Eugenio Barba apre “I Volti dell’Arte Performativa”

Dal 21 ottobre al 22 dicembre, dodici compagnie internazionali trasformano i quartieri periferici di Roma in un laboratorio teatrale vivente

Eugenio Barba e l’Odin Teatret aprono “I Volti dell’Arte Performativa” - di Alessia de Antoniis
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11 Ottobre 2025 - 22.31


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di Alessia de Antoniis

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Roma si prepara ad accogliere uno degli eventi teatrali più significativi dell’anno giubilare. “I Volti dell’Arte Performativa. Spiritualità, Sperimentazione, Spettacoli e Dialoghi Interculturali” è un progetto ambizioso che porta il teatro d’avanguardia e le arti performative nei quartieri periferici, restituendo centralità ai margini urbani in un momento storico in cui Roma diventa crocevia di culture e spiritualità.

Presentato dalla compagnia La Capriola-Abraxa Teatro, con la direzione artistica di Emilio Genazzini, il festival è promosso da Roma Capitale e vincitore dell’Avviso Pubblico Artes et Iubilaeum 2025, finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU nell’ambito del PNRR.

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Il Maestro Barba e la prima romana de “Le Nuvole di Amleto”

Cuore pulsante della manifestazione è la presenza di Eugenio Barba, uno degli ultimi grandi maestri viventi del teatro contemporaneo. Il regista dell’Odin Teatret, che ha rivoluzionato il teatro del Novecento, presenta per la prima volta a Roma “Le Nuvole di Amleto”, uno spettacolo corale dedicato a Hamnet, l’unico figlio maschio di William Shakespeare morto a undici anni nel 1596, e ai giovani senza futuro.

Dal 22 al 26 ottobre allo Spazio Rossellini, il pubblico romano potrà assistere a questa riflessione potente sul rapporto tra padri e figli, sull’eredità che trasmettiamo alle nuove generazioni. Una domanda che risuona con particolare urgenza nell’epoca contemporanea: quale eredità abbiamo ricevuto dai nostri padri che trasmetteremo ai nostri figli?

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Barba e Julia Varley, attrice storica dell’Odin Teatret e cofondatrice della Fondazione Barba Varley, terranno anche due conferenze cruciali: “Il Teatro fuori dal Teatro” il 25 ottobre, dedicata alle strategie per moltiplicare le risorse intellettuali degli operatori artistici, e “Teatro: Donne in periferia. La Bellezza come Arma” il 26 ottobre, sul ruolo della donna nell’elaborazione delle attività artistiche.

Un teatro policentrico per una città inclusiva

Il progetto si articola in sette location periferiche: Cesano, Spazio Rossellini, le biblioteche Colli Portuensi, Laurentina, Arcipelago, Galline Bianche e Isola Farnese. Una scelta non casuale ma programmatica, che risponde alla necessità di decentrare l’offerta culturale e costruire una città davvero policentrica.

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Dodici compagnie di teatro, musica e danza si alterneranno in un programma ricchissimo che spazia dalla Commedia dell’Arte agli spettacoli interculturali, dalla sperimentazione performativa alle letture teatralizzate. Tra gli appuntamenti più significativi: i concerti di tamburi giapponesi del gruppo Kigaidaiko, le danze indiane del Teatro Tascabile di Bergamo, le maschere balinesi di The Pirate Ship con il patrocinio dell’Ambasciata indonesiana.

La spiritualità, l’inclusione, la sperimentazione

A novembre, le biblioteche romane diventeranno luoghi di riflessione con le letture teatralizzate di Francesca Tranfo di Abraxa Teatro, che proporrà testi sulla non violenza, la pace e l’inclusione sociale, da Richard Bach a Thich Nhat Hanh, da Gianni Rodari ad Achille Campanile.

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Dicembre sarà dedicato a tre domeniche tematiche allo Spazio Rossellini: i Volti della Commedia dell’Arte con storie di pellegrini e inclusione sociale; i Volti del Dialogo Interculturale con spettacoli, cerimonie e concerti che intrecciano tradizioni giapponesi, indiane e indonesiane; i Volti della Sperimentazione Performativa con proposte d’avanguardia che interrogano il ruolo del teatro nella società contemporanea.

Un teatro senza nome per chi non ha voce

Il festival ruota intorno ai valori della Fondazione Barba Varley, che si rivolge alla cultura sommersa dei “senza nome” del teatro. Il suo scopo è appoggiare focolai di azione di soggetti svantaggiati per genere, etnia, geografia, età, modo di pensare e agire dentro e fuori del teatro. Un impegno verso l’inclusione sociale e il riequilibrio territoriale che trova nella periferia romana il suo laboratorio ideale.

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L’Università Roma Tre ha manifestato forte interesse per il progetto e sta varando un programma di attività per seguire le proposte artistiche. Un riconoscimento importante che conferma il valore culturale e formativo dell’iniziativa.

Il festival si inaugura il 21 ottobre con lo spettacolo di strada “Ouroboros” del Teatro Ebasko nel borgo antico di Cesano, e si chiude il 22 dicembre con “La carovana degli artisti” di Teatro Immagini a piazza della Colonnetta di Isola Farnese.

L’ingresso a tutti gli eventi è libero. Un’occasione unica per assistere a spettacoli di altissimo livello senza barriere economiche, in perfetta sintonia con lo spirito giubilare di apertura e accoglienza.

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Per informazioni: abraxateatro@abraxa.it

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