Ilva, cinque giorni per spegnere gli impianti sequestrati

Ultimatum della Procura di Taranto: cinque giorni per spegnere gli impianti sottoposti a sequestro. Il ministro all'Ambiente Clini: è impossibile...

Ilva, cinque giorni per spegnere gli impianti sequestrati
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7 Ottobre 2012 - 14.58


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La procura di Taranto ha notificato una direttiva all’Ilva per lo spegnimento entro 5 giorni degli impianti sottoposti a sequestro. “Così è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso tant’é che la Procura chiede l’avvio dei processi”, ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Tg2, annunciando che l’Autorizzazione Integrata Ambientale sarà pronta la settimana prossima. “Ho fiducia nella legge”, ha aggiunto.

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Il clima resta teso, anche perché in caso di inottemperanza dell’azienda, i custodi potranno nominare ausiliari. Nel documento si chiede al presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, anch’egli custode giudiziario, di individuare “le maestranze necessarie, destinandole alle effettuazioni delle operazioni”. Le operazioni di spegnimento dovrebbero cominciare con gli altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell’altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto Cokeria e interventi nel reparto acciaieria. La Procura pone di fatto un ultimatum all’azienda sottolineando che “in caso di inottemperanza a tale ultima disposizione i custodi amministratori Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento si avvarranno della facoltà di nomina di ausiliari già loro concessa procedendo senza ulteriori indugi e osservando comunque tutte le cautele del caso, segnalando eventuali rifiuti, omissioni o abusi a questa Procura per tutte le possibili valutazioni del caso, anche di tipo penale”.

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“Vediamo cosa accadrà domani, come evolverà la situazione e come sarà l’approccio dell’azienda rispetto a queste questioni”, dice il segretario provinciale della Fim Cisl di Taranto Mimmo Panarell. “Da domani partiranno le assemblee in fabbrica, che avevamo già programmato a prescindere dall’ultimo intervento della Procura. Se ci fosse stato il buon senso di tutti a intervenire con tempestività, a partire dell’azienda, non ci saremmo trovati in queste condizioni”. Dice ancora Panarelli: “Ovviamente torna la preoccupazione tra i lavoratori. Se dovessero fermare gli impianti contemporaneamente si creerebbe il problema degli esuberi. Si è perso troppo tempo, l’azienda avrebbe dovuto adeguarsi molto tempo prima alle prescrizioni del gip”

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