Buon Compleanno all'Esercito degli Stati Uniti: una lettera (beffarda) a Trump
Top

Buon Compleanno all'Esercito degli Stati Uniti: una lettera (beffarda) a Trump

James Grady (autore di "I sei giorni del Condor" divenuti TRE nell'omonimo film di Sidney Pollack e del nuovo romanzo "American Sky" tra gli altri) sbeffeggia la parata militare per il compleanno di Trump, da lui conosciuto personalmente nel 1994.

Buon Compleanno all'Esercito degli Stati Uniti: una lettera (beffarda) a Trump
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Giugno 2025 - 00.57


ATF

di James Grady

(Traduzione a cura di Seba Pezzani)

Signor Presidente!

Speriamo che i carri armati dell’Esercito che distruggeranno le strade dei contribuenti nella parata per il suo compleanno a Washington, D.C., mostrino a Mosca, Pechino, Iran e Corea del Nord come vanno fatte le cose e non patiscano in modo simile alle ruote del Mostro Pallido che sabotò la sua festa di compleanno del 1994 mentre lei e io osservavamo la scena insieme a David Hasselhoff di Baywatch, oltre ai fantasmi di Bruce Lee e di suo figlio Brandon.

Causa ed effetto sanno di scelta e circostanza.

Della serie…Come siamo arrivati a questo punto?

Confessione: piazzai una raccolta di haiku di Basho sopra i romanzi da me acquistati mentre ammazzavo il tempo nella leggendaria libreria Book Soup sul Sunset Boulevard e poi andai a quel pranzo di Hollywood del 1994, uno sfoggio estetico per incrementare in modo sottile la mia reputazione nell’arte marziale asiatica resa celebre da Bruce Lee e menzionata sulla sovraccoperta del mio primo romanzo, I sei giorni del Condor.

Quel pranzo a Hollywood serviva per vendere la mia sceneggiatura intitolata Legacy e far uscire Brandon Lee da un pessimo cliché nelle arti marziali e proiettarlo in un ruolo in grado di rivenderlo come Cary Grant dei nostri millennial.

Poi, Hollywood mi spedì in aereo a  Wilmington, North Carolina, sul set del film Il Corvo, per farmi incontrare Brandon. Quel ventottenne era un ragazzo intelligente e scaltro. Carismatico. Gentile. Modesto. Si era messo in ghingheri per incontrare lo scrittore! Una cosa mai vista. Chiese scusa a una cameriera di un ristorante cinese che pendeva dalle sue labbra perché lui non parlava mandarino bene quanto parlava cantonese. Qualche giorno dopo, mi telefonò nella mia casa nei sobborghi di Washington. Con entusiasmo, mi disse che il nostro progetto aveva ricevuto il “semaforo verde” e che quella sera, prima di essere libero per il nostro progetto e per la donna che amava, avrebbe dovuto girare solo “qualche scena di poco conto”.

Andò a finire che, qualche scena di poco conto e qualche ora dopo, il suo personaggio venne colpito da una pallottola e che Brandon morì davvero per un colpo esploso da un revolver che, invece di essere stato caricato a salve, aveva in canna un proiettile ordinario.

Mi spezzò il cuore… ma lo spettacolo deve andare avanti. 

Pertanto, Signor Presidente – Possiamo darci del tu, Donny? — ricevetti la telefonata che portò a noi.

Come canta Bruce Springsteen, il grande autore americano della nostra generazione:

“Put your makeup on, fix your hair up pretty and meet me tonight in Atlantic City.”

(“Truccati bene, sistemati bene i capelli e stasera vieni a incontrarmi ad Atlantic City”)

La canzone di Bruce del 1982 deve rappresentare qualcosa per te perché allude all’oscurità di quella città scintillante in cui andò in scena una delle tue bancarotte.

Secondo la CNN, al tempo, uno dei tuoi casinò era un luogo di festa per la mala russa di Brooklyn. Della serie, gangstacool! Ti ricordi quando un avvocato entrò nel tuo casinò nei guai finanziari con un assegno del tuo signore dei bassifondi, il tuo paparino Fred, per acquistare 3.5 milioni di dollari in fiche da poker che gonfiavano la sua valigia e che non sarebbero mai state incassate all’uscita da quel palazzo chiamato The Castle?

Ma poi, nel 1998, gli agenti FBI del dannato Deep State ti costrinsero a pagare 477.000 milioni di dollari di multa in base al Bank Secrecy Act per piccoli favori, come i “little favors” di cui canta Bruce.

