Alla Festa di Roma l’arte si racconta tra biografie, falsi, viaggi e visioni
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Alla Festa di Roma l’arte si racconta tra biografie, falsi, viaggi e visioni

La 20ª Festa del Cinema di Roma intreccia film e documentari su pittori, fotografi, architetti, falsari e performer contemporanei, dal barocco al concettuale. Un percorso tra vita, arte e memoria che attraversa epoche, città e sguardi diversi.

Alla Festa di Roma l’arte si racconta tra biografie, falsi, viaggi e visioni
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16 Ottobre 2025 - 12.47 Culture


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Assonanze e contrasti attraversano la 20ª Festa del Cinema di Roma, che quest’anno intreccia pittura barocca, fotografia contemporanea, architettura, docufilm e biopic, fino a toccare anche chi dell’arte ha fatto un inganno. Dal manifesto, realizzato con uno scatto di Franco Pinna – fotografo celebrato nel centenario della nascita con tre mostre -prende forma un programma che mescola stili, epoche e sguardi. Come riporta la giornalista Francesca Pierloni, tra le opere più attese c’è “Il Falsario” di Stefano Lodovichi in cui Pietro Castellitto interpreta una figura ispirata ad Antonio “Toni” Chichiarelli, uno dei più noti falsari italiani, legato a vicende oscure che sfiorano la Banda della Magliana, i servizi segreti, Cosa Nostra e persino il sequestro Moro, di cui scrisse un falso comunicato delle Brigate Rosse.

L’arte filtrata dalla biografia ritorna anche in “Peter Hujar’s Day” di Ira Sachs: Ben Whishaw veste i panni del fotografo newyorkese, icona sensibile della scena artistica tra anni ’70 e ’80. Il film, con Rebecca Hall, è ambientato in un solo appartamento di Manhattan nel 1974.

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Sempre sul filo dell’incontro umano e creativo si muove “Moss & Freud” di James Lucas: Ellie Bamber e Derek Jacobi raccontano il legame tra la top model Kate Moss e il pittore realista Lucian Freud, nato dal desiderio della modella di essere ritratta da lui.

Il documentario “Catartis – Conservare il Futuro”, di Ferdinando Vicentini Orgnani, è un viaggio immersivo nell’arte contemporanea: backstage, atelier, frammenti di creazione e testimonianze compongono una galleria viva popolata da Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Carla Accardi, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, Jimmie Durham, Emilia Kabakov, Julio Le Parc, Lawrence Ferlinghetti, Renato Mambor, Donatella Spaziani, HH Lim, Ileana Florescu, Luca Patella e molti altri.

Con “Il Mistero Velazquez” di Stéphane Sorlat, la voce di Vincent Lindon guida lo spettatore nella vita del maestro spagnolo (1599-1660). Un artista esaltato da Salvador Dalí, che lo definiva uno dei soli due geni della pittura – lui stesso e Velázquez – accomunati persino dai baffi.

L’architettura invece prende forma in “Stardust: A Story Of Love And Architecture”, dove Jim Venturi racconta in prima persona Denise Scott Brown e Robert Venturi. Girato come un road movie insieme ad Anita Naughton, il film segue la coppia tra le città simbolo del loro lavoro e della loro unione: Las Vegas, Roma, Philadelphia, Londra, Parigi, Venezia.

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In “Looking for Nivola” di Peter Marcias riaffiora la storia di Costantino Nivola. Dopo il diploma a Monza nel 1936 e la fuga dall’Italia nel 1938 per le persecuzioni razziali, l’artista trova negli Stati Uniti un terreno fertile. Tra Le Corbusier e Saul Steinberg, sviluppa uno stile modernissimo e insieme arcaico, senza perdere il legame profondo con le radici sarde.

Chiude il percorso “Oltre il Confine: Le Immagini di Mimmo e Francesco Jodice” di Matteo Parisini, doppio ritratto costruito come un dialogo tra padre e figlio. A partire da fotografie di famiglia, emergono interviste, archivi e percorsi artistici specchiati: da Mimmo, che documentò il colera a Napoli nel 1973 e il terremoto in Irpinia nel 1980, a Francesco, che attraversa il Giappone degli hikikomori e il Far West contemporaneo.

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