Fenice di Venezia: l'orchestra proclama uno sciopero contro la nomina di Beatrice Venezi, amica di Meloni
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Fenice di Venezia: l'orchestra proclama uno sciopero contro la nomina di Beatrice Venezi, amica di Meloni

I lavoratori si aspettano l’adesione non solo del pubblico abituale della Fenice, ma anche di musicisti e colleghi delle principali istituzioni culturali e orchestre italiane

Fenice di Venezia: l'orchestra proclama uno sciopero contro la nomina di Beatrice Venezi, amica di Meloni
Beatrice Venezi
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8 Ottobre 2025 - 20.26


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I lavoratori del Teatro La Fenice di Venezia hanno proclamato uno sciopero per venerdì 17 ottobre, in occasione della Prima di Wozzeck, l’evento di punta della stagione. La protesta nasce dalla nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale, una decisione che molti nel Teatro giudicano frutto di una logica di raccomandazioni politiche più che di merito. Venezi, figura vicina al governo e spesso difesa pubblicamente da Giorgia Meloni, viene contestata perché secondo i professori non possiede i requisiti artistici e il prestigio internazionale richiesti per un incarico di tale rilievo.

I lavoratori si aspettano l’adesione non solo del pubblico abituale della Fenice, ma anche di musicisti e colleghi delle principali istituzioni culturali e orchestre italiane, che nelle ultime settimane hanno espresso solidarietà all’orchestra veneziana.

La Rsu Teatro La Fenice ha “ribadito la richiesta di revocare la nomina del maestro Venezi a direttore musicale, come deliberato dall’ultima assemblea generale” durante l’incontro con i vertici del Teatro, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro. Lo stato di agitazione era stato proclamato il 27 settembre. “Il sindaco ha proposto di avviare un percorso conoscitivo con il nuovo direttore designato, confermandone tuttavia la nomina. La Rsu e le Ooss hanno dichiarato la propria disponibilità a intraprendere tale percorso solo a seguito della revoca preventiva della nomina del direttore musicale” spiega la Rsu in una nota.

Il sovrintendente Nicola Colabianchi ha replicato: “Lo sciopero è un diritto fondamentale della Costituzione. Ritengo non sia la forma di protesta più utile ai fini di quello che possono essere gli scopi dei lavoratori del Teatro perché nuoce all’utenza, al pubblico. A me dispiace, perderemo delle risorse e non ne capisco lo scopo al cento per cento”. E ha aggiunto: “Mi auguro che ci sia la possibilità di continuare il dialogo”.

Ma la posizione dei lavoratori resta ferma. La Fenice, tempio della musica e simbolo della cultura italiana, rifiuta di piegarsi alle logiche di cooptazione politica e alle nomine imposte dall’alto. Lo sciopero del 17 ottobre sarà anche un segnale forte contro l’uso del potere politico per premiare fedeltà e vicinanze ideologiche, a scapito della qualità e dell’autonomia delle istituzioni culturali.

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