Il Futuro Era Allora: i manifesti fascisti esposti a New York

Una settantina di manifesti italiani collocati tra gli anni Venti e Quaranta che mostrano come l’ottimismo liberty divenne futurismo muscolare e propaganda di regime

Il Futuro Era Allora: i manifesti fascisti esposti a New York
Preroll AMP

redazione Modifica articolo

10 Novembre 2025 - 13.01 Culture


ATF AMP

A prima vista un’esplosione di fascino: aerei che sfrecciano nel cielo, aquile in picchiata, automobili lanciate a tutta velocità e figure eroiche dallo stile modernista. Ma dietro la facciata del design, si nasconde una storia di controllo e coercizione. È questo il cuore della mostra “Il Futuro Era Allora: il Volto Cangiante del Regime Fascista”, che la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli di Bologna porta al Poster House di New York, nel quartiere di Chelsea, fino al 27 settembre.

Top Right AMP

Curata dal fotografo B.A. Van Sise, l’esposizione mette in scena una settantina di manifesti per raccontare l’indefinito confine che separa l’arte pubblicitaria dalla propaganda, e mostra quanto le strategie visive dell’Italia tra gli anni Venti e Quaranta siano presenti ancora oggi.

Poster House è il primo museo americano interamente dedicato alla storia e all’arte del manifesto pubblicitario. “La mostra, spiega Van Sise, è incentrata sulla capitolazione degli artisti alle influenze politiche, culturali e artistiche del regime”. Tra l’altro, si tratta dell’unico museo che sta affrontando il tema in un momento di forte discussione, attraverso immagini e testi che risultano attuali rispetto al presente.

Dynamic 1 AMP

Il New York Times ha inserito The Future Was Then tra le mostre da non perdere. Van Sise ha accolto subito l’occasione di realizzarla: “I manifesti raccontano una storia che sembra antica ma allo stesso tempo è contemporanea”.

Fondata su un’esperienza trentennale e nata a New York negli anni Ottanta, la Fondazione Cirulli ha sede a San Lazzaro di Savena, all’interno dell’ex showroom progettato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni per il designer Dino Gavina. È un’istituzione dedicata alla valorizzazione della cultura visiva italiana del Novecento.

Van Sise ricorda “quando Mussolini salì al potere, tutta la pubblicità cambiò: l’ottimismo liberty dell’Art Nouveau si trasformò in un futurismo severo e muscolare allineato all’umore dei fedelissimi. Bandiere e fasci ovunque. Prodotti di bassa qualità ricoperti di sciroppo nazionalista. Automobili che portavano i nomi delle truppe d’assalto. Tutto avvenne molto, molto in fretta”.

Dynamic 1 AMP

Tra i manifesti esposti, il più emblematico è l’immagine allegra di una corsa motociclistica a Portogruaro. Un luogo insolito per una gara, che infatti nasconde una tragedia avvenuta pochi mesi prima: un esperimento governativo con un vaccino contro la difterite, mai testato, che provocò la morte di ventotto bambini. “Rappresenta perfettamente, commenta Van Sise, quanto il fascismo era straordinariamente abile: se ti stai godendo lo spettacolo, dimentichi l’orrore che ti circonda.”

“Nel curare la mostra, conclude il fotografo, ho voluto sottolineare quanto profondamente il mondo dell’arte, che avrebbe dovuto opporsi a Mussolini, si sia invece piegato. E quanto ciò abbia danneggiato luoghi che amo e movimenti artistici che ammiro.”

Secondo Van Sise, la libertà degli italiani non fu tolta da Benito Mussolini, ma gli fu consegnata.

Dynamic 1 AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version