Axel Munthe: il medico svedese che amava la vita, la bellezza e gli animali nella sua Capri dell’anima
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Axel Munthe: il medico svedese che amava la vita, la bellezza e gli animali nella sua Capri dell’anima

Ne La storia di San Michele, Axel Munthe racconta la sua vita tra medicina, umanità, animali e sogno, fino alla realizzazione della sua dimora ideale.

Axel Munthe: il medico svedese che amava la vita, la bellezza e gli animali nella sua Capri dell’anima
Axel Munthe
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13 Luglio 2025 - 12.58


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di Marianna Scibetta

Mi è stato donato questo libro dall’amica Francesca (Cucca) Matassi Manni Boccia mentre ero sua ospite a Capri, la libreria dove è stato acquistato si trova ad Anacapri, ci siamo passate davanti e lei generosa e incredibile è entrata, uscendone poco dopo con questo ulteriore dono.

Axel Munthe è stato oltre che l’autore del libro, un medico svedese nato nel 1857 e morto nel 1949, neurologo di formazione , ma a giudicare da questa meravigliosa autobiografia è stato un medico di tutte le branche della medicina, come poteva essere , per un medico di fine Ottocento che a soli 26 anni era già attivo nella sua professione e “ qual è il segreto di un medico di successo? Ispirare fiducia “.

Dalla Svezia in Europa, a Parigi e poi in Italia a Napoli durante il colera (1884) lascia i suoi pazienti affetti da isteria e la sua principale ricerca sull’ipnosi, per dedicarsi ad un’epidemia che mieteva vittime e aggiungeva miseria alla miseria, una scelta tanto pericolosa quanto folle, lasciare un manicomio per una realtà in cui il rischio di impazzire era alto quanto quello di ammalarsi di colera e morire. E poi ancora, nel 1908 trovarsi a Messina, successivamente al terremoto tra i  più devastanti della storia, a prestare soccorsi alla popolazione tra cumuli di macerie e di morti, bambini di tutte le età rimasti senza genitori tra la fame, la mancanza d’acqua , le epidemie e lo scempio di ogni tipo, sempre animato da quella umanità e quella empatia per la vita che lo rendevano carismatico e dotato di grande intuizione. Nonostante fosse poi diventato il medico dei reali di Svezia, per tutta la vita non negò mai il suo intervento a chi ne avesse espresso richiesta e spesso gli era capitato di assistere i più umili e poveri. Aveva vissuto periodi in cui era ricchissimo e periodi in cui non aveva un soldo nelle tasche , ma lui viveva la sua professione come se fosse un’arte e non come un commercio , sosteneva che i medici avrebbero dovuto essere liberi di richiedere ai loro malati ricchi, anche quello che avrebbero richiesto ai poveri senza farne nota , si chiedeva spesso quale fosse il giusto onorario per aver tolto la paura della morte dagli occhi di una madre. E si chiedeva perché lo Stato spendesse più soldi per insegnare l’arte di uccidere piuttosto che nell’insegnare l’arte di guarire.

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Il libro che mette a nudo esperienze professionali e esistenziali del giovane medico e dell’uomo maturo fa sì che  il lettore si trovi  continuamente di fronte a scene di verismo più crudo sia rispetto ai contesti di vita sopraffatti dalla malattia, dalle epidemie , dallo sciacallaggio e dalla morte con la descrizione realistica di certe sfaccettature più scabrose e orripilanti come la presenza di  cadaveri , mummie e delle pratiche di imbalsamazione.

Costantemente vicino ai pazienti bisognosi di cure , ma anche lucido e senza farsi mai sopraffare dal sentimento della pietà o dalle emozioni che avrebbero potuto mettere anche più a repentaglio la salute dei propri pazienti  , aveva dimestichezza con la vita e la morte e la morte soprattutto gli era chiara , sapeva già quando un uomo, una donna o un bambino fossero prossimi a spirare, in un’epoca in cui i medici erano dotati di poche strumentazioni e dovevano esercitare la loro capacità diagnostica basandosi davvero solo sull’esperienza e la scienza nuda e cruda, sulla loro perspicace intuizione.

Axel Munthe era davvero molto dotato in termini di intuizioni e questa dote ovviamente era riuscito ad affinarla sul campo, in ospedale o direttamente nei lazzaretti via via visitati e autonomamente ricercati nello slancio della sua omofilia e della sua profonda volontà e desiderio di conoscenza medica.

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Ma le pagine non mancano di prendere il lettore con la sua sagace ironia e conoscenza dei tipi umani , della descrizione di certa psicologia femminile, di donne isteriche che desideravano essere sue pazienti e in quanto isteriche erano disposte a lasciarsi cadere nel vuoto senza procurarsi troppo male o a perdere i sensi senza sbattere troppo forte la loro testa bacata. 

L’aspetto umano è quello che vibra maggiormente tra le pagine, risalta e tocca il lettore che rimane affascinato dalla narrazione anche quando si fa più cruenta e che fa meraviglia per la capacità di non eludere mai il sogno e la speranza anche tra le esperienze più aride . Axel Munthe è un uomo, un medico e un sognatore che riesce a realizzare la sua visione di persona che apprezza la bellezza, che predilige la musica , la natura, gli esseri viventi e che ama gli animali. Stregato dalla bellezza di Capri e dall’azzurro mare del Mediterraneo lo attraversa a bordo del suo piccolo cutter Lady Vittoria , portando con sé la sua scimmietta, una mangusta, i suoi cani . Dal periplo della magnifica isola e da un lontano soggiorno in gioventù sogna di acquistare la casa del San Michele ad Anacapri; un tempo piccola cappella che sorgeva in cima alla scala fenicia già nel medioevo. L’isola di Capri, luogo che lo stesso imperatore Tiberio aveva scelto per concludere la sua vita, costruendo una delle più sontuose villae imperiali romane , figura ritenuta negativa e segnata dai vizi per alcuni  cronisti antichi, mentre per altri ,  l’imperatore Tiberio è un principe intelligente e giusto e di questo giudizio si convinse  lo stesso Axel Munthe testimone degli odi tra capresi e anacapresi e delle tremende dicerie che possono scaturire dall’odio. Munthe  prova a sentirne la presenza attraversando i resti  di pavimento a mosaico ricalcando i passi dell’antico civilis princeps .

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Come il vecchio Tiberio , Munthe predilige la luce dell’isola, la natura , il canto degli uccelli e si adopera per salvare queste creature dalla crudele caccia che se ne fa in quegli anni nell’isola . Le bellezze naturali e gli esseri viventi sono le religioni e la filosofia di vita del medico svedese che ama l’arte , la storia romana antica  e la musica di Schubert e che instaura  sia con i contadini anacapresi, con gli abitanti analfabeti e superstiziosi , sia con i suoi domestici un rapporto splendido fatto di immediatezza e di intelligenza, vissuto in un ambiente in cui l’anima chiede più spazio del corpo.

Dalla prima all’ultima pagina il libro riserva sorprese e si intreccia alla storia della prima traduttrice della prima edizione in italiano, Patricia Volterra… una storia nella storia.

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