È in corso il “Magnifico non festival sulla soglia”: scopriamo cos’è
Top

È in corso il “Magnifico non festival sulla soglia”: scopriamo cos’è

Presso la libreria Vald’O, avamposto culturale nel cuore di San Quirico d’Orcia, nella valle del senese patrimonio Unesco. La democrazia senza partecipazione è una scatola vuota.

È in corso il “Magnifico non festival sulla soglia”: scopriamo cos’è
Preroll

redazione Modifica articolo

27 Luglio 2025 - 10.44 Culture


ATF

di Luisa Marini

Cos’è un “non festival”? Quello organizzato da Antonio Cipriani e Valentina Montisci a San Quirico d’Orcia, sulla soglia della loro vineria letteraria (ossia, mescita e libreria) sul corso del paese che si differenzia dalle occasioni di svago abituali dell’estate, in luoghi spesso in mano all’overtourism.

Il loro slogan è “teniamoci da conto”: in una società dove tutto ormai scorre troppo velocemente, anche in ambito culturale, dove proliferano festival che fanno a gara ad accaparrarsi gli artisti più conosciuti e gli spettatori sono consumatori quasi passivi, l’idea è quella di rimettere al centro le persone, le loro necessità, facendole parlare intorno a concetti e temi che riguardano la loro vita quotidiana, per riflettere e provare a essere attori proattivi del cambiamento sociale.

Detto così, pare un obiettivo ambizioso e anche un po’ presuntuoso, ma questo non festival ci prova e ci riesce. Perché la cultura è politica, nel senso originario e positivo che deriva dal greco pòlis: “il complesso delle attività che si riferiscono alla vita pubblica e agli affari pubblici di una determinata comunità di uomini”. Non, quindi, quello che è diventata oggi, con lo scontro tra ideologie e personaggi biechi che giocano alla guerra.

Leggi anche:  Al Faro: Napoli si illumina con musica, poesia e storie di migrazione

La presentazione di un libro, sia esso una scelta di testimonianze al femminile, un romanzo o una raccolta poetica, o un workshop per trasformare col vino le imperfezioni in bellezza, sono tutte opportunità di incontro e discussione per spingere a una riflessione comune e condivisa.

Bellezza, comunità, condivisione: sono queste alcune parole chiave di questo non festival.

L’ultima occasione ha riguardato una due giorni sul vivere i paesi, le aree interne, la cultura dell’abitare civile e l’attivismo, che ha connesso due posti vicini ma diversi, tra Toscana e Umbria, però connessi da una energia comune. Il primo incontro, sabato 19 luglio a Monteleone d’Orvieto, è stato “Un paese ci vuole – una giornata di riflessione e di festa”, presso Officina Imagination lab, seguito domenica 20 da “Teniamoci da conto – dialoghi su cultura dell’abitare civile e attivismo”, sulla soglia di Vald’O a San Quirico d’Orcia.

In tutto hanno preso la parola una trentina di persone: cittadini, docenti universitari, cooperatori, fotografi, attiviste, ricercatori, giornaliste, sindaci, artiste, agronomi, esperti di montagna, vignaiole.

Leggi anche:  "Verso Torino" per la sesta edizione di Job Film Days

Hanno dichiarato i due organizzatori di Vald’O che si è realizzata “una visione aperta e rispettosa, estremista, dialettica e corretta, sulla nostra società asfittica. Per dare voce, respiro e idee alla democrazia schiacciata da un capitalismo cognitivo e mediatico che volge drammaticamente verso un neofeudalesimo terribile”.

Che cosa è emerso? “Tanto, parlando di bene comune nelle comunità che devono vivere in territori fragili di diversi tipi. Quelli che rischiano lo spopolamento, la perdita di servizi, lo svuotamento culturale, le dimenticanze istituzionali. Quelli che vivono rischiando di subire la monocultura del turismo e il conseguente appiattimento culturale con relativo adeguamento alle modalità sociali che questa monocultura richiede”.

Si tratta solo di incontri di denuncia? “Se in altre occasioni il senso critico e la pars destruens erano stati prevalenti, legittimamente, in queste due occasioni è emersa la pars costruens: hanno preso la parola quelli che quotidianamente agiscono sui territori per costruire un sistema più equo, meno dominato dagli investitori eccessivamente ricchi e ricchissimi di pretese animate da una visione neofeudale. È stato bello sentire le proposte dei sindaci per i giovani, sul problema abitativo e lavorativo. Ascoltare le persone che hanno messo in moto modelli diversi di economia: attraverso cooperative di comunità, consorzi per mettere insieme piccoli produttori, associazioni che agiscono perché il lavoro sia ecosostenibile, perché i nostri figli abbiano futuro, perché i boschi non vengano abbattuti, perché la furia del profitto a tutti i costi non desertifichi questi territori bellissimi e magici”.

Leggi anche:  “Fate resistenza. Studiate. Rompete i coglioni”: una riflessione su Goffredo Fofi

Prossimo incontro da Vald’O domenica 3 agosto dalle ore 18: “La poesia non è fatta per glorificare il poeta, ma per celebrare la comunità”, con Ilaria Drago, Leda Erente, Massimiliano Bardotti e i ragazzi delle scuole che hanno vinto il premio di poesia “Il Vignolo”.

Native

Articoli correlati