di Diego Perugini
Nella lunga estate calda musicale del 2025 ci saranno anche gli Sparks, per la prima volta nel nostro Paese. Per loro niente arene, ippodromi o stadi, ma le mura amiche di un teatro. Nello specifico gli Arcimboldi di Milano, l’8 luglio, unica data italiana. Del resto i fratelli Mael, Ron e Russell, californiani ultrasettantenni, rimangono il classico gruppo di culto, almeno dalle nostre parti.
La loro storia comincia agli inizi degli anni ‘70 e diventa subito memorabile grazie a un clamoroso album come “Kimono My House” (1974), bizzarro mix di stili e generi: rock, glam, cabaret, pop. Con la marcia in più della voce da controtenore di Russell e l’arguzia dei testi di Ron e la complessità dei suoi arrangiamenti.
Brano simbolo (e notevole successo all’epoca) è “This Town Ain’t Big Enough for Both of Us”, che non potrà mancare nella scaletta del live meneghino.
Ma nel corso del tempo fino a oggi gli Sparks hanno realizzato molti lavori interessanti, in disinvolto e geniale equilibrio fra stili e generi. Con un approccio artistico eclettico e fantasioso, capace di svolte stilistiche e sperimentazioni. Per esempio, spaziando dalla disco elettronica in collaborazione con Giorgio Moroder alle contaminazioni con synth-pop, opera, new wave e via dicendo. Anche per questo (e molto altro) sono stati punto di riferimento per artisti come Joy Division, Duran Duran, Depeche Mode, Bjork, Beck e Smiths, che hanno dichiarato apertamente il loro apprezzamento per la band americana.
Instancabili, i fratelli Mael dall’inizio del millennio hanno pubblicato otto nuovi album in studio, un’opera radiofonica (“The Seduction Of Ingmar Bergman”), un side-project (la collaborazione con i Franz Ferdinand, “FFS”), un disco dal vivo, un musical cinematografico (il pluripremiato “Annette” del 2021). In più hanno effettuato numerose tournée in tutto il mondo e sono stati protagonisti di “The Sparks Brothers”, acclamato documentario di Edgar Wright.
Poche settimane fa, inoltre, i due hanno pubblicato “Mad!”, il loro ventottesimo album di studio. Un brillante disco di estroso pop alla Sparks, con testi che raccontano con sprazzi satirici i costumi sociali dei nostri tempi.
La scaletta del concerto mescolerà abilmente passato e presente, alternando i loro classici a brani meno noti ma molto apprezzati dai fan.
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