Il The Castle era dove tu, David Hasselhoff e Il sottoscritto ci ritrovammo in quella notte di giugno del 1994? Dopotutto, disponeva dell’indispensabile locale per la musica dal vivo.

Oltre alla serie televisiva Baywatch, David era una star della musica pop…in Germania. Quella serata gli diede l’opportunità di diventare una star americana del pop attraverso un concerto di un’ora trasmesso su una televisione a pagamento.

Leggi anche:  Trump il 'pacifista' esulta per l’attacco israeliano all’Iran: "Eccellente, ce ne saranno molti altri"

E, siccome Hollywood fece miracoli, David avrebbe dovuto pure essere protagonista del mio film Legacy. Ci saremmo dovuti incontrare ad Atlantic City dopo il suo concerto.

La mia autoradio non smise di irradiare musica per tutte le quattro ore di viaggio dal vialetto di casa mia a un motel da due soldi nel New Jersey. E io seguitai a chiedermi:

Perché Atlantic City?

Mentre l’inizio serale dello spettacolo sulla the pay TV si avvicinava, salii sulle tribune degli ospiti. Mi sedetti da solo tra VIP di Hollywood e sconosciuti di Wall Street. Migliaia di poltrone numerate sopra e davanti a noi ospitavano… solo qualche dipendente del casinò. Una manciata di persone che forse avevano acquistato il biglietto. L’emaciata vittima di un vampiro che mi fissava con i suoi occhi turbinanti. 

Una ventina di minuti prima dello spettacolo, fecero il loro ingresso un paio di centinaia di adolescenti abbigliati per la festa di fine anno scolastico. Alcuni adulti accompagnarono gli eccitati teenager nel bel mezzo della folla accalcata di fronte al palco rialzato. Un uomo con un paio di cuffie in testa disse di agitare le mani, ballare, acclamare “Da-vid! Da-vid!” a ogni sua imbeccata da dietro le telecamere.

Tattiche da “Reality show” ben prima dello spettacolo orchestrato dall’ora nostro Inviato Speciale in Gran Bretagna, che ha fatto di te un eroe dai grandissimi ascolti, Donny. 

Ma torniamo alla tua parata.

E a quello spoiler di Atlantic City del 1994 che preghiamo non si ripeta.

Il conto alla rovescia diede il via all’inizio del programma della pay TV. Le luci si abbassarono. I fari si accesero. Una band iniziò a suonare. Dei teenager addestrati si denudarono e ballarono e gridarono con entusiasmo, “Da-vid! Da-vid!”

Lui aveva un’aria spettacolare mentre cantava e parlava. Bello come tu e io non siamo mai stati, a meno che la tua squadra di truccatori riesca a fare miracoli ultraarancioni. 

Poi – Oh poi! – accadde.

Lasciate che la mia memoria si appassioni a quelli di noi che hanno superato i 70 anni: tu ne compirai 79 nel giorno della tua parata e, dunque, hai soltanto tre anni in meno del balbuziente, corotto, farfugliante Sleepy Joe (Biden)! 

Dov’ero rimasto… Oh, sì:

Lasciate che la mia memoria da vecchio parafrasi David su quel palco di Atlantic City.

“Per anni” disse  David alle telecamere “avrei voluto fare un duetto su questa canzone, ma non ho mai trovato la persona giusta con cui farlo… prima d’ora. Vi prego di unirvi a me nel dare il benvenuto a… Marla Maples Trump, che canterà qui con me!”

Ti ricordi Marla, vero, Donny? Come tutte le tue mogli, faceva la modella ed è stata la tua seconda moglie All American dopo la tua prima moglie, un’immigrata della Cecoslovacchia, e prima della tua terza moglie, la nostra fantastica First Lady Melania con la sua giacca recante la scritta “A me non importa veramente e a te?”, che è un’immigrata slovena i cui genitori tu hai aiutato a seguire altri concittadini immigrati e a diventare cittadini degli USA, facendo sì che non dovessero preoccuparsi dei rapitori mascherati dell’ICE.

Perdonami se mi scordo dove trovano posto tutti i tuoi A me sì con la pornostar Stormy Daniels e le tue condanne per stupro.

E grazie per il tuo bel discorso di diploma del maggio del 2025 di fronte ai cadetti di West Point con cui li ammonivi di evitare mogli-trofeo.

