Pare che alla Fenice sia andata in scena La clemenza di Tito, ma in certi ambienti della Destra dev’essere arrivata l’eco di un’opera inesistenta: La propaganda per il popolo bue. Il pubblico applaude il maestro Ivor Bolton che l’ha diretta, ma nei racconti dei propagandisti quei battimani, per misteriosa magia, diventano un’ovazione per Beatrice Venezi, che non c’era nemmeno.
È il solito riflesso condizionato: non importa cosa accada davvero, importa cosa si può far credere. Basta una mezza frase, un dettaglio omesso, un nome scambiato, e la realtà si piega alla convenienza del momento.
Così, mentre Bolton dirige Mozart, la Destra reazionafria dirige la sua orchestra di mezze verità: una sinfonia stonata che trasforma ogni palcoscenico in propaganda e ogni applauso in un racconto che non c’è mai stato.