Il ruolo dei fondi pensione e delle casse private nella gestione del risparmio previdenziale: tra scarsa trasparenza, pressioni politiche e rischi legati al sistema bancario italiano.
Il ruolo marginale della previdenza complementare
Uno dei principali punti deboli del nostro sistema economico-finanziario è lo scarso investimento a fini previdenziali. In effetti, nel nostro Paese il sistema della previdenza complementare mantiene un ruolo marginale nella gestione del risparmio, operando spesso con dinamiche poco trasparenti e influenzate da logiche che si allontanano dai principi essenziali di una gestione oculata, vale a dire la neutralità rispetto alle opportunità di rendimento e un corretto bilanciamento tra rischio e ritorno.
Le cause sono essenzialmente due. In primo luogo, l’elevata aliquota contributiva del sistema pubblico riduce notevolmente lo spazio per iniziative di risparmio integrativo. In secondo luogo, fondi pensione e casse professionali tendono a subire influenze di natura politica. Spesso infatti si trovano coinvolti in operazioni presentate come un contributo al sostegno del sistema economico nazionale o al salvataggio di istituti bancari in difficoltà, con tutte le ambiguità che questo comporta.
L’intreccio tra casse previdenziali e sistema bancario
Un esempio significativo di queste dinamiche si può osservare nel contesto dello scontro in corso tra Mediobanca, Mps e Generali. Secondo alcune fonti giornalistiche, Enpam detiene una partecipazione vicina al 2% in Mediobanca. Insieme a Inarcassa e alla Banca Forense, ha assunto posizioni rilevanti nel capitale di Bpm e ha risposto positivamente all’invito del Tesoro a sottoscrivere l’aumento di capitale di Mps.
In sostanza, alcune casse previdenziali hanno scelto di giocare un ruolo attivo nel risiko bancario, investendo direttamente in Mediobanca e schierandosi contro la possibile fusione con Banca Generali. Questa scelta va in direzione opposta rispetto alle indicazioni dei proxy advisor, ovvero dei principali fondi internazionali, e potrebbe comportare un significativo rischio di svalutazione dei capitali impiegati, qualora l’operazione su Banca Generali non dovesse andare in porto e le azioni di Mediobanca subissero un ribasso, essendo state acquistate ai massimi.
Scelte di investimento discutibili
Questo tipo di operazioni si avvicina più alla logica speculativa tipica degli hedge fund che a quella che dovrebbe guidare enti incaricati di tutelare i risparmi previdenziali dei propri iscritti.
Occorre ricordare che la gestione dei fondi pensione riveste anche una funzione pubblica, essendo sostenuta da consistenti incentivi statali: da un lato le agevolazioni fiscali, dall’altro l’implicita garanzia di un eventuale intervento pubblico in caso di perdite gravi. È vero che, in un contesto incerto come quello attuale, individuare con certezza le strategie di investimento più efficaci è molto difficile. Tuttavia, se l’obiettivo è realmente quello di ottenere rendimenti soddisfacenti con un rischio contenuto, allora la strada più razionale è quella della massima diversificazione, anche oltre i confini nazionali, e dell’assoluta autonomia dalle pressioni politiche.
Diversificare per ridurre il rischio sistemico
Il principio di base dovrebbe essere evidente. Il sistema pensionistico pubblico espone i lavoratori al rischio connesso all’andamento dell’economia nazionale, poiché il metodo contributivo offre rendimenti legati al PIL italiano. La previdenza complementare dovrebbe fungere da strumento di protezione contro tale rischio. Per farlo in modo efficace, è necessario puntare su investimenti in mercati finanziari il più possibile sganciati dalle dinamiche interne al nostro Paese. Quindi strategie passive e distribuite tra diverse aree geografiche e settori economici. Al contrario, focalizzare gli investimenti sulle banche italiane – fortemente legate al nostro mercato interno e al debito pubblico – non fa altro che accrescere il rischio sistemico invece di ridurlo. E con esso, il potenziale impatto negativo sulle future pensioni che queste casse dovrebbero garantire.