di Maria Antonietta Coccanari
Apre il Giffoni Film Festival. La regista Michela Andreazzi che è anche sceneggiatrice e attrice la scrive e si ritaglia un ruolo non secondario in quest’opera brillante fresca delicata e incisiva: quello della empatica psicologa di gruppo del centro “Genitori Unicorni” per famiglie di vario tipo con figli che non sentono una identità corrispondente al loro corpo e alla registrazione anagrafica alla nascita: i transgender.
Al centro della vicenda una famiglia allargata, “open”, dove le complicazioni sono varie ma non manca l’Amore: lui conduttore radiofonico (Edoardo Pesce) che ha una ex moglie (Donatella Finocchiaro) confidente piuttosto invadente (“io che per qualche strano motivo sono diventata tua madre”) e una figlia di primo letto con consuete problematiche adolescenziali, e ha una moglie attuale (Valentina Lodovini) con cui ha un figlio di nove anni battezzato Blu (Daniele Scardini), quello dai lunghissimi capelli, che non si sente maschietto, vuole vestirsi da femminuccia (“Io voglio essere Io”) e ha una collezione di abitini di tulle e paillettes e di Barbie e altri giochi consimili. Forse è solo tutta una esplorazione di passaggio, forse invece è una forte convinzione d’identità di genere. E innesca tra i genitori tutta una serie d’interrogativi e di divergenze sulla questione, che producono crescenti liti in giardino con l’esilarante protesta della inquilina del piano di sopra (solo voce) e li portano infine dalla psicologa, professione che peraltro in passato aveva esercitato anche la ex moglie e che risuona nelle divertenti sequenze finali.
A una recita scolastica sulle favole, “La favola a mollo”, i bambini possono scegliere il personaggio, e Blu vuole fare la Sirenetta, sua fiaba da sempre preferita, in competizione con una compagna obesa che poi è quella che lo sostiene per ragioni ovviamente affini e diverse, e con il raccapriccio della preside che sta per pensionarsi (Paola Tiziana Cruciani) tra burn out e tutto il corteo d’insofferenze e saggezze dell’età.
Contraltare gli amici di famiglia: il direttore della radio (Lino Musella) fascistello formale con una ex moglie cafona (Thony) da cui è ancora intrigato e con un figlio gradasso compagno di scuola di Blu, bulletto che poi si rivela ansioso e amico. Sono affidate alcune considerazioni sul tema anche alle due graziose partecipazioni di Danny Mendez (l’ex Miss Italia dominicana) e di Iago Garcia (il cattivo della telenovela “Il Segreto”).
C’è anche il tema della radio che passa di proprietà a una bigotta e ci sono i relativi problemi da affrontare tra spettro di licenziamenti e decisioni di acquiescenza mentre il sociologo della trasmissione continua a snocciolare con un’approssimazione impressionante una quantità di luoghi comuni sulle confusioni da cambiamento dei ruoli e modelli maschile/femminile, giustezza della famiglia tradizionale e salvaguardia dell’identità di genere che deve corrispondere al sesso biologico.
Il film invece non è banale. E offre, anche con appropriati commenti musicali di Andrea Guerra, e con una raggera di consulenze, le sfaccettature di questo argomento cogente, difficoltà del ruolo dei genitori oggi, e nel caso specifico di quelli di Blu, genitori preoccupati sospesi nella scelta di agevolare o proteggere il bambino intelligente e precocemente maturo diviso tra desiderio di autenticità e sentimenti di colpa verso mamma e papino ai quali capita anche la opportunità di rivedere le proprie storie della famiglia di origine e quella di una crescita personale.
Tutto con una leggerezza che non vuol dire superficialità, e con soluzioni miste ad aperture, con le biciclette/viaggio, e con un variopinto gentile finale nei titoli di coda vagamente emotivizzante.
Unicorni
Regia: Michela Andreozzi
Sceneggiatura: Michela Andreozzi
Interpreti principali: Edoardo Pesce, Valentina Lodovini, Donatella Finocchiaro, Daniele Scardina, Paola Tiziana Cruciani, Lino Musella, Thony, Danny Mendez, Iago Garcia
Distribuzione: Vision Distribution
Argomenti: Cinema