France Odeon 2025: quarant’anni di cinema francese a Firenze
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France Odeon 2025: quarant’anni di cinema francese a Firenze

Fino al 2 novembre, la 17ª edizione del festival diretto da Ranieri Martinotti celebra il legame tra Italia e Francia con Hazanavicius, Carrère, Assayas, Laure Calamy. Un programma che riflette su memoria, creatività e umanità nell’era dell’AI

France Odeon 2025: quarant’anni di cinema francese a Firenze
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Alessia de Antoniis Modifica articolo

30 Ottobre 2025 - 17.50


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di Alessia de Antoniis

Un filo sottile lega da quarant’anni Firenze al cinema francese. Un filo che passa da Louis Malle a Olivier Assayas, da Claude Chabrol a Cédric Klapisch, e che oggi si rinnova con la 17ª edizione di France Odeon, in programma dal 30 ottobre al 2 novembre. Diretta da Francesco Ranieri Martinotti, la manifestazione è diventata nel tempo un laboratorio d’incontro tra le due cinematografie, ma anche un osservatorio privilegiato sulla cultura europea contemporanea.

Non è solo un festival: è una dichiarazione d’amore tra due Paesi che condividono lo stesso sguardo sull’immagine.
Quest’anno l’edizione assume un significato speciale, celebrando i quarant’anni della presenza ufficiale del cinema francese a Firenze, dalle origini di France Cinéma nel 1986 fino all’attuale France Odeon. «È un’edizione speciale – spiega Martinotti – che vuole rendere omaggio a tutti coloro che hanno dedicato la propria intelligenza e la propria passione a rinsaldare un legame antico tra i nostri due Paesi».

Il presidente Enrico Castaldi sottolinea il valore affettivo e partecipativo di questo percorso: «Ho amato da subito questo festival e la sua cornice. Con il documentario Passion Cinéma abbiamo voluto raccontare la storia d’amore artistica tra Italia e Francia, che continua a rinnovarsi ogni anno».

Tra memoria e futuro

La pre-apertura del 29 ottobre, intitolata I Miti, celebra due icone: Louis Malle e Claudia Cardinale.
Il documentario Louis Malle, le révolté di Claire Duguet – presentato fuori concorso a Venezia – inaugura il programma con un ritratto intimo e ribelle, introdotto dallo storico del cinema Steve Della Casa.
A seguire, l’omaggio a Cardinale con Les pétroleuses di Christian-Jaque: un western al femminile che ribalta ironicamente i codici del genere, con la coppia esplosiva Cardinale–Bardot.

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Giovedì 30 ottobre la manifestazione si apre ufficialmente con Carnets d’Ukraine di Michel Hazanavicius, un carnet di viaggio e testimonianza dal fronte ucraino, il cui ricavato sostiene la ricostruzione del Paese.
È un gesto che definisce lo spirito del festival: un cinema che non si chiude nella sala, ma entra nel mondo, attraversando le ferite del presente.

Un dialogo tra arte, etica e intelligenza artificiale

La mattina di venerdì 31 ottobre sarà dedicata al grande tema della I.A. generativa e al suo impatto sul diritto d’autore, sull’etica e sulla sostenibilità delle arti.
Un incontro curato da Murmuris, con il sostegno di SIAE e SACD, che riunirà personalità come Matteo Fedeli (SIAE), Pascal Rogard (SACD), Michel Hazanavicius, Juana Torres (LaborIA–INRIA) e Erik Longo (Università di Firenze).
Una riflessione necessaria in un momento storico in cui la tecnologia sta ridefinendo i confini dell’immaginazione e della proprietà creativa.

Nel pomeriggio, spazio alla commedia musicale Dans la cuisine des Nguyen di Stéphane Ly-Cuong, seguita da Les filles désir di Prïncia Car, Premio Regards Méditerranéens 2025: un film potente e vitale girato nei centri di Marsiglia, frutto di un laboratorio teatrale che restituisce voce e dignità ai giovani delle periferie.
La giornata si chiuderà con Dalloway di Yann Gozlan, opera distopica che riflette sui limiti dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica.

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Il sogno francese tra musica, architettura e memoria

Sabato 1° novembre il festival apre con Marcel et Monsieur Pagnol di Sylvain Chomet, un’animazione che omaggia il grande scrittore francese, accompagnata dalla musica originale di Stefano Bollani.
È una delle proiezioni simbolo del festival: la fusione tra musica e immagine come linguaggio universale, introdotta dal critico Marco Luceri in collaborazione con Lucca Comics & Games.

Nel pomeriggio, L’inconnu de la Grande Arche di Stéphane Demoustier racconterà la storia dell’architetto Otto von Spreckelsen e del monumento simbolo della Défense, con un incontro post-proiezione tra Massimiliano Fuksas e Valerio Barberis.
Segue C’est quoi l’amour ? di Fabien Gorgeart, commedia raffinata sulle seconde possibilità con una straordinaria Laure Calamy, e infine Nouvelle Vague di Richard Linklater, dichiarazione d’amore al cinema francese degli anni Sessanta e ai suoi protagonisti.

Scritture, potere e rivelazioni

Domenica 2 novembre l’incontro Scritture – Le Mage du Kremlin: dal romanzo al film vedrà dialogare Emmanuel Carrère e Olivier Assayas con la giornalista Ritanna Armeni, in un confronto sul potere, la scrittura e la trasformazione del linguaggio cinematografico.
Nel pomeriggio sarà proiettato Grand Ciel di Akihiro Hata, dedicato al tema delle morti bianche, seguito dalla premiazione.

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La serata finale, alle 18.00, propone Le Mage du Kremlin di Assayas, scritto insieme a Carrère e interpretato da Jude Law e Paul Dano: uno sguardo spietato sul potere nella Russia contemporanea.
Chiuderà il festival On ira di Enya Baroux, una commedia drammatica sull’amore e la fine, con Hélène Vincent in una prova di rara intensità.

Un festival che pensa il futuro

Come ogni anno, la Foglia d’Oro di Giusto Manetti Battiloro e il Premio Regards Méditerranéens della bottega Pampaloni rappresentano il legame tra arte, artigianato e pensiero, radici identitarie del festival.
Ma l’anima di France Odeon si riconosce anche nella sostenibilità: carta ridotta, mobilità green, digitale responsabile. Un modello culturale etico e condiviso.

Il cammino proseguirà con l’evento speciale dell’8 novembre al Teatro del Sale, dedicato al libro Valentina Cortese, un breve secolo (1923–2023) di Alfredo Baldi.

France Odeon 2025 è più di un festival: è un ponte tra memoria e futuro, tra schermo e città.
Un luogo dove il cinema torna a essere dialogo, incontro, riflessione.
E Firenze, con la sua luce obliqua e la sua storia, si conferma una capitale dell’immaginario europeo, capace di ospitare il pensiero e la bellezza, senza confini.

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