di Roberto Taglieri
C’è un’America non esattamente rivestita di lustrini che non ha vergogna di mostrarsi. Sembra quasi che non attenda altro. La teatralità atavica del popolo a stelle e strisce sorprende ogni volta, quasi che quell’essere sopra le righe persino nei momenti più prosaici della quotidianità sia l’antidoto a una timidezza che l’orgoglio del popolo non può e non deve mettere a nudo.
Eppure, come emerge chiaramente dalla visione di Life beyond the Pine Curtain – L’America degli invisibili, le personalità individuali che compongono la coscienza nazionale prima o poi affiorano. Ricordo uno dei migliori dischi di Bob Dylan, non a caso cantore involontario ma sincero del suo popolo: Blood on the tracks, sangue tra i solchi, come a voler dichiarare apertamente la propria fragilità di uomo in balia di una tempesta emotiva irrefrenabile. In questo, che non è esattamente un film, ma che nemmeno può definirsi a cuor leggero un documentario, c’è tanta “verità nelle immagini”.
Nell’ambito delle Notti Veneziane, sezione della 22ª edizione delle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo, il nuovo film di Giovanni Troilo, regista e autore visivo da sempre attento a ciò che vive ai margini, sarà presentato in anteprima mondiale. Prodotto da Sky Italia, Sky TG24, Chiarafama, sarà distribuito a livello internazionale da Nexo Studios.
Al centro dell’appassionato racconto di Troilo – la cui telecamera non si limita mai a seguire i protagonisti delle sue storia, finendo per diventare personaggio attivo ed essenziale – c’è uno spicchio di America. Anzi, uno spicchio di Texas. Anzi, uno spicchio di quel Texas Orientale che ha dato i natali al grande narratore contemporaneo Joe R. Lansdale. La sua vasta opera ha fatto da scintilla creativa a un progetto a cui ha prestato la voce che anticipa ogni capitolo del film.
E il Texas Orientale è il protagonista trasversale delle quattro storie personali scelte da Troilo. È un territorio fosco e al tempo stesso solare, immerso nelle contraddizioni del Sud e proiettato verso un domani quanto mai incerto.
È l’America di Kord, un ragazzone cresciuto a latte e corn flake, che ha un ruolo da supervisore in uno dei numerosissimi pozzi petroliferi del Texas Orientale, un lavoro in cui ci si sporca, un ambiente malsano ma pure vero in cui sembra che la legalità si sia presa una vacanza, attorniato com’è da braccianti in larga parte latinoamericani che non si sa quanto abbiano diritto a soggiornare nel paese e che, più spesso che no, hanno storie fosche alle spalle.
E che dire di Lois, una “All American Girl” leggermente attempata, sull’ottantina, che ha la vitalità di una teenager e l’entusiasmo di una cheerleader – e probabilmente, ai tempi che furono, la è pure stata – e che, grazie a una inesauribile energia giovanile, rappresenta la coscienza storica della sua città e ne è tuttora il motore? Immaginatevela con un vestitino scollato a stelle e strisce e un trucco da vamp.
E poi c’è la famigliola cattolicissima di Tristan e Shannon e dei loro sei figli, un inno alla religiosità e alla gioia di vivere, con qualche ombra di fanatismo che vela l’occhio dell’osservatore più che la serenità della vita quotidiana, tra devozione, musica, lavoro agricolo e “home schooling”, l’istruzione scolastica impartita tra le mura di casa dai genitori stessi.
Per finire, il sorriso infettivo di Charlie “Snowballs” Walker, un venditore ambulante di dolciumi e di granite a cui sembra stare a cuore una cosa sola: accompagnare i genitori nella vecchiaia, rendere felici i bambini e soddisfatti gli adulti e mantenere vivo il ricordo delle consuetudini locali in un mondo che, malgrado sembri cristallizzato a metà degli anni Cinquanta, è in trasformazione persino tra le impenetrabili pinete del Texas Orientale.
Il film è stato girato nell’imminenza delle elezioni presidenziali del 2024, eppure sembra quasi che il tema della scelta del prossimo inquilino della Casa Bianca resti sepolto sotto le impellenze della quotidianità, che si ripropongono con la classica lentezza e ineluttabilità del Sud del mondo.
Regista e fotografo, forte di ricche esperienze tra televisione e cinema – con film come William Kentridge – Triumphs and Laments (Roma), Coeurope, Water Lilies by Monet e Frida. Viva la Vida, Vesuvio e Power of Rome – Giovanni Troilo è direttore artistico di PhEST – See Beyond the Sea, a Monopoli.
Life beyond the Pine Curtain – L’America degli invisibili, è frutto delle riflessioni sue, di Joe R. Lansdale e di Seba Pezzani che, insieme a Marcello Marcellini, ha pure firmato la colonna sonora ispirata alle sonorità classiche americane e ancor più all’immaginario culturale del Texas Orientale e del Sud degli Stati Uniti.
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