Benzina, in modalità self scende sotto 1,7 euro: ai minimi da un anno

il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,696 euro al litro (contro 1,709 di venerdì), il minimo - incrociando i dati con quelli settimanali del Mite - da inizio ottobre 2021, ovvero da circa un anno.

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20 Settembre 2022 - 17.13


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Continua il calo dei prezzi dei carburanti sulla rete italiana con la benzina al self service che scende nella media nazionale sotto 1,7 euro al litro.

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In base all’elaborazione di Quotidiano Energia, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,696 euro al litro (contro 1,709 di venerdì), il minimo – incrociando i dati con quelli settimanali del Mite – da inizio ottobre 2021, ovvero da circa un anno.

Favorisce il calo la proroga fino al 31 ottobre della riduzione delle accise su gasolio, benzina, gpl e gas per autotrazione inserita nel Dl Aiuti Ter approvato venerdì scorso dal consiglio dei ministri. La proroga dovrebbe comunque essere estesa a tutto il mese di novembre, come affermano fonti di governo. Ad allentare le tensioni sui prezzi dei carburati incide anche la variabile data dalla discesa del prezzo del petrolio.

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Esaurita l’onda di rimbalzo, determinata dalla ripresa dell’economia mondiale post-covid e dalle tensioni geopolitiche che avevano portato lo scorso maggio il Brent sopra i 123 dollari al barile e il Wti verso i 120 dollari, sono ora i timori di un’onda recessionista a svalutare l’oro nero. Nella giornata di lunedì il petrolio con il wti texano con consegna a ottobre viene scambiato intorno agli 85 dollari al barile, in calo anche il brent che si avvicina a quota 90 dollari. Il proseguire della guerra in Ucraina e l’impossibilità di intravedere a breve una via diplomatica di soluzione della crisi sta peggiorando il quadro economico spingendo verso il basso insieme al petrolio, anche il gas naturale che al Ttf di Amsterdam passa di mano a 181,51 dollari (-3,35%). Buona notizia: gli stoccaggi europei di gas naturale hanno superato l’85%, ancor meglio gli stoccaggi italiani che hanno coperto l’87,2% del fabbisogno.

Tiene l’oro giallo, classico bene rifugio dei tempi incerti, con il gold spot scambiato sopra i 1.671 dollari l’oncia. In controtendenza salgono ferro e l’acciaio, materie prime, care anche alle industrie di armamenti. Il primo a 718 dollari la tonnellata, il secondo a 3.714 dollari la tonnellata. Per il bene di tutti, sui mercati internazionali, cala il prezzo del frumento grazie anche alla tenuta dell’accordo per le esportazioni di grano dai porti in territori di guerra attraverso il Mar Nero. Nel dettaglio il grano duro (-1,66%) scende a 919,75 dollari l’unità contrattuale da 5mila staia, mentre quello tenero (-1,8%) è a 844,25 dollari.

Purtroppo al momento il calo non si vede sugli scaffali dei supermercati e dei negozi alimentari di tutta Europa, anzi. ll prezzo del pane non è mai stato così alto nell’Ue, denuncia l’Eurostat. Nell’Unione Europea ad agosto il costo di questo bene primario è cresciuto mediamente del 18% rispetto allo stesso mese del 2021. In Italia, secondo dati del Codacons, lo scorso mese il prezzo del pane in Italia è rincarato in media del 13,6%.

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Situazione critica, denunciano le organizzazioni dei consumatori. “Il risultato è che in Italia le famiglie spenderanno nel 2022 oltre 900 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente” avverte Coldiretti che denuncia rincari di oltre dieci volte nel passaggio dal grano al pane. Il doppio effetto delle difficoltà di approvvigionamento e il caro energia pesano non solo sul pane ma su tutti i derivati del grano. Significativo il caso della pasta, i cui prezzi sono aumentati in Italia del +25,8%. In aumento anche le farine con un +23%.

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