Lavoro domestico, la crisi invisibile di colf e badanti

Nel 2024 i lavoratori domestici scendono sotto quota 820mila: 9 su 10 sono donne, 7 su 10 sono stranieri e i contributi sono in calo

Lavoro domestico, la crisi invisibile di colf e badanti
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20 Giugno 2025 - 19.16


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Lavoro domestico, la crisi invisibile di colf e badanti: meno occupati, più anziani, stipendi ancora bassi. Nel silenzio delle case, nei gesti invisibili della cura quotidiana, si consuma una crisi lenta ma strutturale: quella del lavoro domestico in Italia. A certificarla sono i dati presentati oggi a Roma nel corso del convegno Il lavoro domestico in Italia: una risorsa strategica per il welfare e l’economia, promosso da INPS insieme a Nuova Collaborazione. L’occasione è l’aggiornamento dell’Osservatorio Lavoratori Domestici, che registra un dato allarmante: nel 2024 i lavoratori con almeno un contributo versato sono stati 817.403, in calo del 3% rispetto all’anno precedente. È il terzo anno consecutivo di flessione, dopo la parentesi di regolarizzazioni legata al lockdown e al decreto “Rilancio” del 2020.

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Colf e badanti: una forza-lavoro femminile, straniera e in età avanzata
Il 2024 fotografa un settore fortemente femminilizzato (88,9%) e composto in larga parte da lavoratrici straniere (68,6%), soprattutto provenienti dall’Europa dell’Est (34,8%). La categoria si invecchia: solo l’1,5% ha meno di 25 anni, mentre più di un quarto ha superato i 60. L’età più rappresentata è quella tra i 55 e i 59 anni (18,6%), segno di un ricambio generazionale che non c’è, e di un mestiere che continua ad attrarre pochi giovani.

“Abbiamo molte persone entrate alla metà degli anni ’90 che si avvicinano a pensioni da 200, 300 euro – ha avvertito Maria Luisa Gnecchi, consigliera d’amministrazione INPS – È inaccettabile. Il riconoscimento del lavoro domestico deve passare da salari dignitosi e versamenti regolari, non può più restare in un’area grigia”.

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Dove si concentra il lavoro domestico
A livello territoriale, Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna assorbono oltre la metà della forza-lavoro domestica italiana. La Lombardia guida la classifica con 158.378 lavoratori, seguita dal Lazio (14,1%), dove la presenza di stranieri raggiunge l’80%. In coda la Sardegna, dove la componente straniera si ferma al 18%.

Badanti superano le colf: è la prima volta
Per la prima volta, la tipologia “Badante” ha superato quella “Colf”: rispettivamente 50,5% contro 49,5%. La differenza si riflette anche sulle retribuzioni medie: le badanti guadagnano circa il 29% in più, con una media di 7.800 euro annui contro i 7.500 degli uomini e delle colf. Un divario che si spiega con le responsabilità e la continuità richiesta dal lavoro di cura, spesso svolto in convivenza.

Savia (Nuova Collaborazione): “Non è un affare privato”
“Il lavoro domestico non è più una questione privata – ha dichiarato Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione – riguarda milioni di famiglie e lavoratori. Va costruita una strategia nazionale, fondata su tutele, incentivi, formazione e legalità. Bisogna alleggerire le famiglie, che oggi portano il peso del welfare sulle spalle”.

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La crisi di un settore strategico per il Paese
Dal 2021 al 2024 si sono persi 158mila lavoratori regolari. La contrazione è più forte tra gli uomini (-7%) che tra le donne (-2%), ma colpisce tutti: italiani (-2,1%) e stranieri (-3%). Un dato che parla di irregolarità, precarietà e scoraggiamento. Il lavoro c’è, ma non è visibile. La domanda resta, ma l’offerta si ritira. E lo Stato, per ora, non basta a compensare.

La fotografia scattata oggi dall’INPS mette in luce un’emergenza silenziosa che tocca il cuore del sistema di welfare italiano. Se il lavoro di cura resta invisibile, anche chi lo svolge continuerà a essere lasciato indietro. Con pensioni da fame, carichi emotivi enormi e nessuna rete reale di protezione.

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