Locarno Film Festival, le parole del direttore Nazzaro
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Locarno Film Festival, le parole del direttore Nazzaro

In un'intervista all'ANSA, il direttore del festival si esprime su questioni legate al panorama cinematografico: "La questione del tax credit è questa: fare il cinema costa tanto."

Fonte: almanaccocinema.it
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6 Agosto 2025 - 20.11 Culture


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È il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A. Nazzaro, ad intervenire sul presente e sul futuro del cinema, principalmente sul tax credit e sui fondi dello Stato, in un’intervista all’ANSA.

All’ANSA dichiara: “La questione del tax credit è questa: fare il cinema costa tanto. Le democrazie possono produrre anche film brutti perché non sono imprese e devono far avanzare il bene collettivo. È vero però che si possono apportare dei correttivi al sistema, chiedendo una trasparenza sui conti, un diverso criterio di approccio ai finanziamenti, senza per questo mettere in discussione il meccanismo. Un Paese che produce film brutti è sano. I posti dove non avvengono queste cose sono o le autocrazie o i Paesi dove vige esclusivamente il mercato”.

E aggiunge: “Anch’io vorrei che con i soldi pubblici fossero prodotti solo film bellissimi, però purtroppo non è così e se non ci fosse il sistema di sostegno pubblico al cinema, al teatro, alla danza, il mercato opererebbe a monte una selezione molto severa” e, “se per i liberisti questo è salutare, è pure vero che lo Stato interviene permettendo l’accesso alla produzione di situazioni che altrimenti non avrebbero una possibilità, e penso che questo sia un valore delle democrazie”.

Come “quando la democrazia non funziona e andiamo a rivotare per far meglio la prossima volta, così anche con i film: è venuto male, vabbè, proveremo a fare di meglio”.

Si passa poi dalla situazione italiana a quella svizzera: “L’idea di fondo è stata quella di creare un programma che fosse in grado di riflettere le contraddizioni e i problemi di questi ultimi anni”, afferma, cioè che “la storia che pensavamo avesse smesso di accadere, o che accadesse solo agli altri, all’improvviso ha ripreso da accadere anche da noi”.

In merito alle pellicole, questa scelta ha significato “non prendere un film fatto solo di footage di guerra tratto dai vari canali social, ma raccontare Gaza attraverso ‘With Hasan in Gaza’ di Kamal Aljafari. E dare un premio a una società come Abbout che proviene dal Libano, guardare al cinema contemporaneo con occhi diversi e selezionare per il concorso internazionale ‘Le bambine’ di Valentina e Nicole Bertani. In generale, investire sul presente prendendo dei rischi”.

Nazzaro desidera che “tutti i film fossero percepiti come espressione di un pensiero, di un cinema al presente indicativo”.

“C’è una suggestione nel parlare di conflitti in un Paese come la Svizzera?” chiede l’ANSA. E Nazzaro risponde:“è una realtà molto complessa, stratificata, divisa in almeno quattro lingue. Fare questo tipo di lavoro in Svizzera risente di tensioni diverse che altrove”.

E le sorprese da questa edizione sono tante: “Mi ha sorpreso riuscire a convincere Abdellatif Kechiche a darci ‘Mektoub, My Love: Canto Due'”, dice, ma pure “il fatto che Radu Jude continui a voler venire a Locarno, o avere fuori concorso un documentario storico su William Burroughs, l’autore del ‘Pasto nudo’, che si pensava perduto ed è ricomparso miracolosamente. Il programma in qualche modo esprime un’idea di cinema molto aperta, avventurosa. A me interessa che Locarno riesca a toccare i nodi di quello che è ancora importante, utile o interessante fare con il cinema”.

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