Meloni riapre il condono edilizio: un premio 'elettorale' all’illegalità travestito da politica per la casa
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Meloni riapre il condono edilizio: un premio 'elettorale' all’illegalità travestito da politica per la casa

La riapertura del vecchio condono edilizio del 2003 è comparsa nella legge di Bilancio sotto forma di un emendamento firmato dal senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone,

Meloni riapre il condono edilizio: un premio 'elettorale' all’illegalità travestito da politica per la casa
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15 Novembre 2025 - 19.10


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La riapertura del vecchio condono edilizio del 2003 è comparsa nella legge di Bilancio sotto forma di un emendamento firmato dal senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, che sui social ha rivendicato la volontà di “riaprire i termini della sanatoria”. Un gesto che riporta l’Italia indietro di vent’anni e che rappresenta una scelta profondamente scorretta politicamente.

Ufficialmente si tratterebbe soltanto di permettere a chi rimase escluso all’epoca di completare le pratiche, ma il tempismo è troppo perfetto per non rivelare la vera direzione: la Campania, dove tra pochi mesi si vota per la Regione e dove il condono berlusconiano non entrò pienamente in vigore per la mancata adesione dell’allora amministrazione Bassolino.

Riaprire oggi quella partita non ha nulla a che vedere con la necessità di “chiudere pendenze”, come prova a sostenere Fratelli d’Italia. Ha invece molto della promessa facile, del messaggio diretto a un pezzo di elettorato che vede nell’abusivismo non un problema da superare ma una scorciatoia da regolarizzare a posteriori. È l’ennesima conferma di una linea politica che usa la legalità come strumento elastico, pronta a flettersi quando serve ottenere consenso territoriale.

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Le opposizioni hanno definito la mossa per quello che è: un trucco elettorale. Giuseppe Conte parla di un ritorno al condono berlusconiano per “prendere voti in Campania”, Matteo Renzi accusa Meloni di aver promesso un grande piano casa da 15 miliardi per poi presentarsi con un condono mascherato, il Pd denuncia l’assenza totale di investimenti reali sull’abitare e ricorda come la manovra non destini nemmeno un euro a chi una casa non ce l’ha. Anche Angelo Bonelli sottolinea l’ipocrisia di un governo che aveva giurato “mai più condoni” e che ora trasforma l’abusivismo in uno strumento di campagna elettorale.

Le reazioni mostrano un punto fondamentale: mentre l’Italia affronta la crisi climatica, il dissesto idrogeologico e la fragilità del territorio, la maggioranza sceglie di mandare un messaggio opposto, quello di uno Stato che si piega davanti alle irregolarità invece di difendere la sicurezza e la legalità.

Perfino Forza Italia, alleata di governo, si smarca e chiede cautela, segno di quanto la proposta sia scomoda. Il condono, anche se travestito da “riapertura dei termini”, resta un segnale che premia chi ha aggirato le regole e penalizza chi le ha rispettate, una scelta che alimenta l’idea che violare la legge possa convenire. È una vecchia storia italiana, ma ogni volta torna a galla nei momenti cruciali. Questa volta il ritorno non è casuale: arriva esattamente dove serve a Fratelli d’Italia e nel momento che può garantire più rendita politica. E come sempre accade, i furbi ringraziano, mentre la legalità viene rimessa in coda.

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