"Il Tempo della devozione": capolavori dei libri d’ore in mostra ai Lincei

Un viaggio tra manoscritti miniati dal Medioevo al Rinascimento. Alla scoperta di alcune raccolte personalizzate di altissimo valore storico e artistico.

"Il Tempo della devozione": capolavori dei libri d’ore in mostra ai Lincei
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6 Dicembre 2025 - 21.47 Culture


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Alla Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana a Roma si terrà dal 12 dicembre al 15 febbraio la mostra “Il Tempo della devozione. Libri d’ore italiani tra Medioevo e Rinascimento”, curata da Francesca Manzari, Lucia Tongiorgi Tomasi, Ebe Antetomaso e Marco Guardo. 

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L’esposizione che consentirà di ammirare alcuni tra gli esemplari più celebri e magnifici di libri d’ore, opere devozionali cristiane utilizzate come guida alla preghiera. I libri d’ore erano spesso confezionati appositamente per il committente e per questo alcuni sono di particolare pregio poichè includono preghiere personalizzate, nomi dei proprietari, stemmi araldici o immagini che ritraggono i committenti.

La struttura si basava sulle ore canoniche che scandivano lo svolgimento della giornata in base al tipo di preghiera e rito da officiare. Il contenuto poteva variare in base alle richieste del committente ma solitamente si componeva di un calendario liturgico, estratti dai Vangeli, il Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, i quindici Salmi dei Gradi, i sette Salmi penitenziali, le Litanie dei santi, l’Ufficio dei defunti e le Ore della Croce e altri componimenti per la devozione personale. Le preghiere sono generalmente scritte in latino anche se esistono esemplari in lingua volgare, specialmente in Olanda e in aree tedesche. Queste opere sono arrivate a noi in largo numero e in tantissime fogge e dimensioni ad attestare che anche simili strumenti di devozione erano degli status symbol. 

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Come scrive Cinzia Conti per ANSA, i libri d’ore hanno lentamente smesso di circolare a seguito della Controriforma poiché giudicati troppo legati a una religiosità intima e privata, autonoma al controllo della Chiesa e i libri rimasti in commercio sono stati sottoposti a censura fino alla fine del XVI secolo. 

I libri d’ore sono per noi oggi una fonte preziosissima di informazione perché avevano anche un ruolo di diario familiare, tramandati di generazione in generazione, ci sono arrivati ricchi di annotazioni sugli avvenimenti importanti per le famiglie offrendoci uno spaccato sul loro quotidiano. 

Tra i pezzi più interessanti esposti a Roma c’è il libro d’ore di Francesco da Barberino, il più antico dell’intera mostra. Realizzato per il famoso poeta e notaio fiorentino, contemporaneo di Dante, conserva cicli di testi e immagini uniche, ideate dallo stesso Barberino. Un altro capolavoro è l’Offiziolo Visconti, il libro d’ore in due volumi più ricco e spettacolare appartenuto a Gian Galeazzo Visconti e il più importante tra quelli prodotti alla corte viscontea. A dare avvio alle illustrazioni fu Giovannino de Grassi, uno dei maggiori artisti lombardi della fine del Trecento e ingegnere capo della Fabbrica del Duomo di Milano fino alla sua morte nel 1398.

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Di altrettanto altissimo livello è il libro d’ore di Balzarrino da Pusterla, il cavaliere che nel 1395 vinse il torneo organizzato per celebrare la nomina di Gian Galeazzo e duca di Milano. Anche questo è un prezioso esempio della tradizione lombarda, ricco di immagini di Santi, tra cui due bellissime raffigurazioni di San Giorgio, e di testi scritti apposta per lui, come una preghiera che inizia proprio con il suo nome. A fianco verrà esposto il manoscritto considerato quello destinato alla moglie Beatricina, miniato dallo stesso artista. In mostra ci sarà anche il Libro d’ore di Giberto Borromeo, identificato grazie ai registri della famiglia Borromeo e riconosciuto come il primo manoscritto miniato attribuito con certezza ad Ambrogio de Predis, noto per aver collaborato con Leonardo da Vinci a Milano.

Tra i moltissimi libri d’ore che Lorenzo de’ Medici commissionò, uno dei codici esposti potrebbe essere quello pensato per la figlia Luisa, morta prematuramente a soli undici anni, prima di sposare il cugino a cui era promessa. Chiude il percorso il libro d’ore di Alessandro de’ Medici e Margherita d’Austria, preparato per il loro matrimonio del 1536: uno degli ultimi esempi manoscritti del genere con i ritratti dei due sposi incorniciati da margini decorati con fiori naturalistici, gioielli e preghiere che riportano il nome di Margherita, figlia naturale dell’imperatore Carlo V.

La mostra sarà aperta al pubblico da martedì a domenica, dalle ore 10.00 alle 19.00.

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