YouTube ridisegna la distribuzione audiovisiva globale

Un miliardo di ore guardate al giorno, lip-sync AI in 20 lingue e nuovi modelli di windowing: la piattaforma Google diventa infrastruttura globale per creator e studios

Al MIA di Roma il futuro della distribuzione passa da YouTube: il caso Minerva Pictures - di Alessia de Antoniis
Al MIA di Roma il futuro della distribuzione passa da YouTube: il caso Minerva Pictures
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Alessia de Antoniis Modifica articolo

9 Ottobre 2025 - 13.07


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di Alessia de Antoniis

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A vent’anni dal primo video, Me at the Zoo, YouTube è diventato il più grande archivio audiovisivo della storia. Un miliardo di ore di contenuti guardati ogni giorno. Cento miliardi di dollari distribuiti ai creator negli ultimi quattro anni. Una quota crescente di visualizzazioni che si sposta dal telefono al salotto, dove la piattaforma domina ormai anche sugli schermi televisivi connessi.

Al MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo di Romail panel YouTube: The New Global Distribution Window for Film & TV Series ha raccontato questa metamorfosi.
Sul palco Andrea David Rizzi e Luca Forlin di YouTube, insieme a Gianluca Curti, CEO di Minerva Pictures, hanno discusso di come la piattaforma di Google stia ridisegnando la catena del valore dell’audiovisivo — dall’invenzione dei modelli di business alla nascita di un nuovo linguaggio produttivo.

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Una missione che non invecchia

«Dare voce a tutti e mostrare il mondo»: la missione di YouTube non è cambiata. Ma la scala sì.

«Connected TV è la superficie in più rapida crescita», spiega Forlin. «Il long-form, contenuti da venti minuti o più, è oggi la forma più efficace. Non è più solo mobile first, ma living room first».

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La piattaforma non è più un deposito di clip, ma un’infrastruttura di distribuzione globale, capace di moltiplicare la visibilità di un contenuto 4, 5, 10 volte rispetto alla televisione lineare.
L’esempio più citato: la replica di Squid Game firmata da MrBeast, capace di raggiungere 400 milioni di visualizzazioni in poche settimane, lo stesso numero che Netflix aveva impiegato sei mesi per ottenere.

Dalla finestra al motore di scoperta

YouTube non è solo un canale, ma un flywheel, un motore di scoperta che alimenta tutte le altre finestre: cinema, TV, piattaforme streaming.

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Dai trailer al primo episodio gratuito, fino agli extra e alle interviste, la piattaforma costruisce fandom, super fan e valore per la proprietà intellettuale.
«Gli spettatori non si spostano, si moltiplicano», spiega Forlin. È un modello di complementarità, non di cannibalizzazione: YouTube rafforza i brand audiovisivi, anziché eroderli.

Il cuore del sistema è il dato. YouTube fornisce ai partner metriche su pubblico, geografie, superfici di visione, tempi di picco. È la base su cui costruire la nuova strategia di windowing: sapere dove e quando pubblicare per massimizzare la resa.


«Non c’è più una sequenza rigida tra sala, streaming e free TV», osserva Rizzi. «L’ordine si è ribaltato. Il ciclo di vita del contenuto è circolare, e YouTube ne è il centro propulsore».

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Monetizzare la visione

La forza di YouTube è la flessibilità economica. Il modello principale resta l’AVOD (advertising video on demand), ma accanto a questo convivono formule a pagamento (TVOD e SVOD, già attive in USA, UK, Francia e Germania e in arrivo in Italia), vendite dirette di inventory pubblicitaria per i grandi partner, e contributi diretti dagli utenti. in un caso, un live stream ha generato 150.000 euro di donazioni.
In altre parole, YouTube è oggi una piattaforma ibrida: gratuita, premium e partecipativa allo stesso tempo.

Ma l’innovazione più potente è l’intelligenza artificiale. Oltre a strumenti predittivi come l’“Inspiration Tab”, che suggerisce ai creator i contenuti più affini al loro pubblico, la novità di punta è il Lip Sync AI, un sistema di traduzione automatica che sincronizza i movimenti labiali e mantiene timbro e tono originali. Un doppiaggio algoritmico, naturale, in venti lingue. «È una rivoluzione per la distribuzione internazionale», commenta Forlin. «Apre mercati finora irraggiungibili e abbatte le barriere linguistiche senza passare da uno studio di registrazione».

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Minerva Pictures: l’Italia come caso di studio

Nel 2025 il caso Minerva è considerato un modello. «Solo il 10-12% del nostro catalogo trovava spazio nei media tradizionali», racconta Gianluca Curti. «Con YouTube abbiamo potuto diventare editori di noi stessi».

Minerva Pictures gestisce oggi oltre 140 canali, con l’obiettivo di arrivare a 200 nel 2026.
La strategia è duplice: valorizzare il back catalog e finanziare produzioni a basso costo. Film di genere, azione, arti marziali, horror, spaghetti western, realizzati con budget minimi ma ad alta capacità di monetizzazione grazie alla precisione dei dati YouTube.
In alcune condizioni, il break-even è raggiunto interamente dentro l’universo YouTube, senza passare per le sale o le piattaforme VOD.

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La localizzazione è la chiave: Minerva investe in doppiaggi e sottotitoli per 15 lingue, adattando ogni titolo al pubblico giusto. «Ci sono film fortissimi in Indonesia e altri irresistibili in Brasile», spiega Curti. «La differenza è sapere dove spingere. È il vantaggio di chi ha i dati».

Il rapporto con YouTube, dice, «è stato più efficace di qualunque collaborazione con le OTT o le TV tradizionali». Una partnership definita “reciproca, generosa e costante”: «Loro ci danno strumenti, noi diamo contenuti. È una crescita condivisa».

Dallo schermo allo schermo

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YouTube è anche il nuovo bacino di talenti. In Francia, MK2 ha lanciato l’etichetta YouTube Cinema Club, portando sul grande schermo i contenuti dei creator più seguiti: il caso Kaizen, un film sul viaggio di un youtuber verso l’Everest, ha superato ogni aspettativa al botteghino. «È un segnale preciso», riflette Curti. «La nuova generazione di autori nasce in rete».

In Brasile, il progetto KZTV, che ha acquistato i diritti dei Mondiali e delle Olimpiadi, ha cambiato la narrazione sportiva: ritmo, tono, linguaggio. E ha conquistato un pubblico del tutto complementare rispetto ai giganti come Globo, smentendo anche un vecchio mito: quello della scarsa soglia d’attenzione. I giovani sono i maggiori consumatori di podcast di tre ore su YouTube: non vogliono contenuti brevi, vogliono voci che parlino la loro lingua.

Un ecosistema vivo

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In chiusura, Forlin ha riassunto il senso di questa evoluzione con una formula semplice:
«Il successo dei nostri partner è il nostro successo».

Dietro la battuta pubblicitaria si nasconde la verità di un modello industriale nuovo, dove la distribuzione è diventata un processo creativo e la creatività una leva di business.
YouTube non è più solo il luogo dove i contenuti si guardano: è dove nascono, si moltiplicano e si reinventano.

In un mercato sempre più frammentato, l’ecosistema più fluido del pianeta continua a crescere, ricordando a tutti che il cinema, oggi come ieri, resta un atto collettivo. Solo che il collettivo, adesso, è globale.

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