Essere o apparire? Una mostra pittorica sulla "Vanità dell'assenza"
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Essere o apparire? Una mostra pittorica sulla "Vanità dell'assenza"

L'artista Dario Fiocchi Nicolai invita con le sue opere ad una riflessione su uno dei temi fondanti la contemporaneità

Essere o apparire? Una mostra pittorica sulla "Vanità dell'assenza"
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

14 Giugno 2025 - 17.22


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Si inaugura il prossimo 13 giugno a Roma, presso la galleria Kayros Contemporary Art, con sede in via Giulia 8, la mostra di pittura “La vanità dell’Assenza”, di Dario Fiocchi Nicolai, a cura di Matteo Maione. Si tratta di una exhibition pittorica davvero singolare, che invita a una profonda riflessione sulla vanità dell’apparire e sull’inconsistenza di tale manifestazione, che vive di contraddizione propria. Attraverso le opere dell’artista e la sapiente curatela di Maione, i visitatori saranno guidati in un percorso che esplora, in quindici dipinti, l’ossessione contemporanea per la presenza e l’immagine, interrogandosi sul significato di “esserci a tutti i costi”. Il titolo stesso suggerisce un paradosso, ponendo l’accento su un’assenza che, lungi dall’essere vuoto, rivela la futilità di una costante e non autentica apparizione; del resto, come scriveva Gustave Flaubert, “l’orgoglio è una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti; la vanità invece è un pappagallo che salta di ramo in ramo e chiacchiera in piena luce”.

Dario Fiocchi Nicolai trasforma così il proprio medium in uno strumento di indagine introspettiva e critica sociale, e le sue tele diventano specchi in cui la società può riconoscere le proprie dinamiche, spesso dettate da un’ansia di visibilità che rischia di offuscare l’autenticità, e dove l’artista indaga per primo se stesso. Si tratta – per usare le parole di Matteo Maione – di figure evanescenti, che sembrano vagare, attraverso impalpabili e sfuggenti corpi, alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i loro smaglianti ed acuminati denti, proprio per placare un’insaziabile e imprescindibile fame, che è però fame di presenza, che diventa appunto esistenza, sopravvivenza in un mondo nel quale si deve a tutti i costi apparire, ritrovarsi per poi riperdersi nuovamente.

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Una mostra, dunque, destinata a palati raffinati ma assertivi, tanto più che mentre, come sottolinea il curatore, in tempi remoti partecipare ad un vernissage significava essere dei privilegiati, dei veri prescelti, proprio perché solo in quell’occasione l’artista stendeva sul quadro la vernice finale trasparente, l’atramentum, affinché i dipinti mostrassero una maggiore lucentezza, prima dell’apertura ufficiale della mostra al pubblico, ora invece prendervi parte significa non essere più scelti ma appunto scegliere, anche attraverso il web, un evento artistico. Quello che prende le mosse venerdì prossimo si annuncia come emozionale, intimistico e legato ad un mondo visibile, ma al contempo impalpabile, destinato a raggiungere un risultato inatteso: permettere al visitatore di sentirsi parte, nello stesso momento, di un palcoscenico di attori e spettatori. “La vanità dell’Assenza” sarà ad ingresso libero e rimarrà aperta fino al 31 luglio, seguendo gli orari di apertura di Kayros Contemporary Art.

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