Concentriamoci ora su ciò che possiamo vedere tutti su YouTube:

David Hasselhoff e la allora tua Marla Maples Trump che cantano insieme “If I Were A Carpenter.”

Gli wow! di… di… di tutto ciò che fece tremare la mia rivelazione:

Leggi anche:  Trump e la sua banda hanno preparato i piani per invadere Panama e la Groenlandia

Quel duetto su una pay TV nazionale con la tua Marla è la ragione per cui il debutto di David per l’America è avvenuto LIVE! da Atlantic City!

Ma tale epifania non ha fatto nulla per prepararmi al Mostro Pallido che ha sabotato l’evento del tuo compleanno, un crudele scherzo del destino che possiamo solo sperare – Sperare! – con non si riscriva e non si ripeta in occasione della tua sontuosa parata.

David fa un ultimo inchino. Saluta i teenager sotto il palco e i milioni di spettatori previsti nella terra della pay TV. Un regista grida: “Stop!”

Le istruzioni a mia disposizione mi spedirono fuori dallo stadio insieme agli altri ospiti. Scale mobili. Lunghi corridoi. Prima di accedere a una camera dall’illuminazione intensa e dal pavimento piatto, agevolmente 13 volte più grande di qualsiasi bar dello sport.  

Ed eccola lì! Sulla destra della stanza, di fronte all’ampia uscita, con la schiena rivolta al muro, circondata da dozzine di ammiratori aggressivi:

La star dello spettacolo della pay TV: DAVID HASSELHOFF!

Più avanti, lungo quella parete, staccata da quel gruppo, c’è Marla Maples Trump con il suo scintillante abito da sera. Dozzine di ammiratori la circondano, meno di quanti ce ne siano intorno a David, ma lei resta comunque un faro d’attrazione della sua festa.

David indossa la camicia bianca e i pantaloni neri che ha indossato durante lo spettacolo. Sorride. Luccica di sudore e fatica. Parla a macchinetta. Ride. Ringrazia i maniaci di celebrità raggruppati intorno a lui con i loro occhi…

…i loro occhi che guizzano tra lui e il Mostro Pallido.

Sui muri di questa sala celebrativa sono installati una dozzina di schermi giganti. Il volume è spento, ma tutti trasmettono le stesse scene del Mostro Pallido:

Un SUV bianco Bronco avanza lentamente sulle superstrade di Los Angeles con a bordo un ghignante O.J. Simpson armato di pistola, accusato di aver assassinato sua moglie e un addetto alla consegna a domicilio delle pizze. 

Le auto della polizia che procedono accanto al Bronco bianco lo contengono come i bravi sbirri che hanno rischiato – e in alcuni casi hanno perso – la vita per contenere i dimostranti anti-democrazia che hanno preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2022 e che ora sono felici della grazia che tu gli hai dato. E non hanno nemmeno dovuto chiedere alle loro madri di pagare 1 milione di dollari per una cena privata con te, Donny!

Ogni persona presente nel 1994 in quella sala celebrativa di Atlantic City capì che quasi tutte le persone là nella terra della TV stavano guardando l’inseguimento al Bronco bianco di O.J. Simpson. Probabilmente nessuna pupilla era sintonizzata sul concerto di David.

Garbatamente, delicatamente, mi aprii un varco tra la folla di sostenitori, malati di celebrità e groupie di David. Destai la sua attenzione. Dissi: “Ciao, sono James Grady, è un pia…”

David mi abbracciò, sollevandomi da terra. Disse alle facce sorridenti intorno a noi: “James e io onoreremo il nostro amico Brandon realizzando un film!”.

Nessuno dei due si rese conto di cosa significasse quel nostro piccolo sentimentalismo. Riscrissi Legacy per David. Un film con quel titolo e con lui come attore protagonista uscì nel 1998. Ma era talmente diverso da ciò che avevo scritto che accettai il consiglio dei produttori e cambiai i crediti come segue: “Basato su una sceneggiatura di James Grady”.

In quella sala celebrativa di Atlantic City, mi staccai da David. Lo lasciai ai suoi fan. Mi voltai verso l’uscita e…

…e individuai Marla.

Stava dando istruzioni ad alcuni dipendenti del casinò che spingevano un piccolo carrello con sopra una torta di compleanno coperta di candele.

