Il 2025 è l’Anno Europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale: con questa iniziativa il Consiglio d’Europa ha deciso di mettere al centro delle proprie politiche la consapevolezza, l’informazione e la cultura digitale, per “preparare i cittadini al mondo di oggi e di domani” (Consiglio d’Europa, European Year Of Digital Citizenship Education 2025).
Le premesse sono evidenti: la transizione digitale mette tutti di fronte ad un panorama di opportunità – di comunicare, di scoprire, di esprimersi, di partecipare alla vita sociale e politica – così come ad un vasto insieme di sfide e rischi, moltiplicati da nuove e dirompenti tecnologie connesse alla c.d. “intelligenza artificiale”.
L’educazione alla cittadinanza digitale pone degli obiettivi chiari quanto necessari: far crescere la consapevolezza digitale per vivere pienamente un mondo sempre più interconnesso, valorizzando le competenze relazionali e il loro sviluppo online, tenendo conto, anche, delle differenze di età (Consiglio d’Europa, European Year of Digital Citizenship Education 2025. A Comprehensive Guide).
Le iniziative previste nell’ambito dell’Anno Europeo includono campagne di sensibilizzazione, percorsi formativi, strumenti per le scuole e momenti di confronto internazionale.
L’obiettivo è promuovere un’alfabetizzazione digitale ampia, che non si limiti all’uso tecnico degli strumenti, ma coinvolga competenze critiche, etiche e relazionali.
È in questo quadro che si inserisce il progetto SAFELY – Social media Awareness For Education and Legal Youth (www.safely.unimore.it), promosso dal CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità dell’Università di Modena e Reggio Emilia (PI: Prof. Thomas Casadei, Ordinario di Filosofia del diritto e Direttore del CRID, presso il quale ha fondato l’Officina informatica “Diritto Etica Tecnologie”).
Finanziato nell’ambito dello Spoke 8 di Serics “Risk Management and Governance” coordinato dal Prof. Michele Colajanni, Professore ordinario di Ingegneria informatica all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna (Progetto EcoCyber: coordinatrice la Prof.ssa Raffaella Brighi) della Fondazione SERICS, il progetto ha dato vita ad un laboratorio multidisciplinare dedicato alla promozione di una cittadinanza digitale critica, consapevole e inclusiva, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni.
In un contesto in cui la trasformazione digitale pervade ogni ambito della vita quotidiana e professionale, l’educazione all’uso consapevole delle tecnologie digitali è diventata un’urgenza collettiva. L’accesso alla rete è oggi quasi universale, soprattutto tra i più giovani, ma ciò non implica necessariamente una reale comprensione dei rischi, delle implicazioni legali, delle dinamiche relazionali e dei meccanismi comunicativi che si possono sviluppare nello spazio digitale.
SAFELY, in questo senso, ha preso le mosse dall’assunto, tanto semplice quanto sovente trascurato, per cui non basta saper “usare” gli strumenti tecnologici per essere cittadini digitali consapevoli. Occorrono, invece, processi di alfabetizzazione e di specifica attenzione all’uso che riuniscano competenze tecniche, giuridiche, sociali e culturali, che consentano di “abitare” il cyberspazio in modo attivo, sicuro e responsabile.
Il progetto, iniziato a maggio 2025, si è sviluppato attorno a quattro aree tematiche principali, selezionate per la loro centralità nelle sfide contemporanee legate alla cittadinanza digitale:
i social media: sono spazi oggi onnipresenti nella vita dei più giovani, benché spesso usati senza una piena consapevolezza dei rischi, delle logiche algoritmiche, della gestione dei dati personali degli utenti, così come degli effetti potenzialmente dannosi dell’uso eccessivo;
le discriminazioni digitali, le forme di esclusione e le pratiche di violenza: si tratta di fenomeni che in rete possono essere amplificati, colpendo in particolare le persone in condizione di vulnerabilità;
i cybercrimes e i reati informatici: dai fenomeni di cyberbullismo al furto di identità, alla diffusione non consensuale di contenuti intimi, sono situazioni a cui gli utenti della rete sono esposti quotidianamente e che possono risultare particolarmente insidiosi per le persone di minore età;
la privacye la protezione dei dati personali: è questo un aspetto spesso sottovalutato dai giovani, che però ha implicazioni fondamentali per la tutela della propria identità, online e offline, e dei propri diritti.
Il filo conduttore del progetto SAFELY è la promozione della consapevolezza digitale, intesa come capacità critica di comprendere, valutare e bilanciare rischi e opportunità dell’ambiente online. La rete, infatti, rappresenta contemporaneamente una straordinaria risorsa per l’informazione, la formazione e la partecipazione, ma anche uno spazio in cui si annidano fenomeni pericolosi: cyberbullismo e discorsi d’odio, dipendenza digitale che può condurre a comportamenti di autoreclusione, sovraesposizione mediatica, fake news, così come temi più ampi, quali la violenza di genere e le problematiche connesse alla tutela della privacy.
