“L’algoritmo della musica”, un libro per capirne di più sull’intelligenza artificiale applicata alla sette note. 
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“L’algoritmo della musica”, un libro per capirne di più sull’intelligenza artificiale applicata alla sette note. 

Un rapporto complesso e controverso quello fra sette note e tecnologia, che il chitarrista e divulgatore scientifico Renato Caruso affronta in un libro

“L’algoritmo della musica”, un libro per capirne di più sull’intelligenza artificiale applicata alla sette note. 
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20 Dicembre 2025 - 13.12


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Renato Caruso è un ottimo chitarrista, con alle spalle un diploma al Conservatorio e una carriera fitta di importanti collaborazioni. Ma è anche un divulgatore scientifico, laureato in informatica e informatica musicale, con un particolare interesse per la scienza applicata alla musica. 

E proprio questi argomenti sono alla base di un libro particolare, “L’algoritmo della musica”, edito da Tsunami Edizioni (Collana Memo 2). 

Il sottotitolo mette già in chiaro quello di cui si parlerà: “Da Pitagora all’intelligenza artificiale”. 

Ovvero il rapporto fra musica e scienza nel corso dei secoli, dagli antichi greci fino ai giorni nostri.

La prima parte del volume ha un approccio storico-divulgativo, partendo appunto dalla fondamentale figura di Pitagora, famoso per il concetto della “musica delle sfere”, per spingersi fino a Tolomeo, Copernico, Keplero, Newton e altri. Per giungere a figure più contemporanee (e decisive per lo sviluppo della tecnologia nella musica) come Ada Lovelace e il geniale Alan Touring, lo stesso che nella seconda guerra mondiale contribuì alla decrittazione dei famosi codici Enigma. 

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La parte più interessante è, però, quella sull’intelligenza artificiale applicata alla musica, argomento quanto mai scottante e foriero di innumerevoli discussioni. 

Anche qui Caruso parte da lontano. Tanto da ipotizzare un inedito pioniere nientemeno che in Mozart col suo “gioco dei dadi musicali”. Fedele a un approccio interdisciplinare, l’autore spinge sul pedale di un incontro creativo tra arte, matematica, informatica e tecnologia. 

Senza, quindi, demonizzare strumenti come l’Auto-Tune, visti anzi come “una nuova tela su cui gli artisti possono dipingere il loro suono”. 

Resta in piedi la domanda se tutta questa tecnologia possa uccidere l’emozione. Caruso propone un incontro a metà strada, una sorta di collaborazione, un equilibrio virtuoso. 

“La musica non è soltanto emozione: è calcolo, struttura, armonia – spiega – ma dentro ogni formula resta un margine di imprevedibilità che è la vera anima dell’arte”.

E illustra a fine libro i suoi progetti sul tema, dall’incrocio di generi e stili diversi del FuJaBoCla al relativismo musicale, ovvero i tanti modi diversi di godere di un’esperienza artistica, slegandosi dalle convenzioni di spazio-tempo. 

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Fino al progetto Dead Poets Club, che mescola versi di antichi poeti, musica, algoritmi, intelligenza artificiale e sensibilità umana. 

Il risultato è un libro intrigante e appassionato, consigliato soprattutto a chi già possiede qualche nozione musicale e vuole approfondire un discorso aperto a mille e uno sviluppi nel futuro. Insomma, come dice Caruso, “questo viaggio non è ancora finito”. 

Anzi, aggiungiamo noi, siamo solo agli inizi. 

www.mannaggiallamusica.it 

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