Leica: la 35 mm che ha cambiato il mondo del fotogiornalismo
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Leica: la 35 mm che ha cambiato il mondo del fotogiornalismo

Un secolo di storia raccontato attraverso un obiettivo: dalle immagini simbolo del Novecento alle celebrazioni globali, tra mostre, documentari ed edizioni speciali.

Leica: la 35 mm che ha cambiato il mondo del fotogiornalismo
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28 Luglio 2025 - 19.36 Culture


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Cento anni di immagini che hanno fatto la storia, catturate attraverso l’obiettivo di una rivoluzionaria macchina fotografica: la Leica. Come scrive Luciano Fioramonti su Ansa, parliamo di foto che spaziano dal volto iconico di Che Guevara alla bambina vietnamita nuda in fuga dopo un bombardamento, dal miliziano spagnolo colpito a morte al celebre bacio a Times Square, passando per il pugno in primo piano di Cassius Clay, lo sbarco in Normandia dei soldati americani, la bandiera sovietica sul Reichstag, fino a James Dean sotto la pioggia a New York.

La Leica, il cui nome deriva da Leitz + Camera, è la prima fotocamera 35 mm prodotta in serie ed è stata presentata esattamente un secolo fa alla Fiera di Primavera di Lipsia. Dietro a quel progetto c’era l’ingegnere ottico Oskar Barnack, che la sviluppò nello stabilimento di Ernst Leitz a Wetzlar, a 60 chilometri da Francoforte. Proprio la cittadina tedesca ha celebrato il centenario con una settimana di eventi, tra cui la proiezione in anteprima del documentario “Leica, A Century of Vision” e un’asta record per una rarissima Leica serie 0 n. 112 del 1923, venduta per 7,2 milioni di euro. Inoltre in programma, tre mostre aperte fino a settembre. Sotto il motto “Cent’anni di Leica: testimone di un secolo”, le celebrazioni proseguono anche a Milano, New York, Shanghai, Dubai e Tokyo, con edizioni speciali come la Leica M11 100 Years of Leica ‘Wetzlar Germany, prodotta in soli 100 esemplari.

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“La Leica ha trasformato la fotografia in una forma di racconto visivo immediato e personale”, spiega Giovanni Fiorentino, professore di Sociologia dei processi culturali all’Università della Tuscia e presidente della SISF (Società Italiana per lo Studio della Fotografia). “È stata determinante nell’evoluzione dell’espressività fotografica del Novecento, con un impatto profondo sul fotogiornalismo e sulla fotografia di reportage”. Grazie alla sua compattezza e velocità, la Leica ha portato l’obiettivo al centro dell’azione. “Già negli anni ’30”, continua Fiorentino, “fotografi come Ilse Bing e André Kertész hanno dimostrato che la Leica poteva essere un prolungamento dello sguardo, ideale per raccontare la modernità urbana e per sperimentare”.

Ilse Bing fu una delle prime donne a impiegare la Leica in modo sistematico, tra fotografia d’arte, di moda e di strada. Il suo Autoritratto con Leica del 1931, in cui si ritrae con la macchina puntata allo specchio, rappresenta un gesto di consapevolezza professionale straordinario per l’epoca. Fiorentino ricorda anche figure come Alexander Rodchenko e Lucia Moholy, pionieri nell’uso della Leica per documentare l’arte e l’architettura. Ma sono Henri Cartier-Bresson e Robert Capa a diventare i modelli del fotografo con la Leica sempre al collo: padri del reportage moderno, fondatori della celebre agenzia Magnum. Anche in Italia la Leica è stata la compagna di viaggio dei fotoreporter. Fu adottata da Gianni Berengo Gardin e molti altri, che hanno raccontato le trasformazioni sociali del dopoguerra, trasformando la cronaca in memoria visiva.

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Le tre mostre visitabili fino al 21 settembre a Wetzlar includono:

  • The Pleasure of Seeing” all’Ernst Leitz Museum, dedicata a Joel Meyerowitz, pionere della fotografia a colori e cronista della società americana dagli anni Sessanta;
  • Augenzeuge” (Testimone oculare) alla Leica Galerie, mostra sul fotogiornalista Édouard Elias, testimone delle crisi umanitarie contemporanee;
  • These Are the Days“, raccolta intima di scatti del musicista e fotografo Jamie Cullum.
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