Un palchetto attendeva all’estremità opposta di quella sala delle feste. Il carrello venne sospinto vicino a un microfono solitario.

Leggi anche:  Trump, l'amore con Musk finisce in rissa: "Sono molto deluso da Elon"

Pochi prestarono attenzione quando Marla prese il microfono. Annunciò che, per quanto il compleanno di “mio marito Donald” fosse stato qualche giorno prima, celebriamolo. Poi, Donny, ti chiamò a raggiungerla sul palco.

Prima nessuno si era accorto di te o, per lo meno, non sembrava averlo fatto.

Indossavi un abito scuro con una camicia bianca quanto una tunica del Ku Klux Klan, ma non ricordo il colore della tua cravatta.

Quando salisti sul palco con la torta dalle candeline e la Moglie #2, mi resi conto che solo un manipolo di quei festaioli si stavano raccogliendo intorno al palchetto.

Poveretto, pensai.

Il mio atteggiamento della serie fa’ il bravo accanto a quel palco mentre le candeline sulla torta si accendevano mi portò a circa sei metri da lì prima che tu ti sporgessi – forse con l’aiuto di Marla – e soffiassi sulle candeline, spegnendole. Lei si avvicinò al microfono…

…e cantò la seconda canzone della serata: “Happy birthday to you…”

Fa la cosa giusta mi travolse. Mi unii al canto tra i pochi balbetti intorno al palchetto. Non udii cantare la folla alle nostre spalle.

Canzone finita. Candeline spente. Torta portata giù per il taglio. Marla restituita ai suoi fan.

E poi, Donny, poi venne il Nostro Momento.

Scendesti da quel palco. Mi venisti incontro da solo in quello spazio vuoto.

Eravamo a un paio di passi uno dall’altro quando io dissi: “Buon compleanno, Signor Trump!”

Ti fermasti. Mi fissasti o, forse, mi trafiggesti con lo sguardo.

Dicesti: “Ma io conosco O.J.!”.

“Ehm, già, ah…Comunque, buon compleanno.”

Mi fulminasti con lo sguardo. Tuonasti: “Ma io conosco O.J.!”.

Mi superasti bruscamente.

Quella serata di Atlantic City avrebbe dovuto essere tutta per te, ma il Mostro Pallido di O.J. la sabotò!

E ora alcuni di noi hanno paura che la versione del 2025 di quel Mostro Pallido possa sabotare la parata del tuo compleanno.

Ci saranno telecamere. Cellulari che girano filmati. “Telecamere documentarie” ma forse nulla come l’appena defunto vincitore dell’Oscar il cui Le Chagrin e la Pitié rivelò il fatto che dei normali cittadini europei avessero finto di niente, avessero finito per accettare gli omicidi di massa nazisti.  

E certo, potrebbe esserci qualche isolato “oppositore” che protesta contro di te, come quel nuovo gruppo politico di base chiamato MARTY: Make America Remember True Yesterdays. 

Già, è possibile che una versione del 2025 del Mostro Pallido possa rubare la scena di tutti i notiziari dei vari canali televisivi – a eccezione di Fox – con un’esplosione cosmica nell’invasione militare dell’Ucraina da parte del tuo amico Putin che avevi promesso nel luglio scorso che si sarebbe conclusa entro “24 ore” dal tuo ingresso alla Casa Bianca.

Ma lasciamo perdere, Donny. Fa’ del 14 giugno la tua festa di compleanno!

E, d’accordo, la parata celebra pure il 250° compleanno dell’Esercito degli Stati Uniti, ma suvvia: sappiamo tutti ciò che sappiamo davvero. 

Questo evento è talmente grande da aver esiliato in Virginia una manifestazione annuale trentennale in onore dei veterani della guerra del Vietnam. La tua parata metterà in mostra 28 carri armati, veicoli non-ancora-corazzati-da-Tesla, 50 elicotteri, 34 cavalli, due muli e un cane. Bau!

Non preoccuparti: i 6.700 soldati che marceranno nella tua parata dal costo compreso tra 25 e 45 milioni di dollari non si lagneranno del fatto che hai tagliato il budget e le attività della Veterans Administration di circa il 50%. 

Saremo tutti consci di cosa succederà con la tua splendida, enorme parata. 

Perché, come dice il “Boss” Bruce Springsteen, molti di noi credono nella terra promessa.

E, come te e O.J., ti conosciamo, Donny. Vi conosciamo.

Native

Articoli correlati