“Potete chiamarlo docupanettone”. Così Giacomo Poretti sintetizza con ironia “Attitudini: Nessuna”, il documentario diretto da Sophie Chiarello, già assistente alla regia in alcuni titoli del trio, che racconta la storia, i retroscena e l’immaginario di Aldo, Giovanni e Giacomo. In uscita il 4 dicembre, distribuito da Medusa in 400 copie, il film ricostruisce il percorso umano e artistico dei tre comici attraverso ricordi, testimonianze e materiali d’archivio.
Il titolo nasce dalla valutazione annotata da una maestra nella pagella del giovane Aldo Baglio, “Attitudini: nessuna”, trasformata qui in chiave narrativa e simbolica. Chiarello spiega che il progetto nasce “dal desiderio di raccontare chi fossero da bambini e quali sogni avessero. La loro storia è sorprendente perché imprevedibile”. La regista accompagna il trio in un viaggio nei luoghi dell’infanzia nella Milano popolare: tra oratori, prime improvvisazioni, scuole di teatro, fino agli esordi al Derby, a Zelig e al successo televisivo e cinematografico.
A intervenire, colleghi e amici come Ida Kuniaki, Marina Spreafico, Paolo Rossi, Marina Massironi, Paola Galassi, la Gialappa’s Band, Gino & Michele e Arturo Brachetti. “È stato un viaggio nel passato, pieno di nostalgia. La memoria è personale: ognuno ricorda gli stessi fatti in modo diverso”, sottolinea Giovanni Storti.
Giacomo Poretti ammette di essere stato inizialmente scettico: “Pensavo che i documentari si facessero solo quando uno se n’è già andato. Sophie però non ha mollato e sono emerse cose interessanti”. Baglio scherza: “Lo abbiamo fatto perché Giacomo è lì lì…”. Poi aggiunge: “Ho vissuto tante vite diverse. Questo film è come un album di fotografie: lo guardo e mi sorprendo del nostro percorso”.
Il documentario affronta anche i passaggi più delicati, come l’insuccesso di “Fuga da Reuma Park (2016)”. “È stato un momento di crisi che ci ha portato ad allargare lo sguardo e recuperare anche la nostra individualità”, spiega Baglio. Poretti ribadisce che “non c’è mai stata un’ipotesi reale di scioglimento, solo l’esigenza di prenderci tempi diversi”. Dopo la pausa, il trio è tornato con “Odio l’estate” e poi “Il grande giorno”, vincitore del David dello Spettatore.
Sui futuri progetti insieme, il massimo riserbo: “Aspettatevi tutto e non aspettatevi nulla”, dice Storti. L’attore ricorda anche la parabola discendente di Tafazzi, diventato simbolo mediatico dell’autolesionismo della sinistra: “Un direttore di giornale ci ha visto un messaggio… ma per noi era solo uno che si dava martellate”.
In chiusura, arriva il videomessaggio di Brunori Sas, autore della canzone originale del documentario. “Sono partito da una poesia di Aldo”, racconta, scherzando su una possibile nuova coppia creativa: “Potremmo essere i nuovi Mogol–Battisti, Battisti–Panella o Dalla–Roversi”.
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