"Connessioni Culturali": un viaggio senza tempo tra arte contemporanea e archeologia a Lanuvio
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"Connessioni Culturali": un viaggio senza tempo tra arte contemporanea e archeologia a Lanuvio

La mostra “Connessioni culturali. L’archeologia musa ispiratrice di Fernando Mangone” non è semplicemente una collezione di opere, ma un viaggio evocativo che intreccia con finezza la storia antica dei Castelli Romani con il linguaggio dell’arte contemporanea.

"Connessioni Culturali": un viaggio senza tempo tra arte contemporanea e archeologia a Lanuvio
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Maria Calabretta Modifica articolo

16 Ottobre 2025 - 17.07


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La mostra “Connessioni culturali. L’archeologia musa ispiratrice di Fernando Mangone” non è semplicemente una collezione di opere, ma un viaggio evocativo che intreccia con finezza la storia antica dei Castelli Romani con il linguaggio dell’arte contemporanea. Lanuvio, con il suo ricco patrimonio archeologico e la sua atmosfera sospesa nel tempo, diventa il palcoscenico perfetto per questa riflessione visiva. Il Museo Diffuso si trasforma in un luogo vivo, dove passato e presente dialogano in maniera emozionante e concreta.

Mangone non si limita a reinterpretare i simboli del mondo antico: li trasfigura, li reinventa. Ogni pennellata richiama il passato ma vibra nel presente, trasformando frammenti storici in narrazioni contemporanee. La figura di Giunone Sospita, legata alla fertilità e alla protezione, emerge dalle tele non come semplice icona del passato, ma come una presenza viva, capace di parlare ancora oggi, portando con sé significati che attraversano il tempo.

La pittura di Mangone è un ponte tra epoche, ma anche tra sensibilità. Il suo stile mescola l’intensità dei Fauves, la crudezza espressiva dell’Espressionismo e la forza visiva della Street Art. Reperti come vasi votivi e terrecotte, testimoni di culti antichi, assumono una nuova dimensione attraverso la sua pittura vibrante. Non si tratta di reinterpretazioni didascaliche, ma di vere e proprie reinvenzioni visive, capaci di restituire dignità simbolica a oggetti che, nel tempo, sembravano aver perso la loro voce.

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In questo percorso, l’allestimento gioca un ruolo essenziale. Il Museo Diffuso di Lanuvio, con i suoi spazi distribuiti nel tessuto urbano, diventa una cornice ideale. Diretto con competenza e passione da Luca Attenni – archeologo, studioso nonché professore universitario – il Museo Diffuso rappresenta oggi un punto di riferimento per la valorizzazione culturale del territorio. Attenni, autore di monografie e saggi sull’antica Lanuvium, sulle mura poligonali, sulla pittura parietale romana e sui viaggiatori del Grand Tour, ha contribuito in modo decisivo a trasformare il Museo in uno spazio di confronto attivo tra archeologia e linguaggi contemporanei.

Le opere di Mangone, inserite all’interno di luoghi simbolici come l’anfiteatro romano, trovano un’eco potente nelle pietre antiche che le circondano. Le mura, testimoni silenziose di secoli di storia, sembrano animarsi sotto il gesto pittorico dell’artista, amplificando la forza del messaggio. Le opere non si limitano a essere esposte: entrano in relazione con lo spazio, in una simbiosi che rende la visita un’esperienza immersiva, emotiva e intellettuale.

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Il progetto si inserisce in una più ampia visione di rigenerazione culturale sostenuta dal Comune di Lanuvio. Il coinvolgimento del Sindaco Andrea Volpi e del Presidente del Consiglio Delegato alla Cultura, Alessandro De Santis, conferma la volontà di fare della città un laboratorio di innovazione culturale. Grazie a iniziative come questa, Lanuvio si afferma sempre più come luogo di “contaminazione” creativa, dove il dialogo tra passato e presente genera nuove prospettive.

Come sottolineato da Luca Attenni ogni opera rappresenta un punto di partenza per un dialogo che travalica tempo e spazio. La storia non è solo un archivio da consultare, ma un patrimonio vivo, che si rinnova attraverso lo sguardo dell’arte.

“Connessioni culturali” è quindi molto più di una mostra: è un invito a ripensare la memoria, a guardare le radici con occhi nuovi, ad accogliere il passato non come qualcosa di distante, ma come una parte profonda del nostro presente. L’arte di Mangone ci ricorda che la cultura è un organismo in continua evoluzione, capace di restare fedele a se stessa pur aprendosi al cambiamento. In un tempo che sembra spesso privo di profondità, questa mostra offre l’occasione preziosa di ritrovare connessioni vere, durature, significative.

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