'Buon Viaggio, Marie', il road movie sull'eutanasia che racconta la morte con leggerezza
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'Buon Viaggio, Marie', il road movie sull'eutanasia che racconta la morte con leggerezza

Debutta al cinema il dramedy di Enya Baroux con Hélène Vincent nei panni di Marie, malata terminale che decide di ricorrere al suicidio assistito. Un viaggio in camper verso la Svizzera con figlio, nipote e un improbabile assistente sociale alla guida.

'Buon Viaggio, Marie', il road movie sull'eutanasia che racconta la morte con leggerezza
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21 Novembre 2025 - 21.42 Culture


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Mentre in Italia la cronaca è ancora segnata dalla tragica morte delle gemelle Kessler, arriva nelle sale cinematografiche ‘Buon Viaggio, Marie‘ di Enya Baroux, un film che affronta proprio il tema dell’eutanasia ma con uno sguardo diverso, quello della commedia on the road. La protagonista è Marie, un’ottantenne interpretata da Hélène Vincent, che dopo aver scoperto di avere un cancro al quarto stadio decide di rivendicare il diritto di morire quando e come vuole, senza soffrire.

Dato che in Francia la pratica è ancora illegale, Marie organizza un viaggio in Svizzera dove potrà accedere al suicidio assistito. Il problema però è comunicarlo alla famiglia: il figlio Bruno, un uomo immaturo abbandonato dalla moglie e convinto di risollevarsi grazie a un’improbabile applicazione da lui inventata, e la nipote Anna, adolescente in piena crisi esistenziale. Marie opta quindi per una bugia colossale, raccontando di dover andare in Svizzera per riscuotere una cospicua eredità.

Inizia così un viaggio su un malconcio camper ereditato dal marito, con la famiglia al completo e un imprevisto compagno di strada: Rudy, un assistente sociale generoso ma anche pasticcione e appena conosciuto, che si offre di guidare il mezzo e cerca di tenere unito il gruppo mentre Marie porta avanti con determinazione il suo progetto. La giovane regista Enya Baroux, al suo esordio dietro la macchina da presa, ha dichiarato più volte di essersi ispirata a ‘Little Miss Sunshine‘ del 2006 piuttosto che ai recenti film sul fine vita di Pedro Almodovar e Costa Gavras, entrambi usciti nel 2024. La scelta di affrontare un tema così delicato attraverso la commedia nasce dalla necessità personale della regista di sdrammatizzare le proprie ansie. Per lei era impossibile raccontarlo diversamente, convinta che la comicità permetta di demistificare le cose, creare distanza e aprire conversazioni su argomenti che spesso restano tabù.

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Dietro ‘Buon Viaggio, Marie’ c’è in realtà un omaggio della Baroux alla propria nonna, malata di cancro come il personaggio del film. La regista voleva raccontare il rapporto che aveva con lei e con la sua malattia, immaginando cosa sarebbe successo se la nonna avesse avuto la possibilità di scegliere. All’inizio pensava di narrare solo gli ultimi giorni, poi ha immaginato un viaggio in auto verso la Svizzera, ambientato in un camper. Lo spazio ristretto del mezzo, ha spiegato, avrebbe favorito situazioni comiche e malintesi. E così è stato.

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