L’approccio adottato è interdisciplinare e interattivo, l’analisi dei fenomeni digitali non può essere infatti confinata alle scienze informatiche, ma deve coinvolgere anche il diritto e le scienze sociali e, in particolare, strumenti messi a punto dalla riflessione informatico-giuridica .
Il lavoro di ricerca ha prodotto materiali che saranno utili all’educazione alla consapevolezza digitale dei giovani, così come della comunità educante tutta – sempre adottando un approccio multimediale.
Un primo, fondamentale, contributo del progetto è il portale SAFELY (safely.unimore.it), archivio digitale e spazio di formazione, che raccoglie tutti i materiali del progetto, offrendo risorse per studenti, docenti, educatori e famiglie. Tale portale costituisce un’occasione di aggiornamento continuo dei contenuti formativi e bibliografici, nonché delle buone pratiche in materia di educazione digitale.
Tra i risultati del progetto SAFELY figurano anche tre progetti editoriali.
Anzitutto una guida multimediale dal titolo Giovani in rete. Guida per un uso consapevole delle tecnologie (a cura di Thomas Casadei, Valeria Barone, Benedetta Rossi) edita da Giappichelli nella collana “Diritto e vulnerabilità – Studi e ricerche del CRID”.
Il volume, diviso in tre sezioni, offre un quadro di riferimento sulla cittadinanza digitale nel contesto istituzionale europeo e nazionale, un approfondimento sui comportamenti a rischio (cyberbullismo, revenge porn, autoreclusione, fake news, sharenting, dark web) e alcuni progetti e indicazioni per promuovere il benessere digitale a partire dai contesti scolastici e formativi.
Alla parte cartacea si affianca una piattaforma online con podcast e video che permettono un aggiornamento continuo, al passo con la repentina trasformazione digitale.
Un secondo volume, intitolato Minori Stranieri Non Accompagnati ed esercizio dei diritti. Sicurezza, consapevolezza, uso delle tecnologie, è pubblicato a cura di Barbara G. Bello e Thomas Casadei per l’editore Mucchi (nella collana “Prassi sociale e teoria giuridica”) e fornire una serie di approfondimenti sul rapporto tra tecnologie e loro uso da parte dei minori che si trovano in particolari condizioni di vulnerabilità, legate all’essere, appunto, di minore età, soli, di origine straniera.
Un terzo volume, intitolato Società digitale e mondi professionali: opportunità, rischi, nuove sfide, è curato per Bonomo dal Prof. Thomas Casadei e dall’Avv. Vittorio Colomba, con la collaborazione di Michele Balbinot e Alessia Frattini
L’opera raccoglie diversi contributi legati alla transizione informatica e al suo impatto sui mondi professionali: dalle professioni legali e quelle dell’istruzione, dal mondo dell’impresa (con riferimento alle condizioni di lavoratrici e lavoratori) alle professioni medico-sanitarie.
I risultati del progetto, a cominciare da questi esiti editoriali, si sono giovati del coinvolgimento diretto dei destinatari principali del progetto, ossia le nuove generazioni, Anche grazie al progetto “Swipe Like Love”, realizzato dal CRID in collaborazione con OGEPO – Osservatorio per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità dell’Università di Salerno, si sono potute approfondire organizzando numerosi incontri nelle scuole del territorio modenese e salernitano le rappresentazioni della violenza e delle relazioni di genere nei social media, con un focus specifico su TikTok.
Altri due contributi di SAFELY sono la costituzione di Osservatorio permanente che prosegua l’attività di ricerca e lo studio dei fenomeni digitali e della formazione in tal senso, mantenendo in dialogo ricercatori e ricercatrici di diverse discipline; e uno Sportello di dialogo aperto alla cittadinanza, che possa fornire strumenti utili ad affrontare situazioni problematiche e rischi connessi all’uso delle tecnologie e ai comportamenti negli ambienti digitali.
I risultati di SAFELY sono pensati per essere utili e durare nel tempo. Il portale, la guida, lo sportello e l’osservatorio, i materiali di documentazione rappresentano strumenti concreti per promuovere e consolidare una cultura della responsabilità digitale, fondata sulla collaborazione tra saperi e sull’alleanza tra scuola, mondi formativi e associativi, università, famiglie, istituzioni pubbliche. Se, infatti, l’obiettivo è creare un ambiente digitale sano, riproducendo una cultura della responsabilità digitale in cui gli utenti si sentano parte attiva, agenti di una comunità con diritti e doveri, ciò non è possibile se non di concerto con mondi disciplinari e anche professionali diversi. Solo così, l’educazione digitale può sostanziare pratiche di cittadinanza attiva e buone relazioni in ambito sociale, culturale, economico, istituzionale.