di Giordano Casiraghi
Un libro che narra quello che è successo nelle discoteche e nei locali della musica da ballare, con tantissime playlist. “Disco Playlist Italia 1975 – 1995” di Cristiano Colaizzi e Corrado Rizza (Volo Libero, pagg. 325, 35€).
Tra le note di introduzione leggiamo che quella è la musica che ha accompagnato trent’anni di notti vissute a volume alto, ma anche segnato il cambiamento di chi quella musica l’ha ascoltata, ballata, vissuta. I club non erano solo spazi, ma contenitori di sogni, di mode e di rivoluzioni. Alcuni sono spariti, chiusi, dimenticati.
Disco Playlist Italia è un omaggio a quegli anni e a tutto ciò che è venuto dopo. A chi c’era, a chi avrebbe voluto esserci, le persone cambiano, ma il desiderio di perdersi nella musica, quello no. Non muore mai. “Vivevamo l’attimo, e quell’attimo durava tutta la notte”, conclude Danny Losito.
Dopo aver realizzato il volume “Roma Disco Playlist – 1965-1995”, gli autori hanno deciso di ampliare lo sguardo a tutta la penisola e alla musica dei locali italiani. Un viaggio musicale che attraversa l’intero paese, dai primi anni della disco music fino alla metà degli anni Novanta. Tema conduttore restano le playlist dei dj che hanno suonato nei migliori club italiani tra il 1975 e il 1995. Un periodo d’oro, in cui i dj resident erano i veri protagonisti delle serate, prima che il loro ruolo cambiasse e iniziassero a spostarsi tra varie discoteche. Ogni locale ha una storia unica e una colonna sonora che riflette le tendenze musicali del suo tempo, dalle Marche alla Liguria e dalla Sicilia a Cortina.
Scorrendo il volume ci imbattiamo in canzoni tipicamente da discoteca, elencate il tantissime playlist, daltronde questo è il titolo del libro, così affiorano brani come “Give me the night” di George Benson, “Enola gay” di Orchestral Manoeuvres in the dark, “Rapture” di Blondie, “Try it out” di Gino Soccio, “Boys” di Sabrina Salerno, “I feel love” di Donna Summer, “My Sharona” dei The Knack. Molte foto bianco e nero dei vari dj, dove ciascuno espone la sua playlist, assenti le foto dei locali ad eccezione del Plastic a Milano. In ogni caso un libro che ci riporta ai fasti degli anni Ottanta, dove le playlist delle discoteche dettavano legge, l’avrebbero fatto anche nelle radio che prima libere cavalcheranno il mercato.