di Lorenzo Lazzeri
Svezia, 9 ottobre 2025. Il Premio Nobel per la Letteratura 2025 va a László Krasznahorkai, autore ungherese nato nel 1954, una delle voci più radicali della narrativa europea contemporanea. L’Accademia di Svezia lo premia per la sua opera “avvincente e visionaria che, in mezzo al terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”.
La motivazione lo colloca nel solco della grande tradizione mitteleuropea che va da Kafka a Thomas Bernhard, caratterizzata dall’assurdo, dal grottesco e da una visione cupa dell’esistenza. Ma Krasznahorkai non esprime solo questo: i suoi viaggi in Cina e Giappone hanno introdotto nella sua scrittura un tono contemplativo e riflessivo, che unisce al suo stile, meditazione e sensibilità estetica orientale.
Debuttò nel 1985 con Sátántangó, romanzo che divenne anche un film-culto diretto da Béla Tarr. A quel libro seguirono altre opere di spicco come La melanconia della resistenza (1989), trasformata in Werckmeister Harmonies, e War & War (1999), un’opera ossessiva e allucinata. Con Seiobo there below (2008) e Baron Wenckheim’s Homecoming (2016), Krasznahorkai ha successivamente esplorato la bellezza, l’arte e la rovina del mondo moderno, guadagnandosi il Booker International Prize nel 2015.
Le sue opere, spesso costruite su periodi interminabili e ritmati come flussi di coscienza, richiedono al lettore un impegno raro. L’effetto è ipnotico e sono capaci di trascinare in un universo in cui la catastrofe è imminente, ma dove, paradossalmente, resiste sempre uno spiraglio di bellezza.
Con l’assegnazione del Nobel 2025 a László Krasznahorkai, la Svezia conferma una tendenza a premiare autori che non raccontano semplici storie, ma sono capaci di andare oltre, trasformando la letteratura in un laboratorio di pensiero e visione. In un’epoca segnata da crisi globali e incertezze come quelle che viviamo in questi giorni, l’opera di Krasznahorkai ci ricorda che l’arte, pur attraversando l’abisso, conserva la forza di dare forma, di generare resistenza e di offrire al lettore un varco verso la comprensione, un baluardo di senso contro il disordine del mondo.