di Alessia de Antoniis
Nel Salento, tra le mete turistiche più ambite d’Italia, la stagione estiva si conclude con un evento di valore e notorietà nazionale: “La Notte della Taranta”, un mega concerto che fonde tradizione popolare e musica contemporanea in uno spettacolo di alta caratura. Con 120 mila presenze e la diretta Rai che raggiunge milioni di spettatori, l’evento si conferma appuntamento di riferimento del panorama culturale italiano.
L’edizione 2025 è stata attesa anche per il cambio al vertice: torna al comando Massimo Bray – direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani e già Ministro dei Beni e delle attività culturali – aumentando le aspettative per uno spettacolo di superiore qualità. Fiducie non disattese.
Bray presenta una squadra eccellente, con la consulenza artistica del musicologo Sandro Cappelletto: David Krakauer, clarinettista americano nel ruolo di maestro concertatore; lo scenografo Pietro Russo, nome di punta del design italiano; il coreografo Fredy Franzutti, specialista della danza popolare che più volte ha affrontato nella sua carriera internazionale.
Il concerto del 23 agosto alle 21.30, in diretta su Rai 3, apre in grande stile: l’orchestra e le voci spingono il corpo di ballo in una pizzica corale attorno alla tarantolata, tutto sotto un cielo di stelle disegnato da Russo. Krakauer è tutt’uno con il clarinetto che urla grida di dolore e rivolta. L’energia strabocca dal palco e inonda la folla in delirio.
Sul palco si alternano Giuliano Sangiorgi con due canzoni antiche delle sue radici, Ermal Meta che canta con trasporto “Lule Lule” arbëreshë, Serena Brancale che si fa notare per look e temperamento. Anna Castiglia e Tara sono giovani promesse, mentre Settembre appare decontestualizzato. Due ospiti locali, Antonio Castrignanò e il Canzoniere Grecanico Salentino, infervorano la folla insieme alla rapper Sarah MK.
Efficaci le voci tradizionali: Consuelo Alfieri, Antonio Amato, Alessandra Caiulo, Salvatore Galeanda, Ninfa Giannuzzi, Stefania Morciano, Dario Muci, Giancarlo Paglialunga, Enza Pagliara.
Il corpo di ballo diretto da Franzutti è eccellente, padroneggiando con uguale maestria il linguaggio contemporaneo e le danze popolari senza mai scadere in folklorismi o volgarità. Si notano i validi solisti che il coreografo porta nel cast, costruendo un ensemble che sa interpretare la tradizione con rigore e freschezza. I costumi splendidi, che evocano una terra d’Otranto di fantasia ottocentesca, dialogano con le coreografie creando un’operazione di natura teatrale che trasforma il concerto in una grande opera popolare visionaria.
Franzutti riesce a conservare l’autenticità della tradizione eliminando ogni oleografia da cartolina, condizione frequente quando interpreti coreutici sono solo espressione popolare senza formazione scenica. Il tutto raggiunge un livello internazionale, trasformando quello che potrebbe essere un evento di nicchia in un esempio di come la tradizione possa contaminarsi mantenendo la propria identità.