Dazi, accordo Ue-Usa: Trump incassa la vittoria, Bruxelles porta a casa poco
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Dazi, accordo Ue-Usa: Trump incassa la vittoria, Bruxelles porta a casa poco

Donald Trump ha annunciato la conclusione di un accordo commerciale con l’Unione Europea, mettendo fine a quattro mesi di negoziati tesi tra Washington e Bruxelles e scongiurando una guerra dei dazi transatlantica.

Dazi, accordo Ue-Usa: Trump incassa la vittoria, Bruxelles porta a casa poco
Ursula von der Leyen e Trump
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27 Luglio 2025 - 23.15


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Donald Trump ha annunciato la conclusione di un accordo commerciale con l’Unione Europea, mettendo fine a quattro mesi di negoziati tesi tra Washington e Bruxelles e scongiurando una guerra dei dazi transatlantica. Ma dietro l’intesa siglata al resort scozzese di Turnberry, dove il presidente statunitense sta trascorrendo il fine settimana, si profila una netta vittoria per gli Stati Uniti. L’Unione Europea, invece, esce dal confronto con ben pochi risultati concreti e molte concessioni.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito l’intesa “un grande accordo” che porterà “stabilità” e “prevedibilità”, ma i termini appaiono sbilanciati: da un lato, Trump ottiene aumenti massicci negli acquisti europei di energia e difesa, dall’altro, l’UE subisce un’impennata delle tariffe sulle proprie esportazioni.

Il presidente americano ha definito l’accordo “potente” e “importante”, sottolineando come risolva numerose questioni aperte. Prima dell’incontro, aveva dichiarato che le possibilità di chiudere erano solo “al 50%”, alimentando la tensione fino all’ultimo minuto. Von der Leyen ha confermato la durezza dello scontro: “Avete visto la tensione all’inizio”, ha detto ai giornalisti, parlando di un vertice “duro” e “molto difficile”.

I termini dell’intesa: vantaggi a senso unico

Il nuovo assetto tariffario prevede un’aliquota del 15% per la maggior parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, in forte rialzo rispetto alla media del 4,8% in vigore prima dell’era Trump. Rimane inoltre un dazio punitivo del 50% sull’acciaio, che penalizza pesantemente l’industria siderurgica europea.

Sul settore farmaceutico è emersa iniziale confusione: Trump aveva escluso l’inclusione, poi Von der Leyen ha chiarito che i farmaci saranno soggetti a un dazio del 15%, ma senza garanzie su future modifiche. Restano esenti dai dazi alcuni settori – come aerospazio, semiconduttori, materie prime critiche e alcune categorie agricole – ma il cuore dell’export europeo rimane colpito.

In cambio, l’Unione Europea si è impegnata ad acquistare energia statunitense per 750 miliardi di dollari, in particolare gas naturale liquefatto, e a investire 600 miliardi negli Stati Uniti, inclusi acquisti nel comparto militare. Un impegno enorme, che rafforza l’economia americana senza contropartite evidenti per l’industria europea.

Le criticità

L’accordo evita l’imposizione di dazi del 30% annunciata da Trump per il 1° agosto, stabilizzando un volume di scambi da 1.400 miliardi di euro. Tuttavia, il prezzo pagato da Bruxelles appare altissimo. Il costo di esportare verso gli USA è triplicato e la capacità di influenza europea sulle decisioni americane resta nulla.

La disparità riguarda anche l’Irlanda: i commercianti dell’Irlanda del Nord, grazie agli accordi post-Brexit, potranno esportare con una tariffa del 10%, creando uno squilibrio con la Repubblica d’Irlanda e minando la coesione economica dell’isola.

Il vicepremier irlandese Simon Harris ha espresso “rammarico” per il 15% di dazio, sottolineando che “la certezza” non può compensare il danno alle imprese. “Esamineremo nei prossimi giorni l’accordo e le sue conseguenze per l’economia irlandese”, ha dichiarato.

Anche sull’acciaio restano punti oscuri: mentre Trump conferma il dazio del 50% come parte di una “strategia globale”, Von der Leyen parla di un sistema a quote, ma senza dettagli. Il Regno Unito, nel frattempo, resta soggetto al dazio del 50%, in attesa dell’incontro tra Trump e il premier britannico Keir Starmer.

Un successo per Trump, un compromesso al ribasso per l’Europa

L’accordo siglato a Turnberry sarà accolto con favore dai mercati per aver evitato un’escalation, ma segna un chiaro successo per la strategia muscolare di Trump. Il presidente americano incassa concessioni record da parte di Bruxelles, mentre l’UE esce dal confronto con un aumento delle tariffe e nessuna garanzia reale sui settori chiave.

Trump ha anche lasciato intendere progressi nei negoziati con la Cina, parlando di un’imminente proroga della pausa tariffaria, e ha ricordato il recente accordo con il Giappone. A Turnberry, nel sontuoso DJT ballroom, ha elogiato lo staff europeo, ma a uscire vincitore, ancora una volta, è lui.

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