro Parrello
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29 Maggio 2025 - 22.24


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di Alessia de Antoniis

Cinque anni fa, un cortometraggio italiano faceva il suo debutto ad Alice nella Città, presentando al pubblico un Nikola Tesla inedito: poeta dell’energia, visionario assoluto, corpo e volto di un futuro ancora da comprendere. Nikola Tesla – L’uomo dal futuro, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Parrello, non è solo un omaggio al grande scienziato serbo: è una riflessione sul modo in cui guardiamo il mondo – e su come il cinema possa ridisegnarne le traiettorie.

Prodotto da Gordana Ristìc e sostenuto da Teresa Razzauti, casting director candidata agli Emmy per Mr. & Mrs. Smith, il film ha conquistato festival internazionali dalla Corea all’Italia, raggiunto la vetta dei titoli più visti su RaiPlay il 16 maggio 2022, ed è oggi disponibile anche in una versione immersiva VR 3D, ospitata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino grazie alla collaborazione con Rai Cinema.

Recentemente, il corto è stato protagonista di una proiezione speciale presso l’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma, fortemente voluta dalla produttrice e dall’Ambasciatrice S.E. Mirjana Jeremić, con l’obiettivo di rafforzare i legami culturali tra Italia e Serbia attraverso l’arte e la figura di Tesla, vera icona della scienza e dell’identità serba nel mondo. Alla serata hanno partecipato nomi noti del cinema come Can Yaman e Stefano Veneruso, mentre lo stesso Parrello ha regalato al pubblico un assaggio del suo prossimo progetto: un thriller storico in forma di romanzo, dedicato sempre a Tesla e destinato a diventare un lungometraggio di co-produzione italo-serba, sostenuto dai nuovi accordi bilaterali in ambito cinematografico.

Un’evoluzione naturale per un’opera nata in modo quasi clandestino ma capace di affermarsi con forza, diventando oggi una piccola case history di cinema indipendente e visionario, che guarda oltre i confini – sia geografici sia narrativi.

Proprio da qui parte la nostra conversazione con Alessandro Parrello, regista, interprete e anima di questo progetto, che in soli 16 minuti è riuscito a restituire la complessità di una figura come Tesla, senza rinunciare a un linguaggio sperimentale e profondamente immersivo. E ora pronto ad affrontare una nuova sfida: quella del racconto lungo.

Sta per iniziare la produzione del lungometraggio ispirato al romanzo. Un romanzo che sembra allargare lo sguardo sul Tesla uomo, oltre che scienziato. Che tipo di racconto ci possiamo aspettare? Sarà ancora immersivo, come il corto, o cambierà tono? Sarà un biopic, un racconto visionario, un film di genere?

Adesso siamo ancora nella fase embrionale della produzione, in cui stiamo dando forma al progetto ma sarà un film in cui scopriremo Nikola Tesla da un punto di vista molto più ampio e profondo rispetto al cortometraggio, in un film sicuramente di genere thriller, ma senza la versione in VR. 

Sarà un film molto cinematografico, di atmosfere spettacolari, pensato per un ampio pubblico universale con l’intento di sorprendere lo spettatore.

Nella scelta di rendere il corto disponibile in VR 3D c’è una dichiarazione politica oltre che poetica: il futuro è anche nei dispositivi con cui scegliamo di guardare il mondo?

Oggi viviamo in un mondo che ci offre una vasta possibilità di scelta e mezzi di fruizione in tutti i campi, ma la mia scelta di realizzare anche una versione VR 3D del film è stata dettata dal mio essere nerd della tecnologia e dalla mia inclinazione naturale nello sperimentare sempre qualcosa di innovativo. 

Ho pensato che dovendo raccontate una storia sullo scienziato più visionario e innovatore degli ultimi 500 anni, perché non farlo anche in un linguaggio altrettanto nuovo e diverso?

In questo modo ho cercato di aprire la porta anche ad un pubblico molto giovane, incline all’utilizzo dei visori VR ad esempio, attraverso cui far conoscere una figura storica importante dalla sua stessa prospettiva, per far comprendere meglio da dove viene la tecnologia che usiamo oggi.

La durata ridotta – sedici minuti – obbliga a una scrittura essenziale. Qual è stata la sfida più grande nel costruire densità narrativa in così poco tempo?

Sicuramente è stata quella di trovare l’idea dai base su cui costruire la trama, che mi ha portato via maggior tempo prima della scrittura. Dopo aver studiato a fondo l’uomo, il momento storico e i termini scientifici, ho impiegato circa 2 mesi per trovare la chiave del film che avrei realizzato e mi è arrivata con la solita immagine visiva proprio quando mi trovavo a New York. 

Per raccontare Tesla in 16 minuti dovevo partire dal momento zero della nascita della moderna rivoluzione tecnologia, ossia l’incontro tra lui e il suo più grande investitore George Westinghouse, avvenuto realmente nel 1888, immaginando uno scambio tra i due che avrebbe poi portato a tutto quello che sappiamo.

Il 16 maggio 1888 mi piace pensare che in quella sala di New York sia stata scritta la storia della rivoluzione tecnologica che non leggeremo mai in nessun libro di storia. 

Tesla viene raccontato spesso come un genio frainteso, un eroe romantico. Ma nel suo lavoro appare quasi come un medium, un uomo attraversato dal futuro. Ha cercato di restituire anche una sua dimensione spirituale o quasi esoterica?

Direi entrambe. Tuttavia c’è da dire che nel 1909 Tesla aveva descritto al New York Times gli attuali smartphone alla perfezione. Forse per questo veniva frainteso, perché aveva una percezione del futuro molto avveniristica rispetto all’epoca in cui viveva. Considerava il mondo in termini di energia e sapeva come comunicare attraverso frequenze e vibrazioni. Non era un argomento facile da comprendere e il rischio era quello di essere tacciato per pazzo e spesso messo da parte. La storia ce lo ha insegnato molte volte. 

Nelle mie ricerche è emerso però che era anche un grande appassionato di magia e spesso si prendeva gioco dei suoi interlocutori ingannandoli con piccoli giochi di prestigio usando i congegni da lui stesso progettati. La magia e l’illusionismo mi hanno sempre affascinato e come dice il mio Tesla nel film, la scienza è la magia più reale che un uomo possa manipolare.

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