Paolo Sorrentino è per la prima volta a Buenos Aires per dirigere una masterclass gratuita al Teatro San Martìn, nonostante l’Argentina, grazie all’amore per Maradona, faccia parte da sempre del suo universo poetico: “La mia passione per il cinema nasce innanzitutto dalla passione per Maradona, perché vedendo Maradona allo stadio per la prima volta a quattordici anni ho capito che cosa significasse lo spettacolo prima ancora che lo sport e il calcio”, ha detto in occasione della conferenza stampa organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura. “Era un essere umano molto complesso, abitato dal bene e dal male come tutti noi, ma in un modo molto più esasperato ed era estremamente carismatico”.
Il regista, oltre a esprimere la sua felicità di essere nella capitale argentina – “Mi è risultato immediatamente naturale starci perché è quanto di più vicino a Napoli possa immaginare” – ha anche colto l’occasione per esprimersi sui tagli dei finanziamenti al cinema: “Penso che tagliare i fondi al cinema sia una visione miope non solo rispetto alla cultura, ma anche rispetto all’economia” ha detto, “e dato che i politici sono più sensibili all’economia che alla cultura, forse dovrebbero riflettere su questo errore che compiono”.
Ma Sorrentino ha escluso categoricamente la possibilità di ambientare un suo film nella capitale argentina: “La cultura di un luogo è qualcosa di profondo e insondabile per chi non è di quel luogo e io non avrei mai la pretesa di capire Buenos Aires senza essere di Buenos Aires. L’unica cosa che potrei fare è un film su un uomo che sta a Buenos Aires ma non un film sulla città”.