Cosa dire di questo “accordo” firmato tra UE e Trump, se non che firma una capitolazione in campagna, e questa capitolazione è la terza, come se, ogni volta, fosse una nuova Monaco di Baviera, e ogni volta, sembrava ovvio che non sarebbe più accaduto.
E, ogni volta, è come se cadessimo nudi.
Quando Putin iniziò la guerra totale contro l’Ucraina, ricordo i primi due tre mesi, e la certezza che aveva fatto una follia, che poteva essere solo battuto, perché il rapporto di forze tra il mondo occidentale e la Russia gli faceva male. Pensavo, e l’ho scritto, che fosse un incontro.
Ho iniziato a dubitare a fine marzo, quando ho visto che gli aiuti militari in Ucraina non arrivavano, ed è stata la fuorvianza di quegli aiuti che ha permesso a Putin non solo di essere travolto dall’idea di “conquista”, ma di continuare e rafforzarsi, anche se questa forza, oggi, è messa in discussione dalla crisi economica, ma il processo è endemico.
Le ragioni erano due, per me sorprendenti: la prima, di fatto, è che l’Occidente non era sopra armato, ma poco armato, e che, in tutta stupidità, era ora di armarsi.
Ma il secondo motivo era che tutto l’Occidente si è riunito per salvare Putin, perché, geo strategicamente, era molto più importante che la Russia non crollasse e che l’Ucraina fosse indipendente.
”La Russia non deve essere umiliata” aveva detto Macron il 22 aprile. (tralascio chi ha baciato le terga al modo russo)
Il risultato è arrivato. Non solo Putin ha proseguito la guerra, ma è diventato più forte, dandoci Trump. (elezioni americane/russe)
Poi c’è stato il dopo del 7 ottobre, e soprattutto quello che sta accadendo ora, e il silenzio, travolgente, terrificante della maggior parte delle nazioni della UE.
Il fatto che l’Europa conceda il piano di Trump su Gaza Beach, questo tipo di soluzione presumibilmente permanente alla questione palestinese, che è cancellare l’esistenza dei palestinesi ed espellerli da tutte le loro terre.
Nessuna sanzione, nessuna condanna unanime, al contrario molta cacofonia. Soprattutto, nessuna denuncia, non della fame in sé, ma della ragione di quella fame, di questa pulizia etnica definitiva che è sotto gli auspici di Trump e per il suo portafoglio diretto, Kushner.
E ora, la vergogna radicale di questo accordo con gli USA di Trump, incomprensibile, a dire il vero, conoscendo tutte le dichiarazioni marziali, e i discorsi di alcuni presidenti europei che, alla fine, Trump potrebbe essere anche una possibilità per l’Europa, potrebbe davvero costruirla.
Una vergogna che assomiglia così mostruosamente a Monaco: diamo ai Sudeti e ci facciamo pace.
Accettiamo dazi doganali del 15% senza reciprocità per non pagare il 30% e compriamo armi americane che sappiamo di fatto rimangono controllate dagli USA, almeno per l’aviazione, e accettiamo tutto quello che abbiamo cercato di rifiutare per decenni, e ringraziamo anche.
E lo accettiamo, in una grottesca messa in scena, tra due round di golf. Lo accettiamo, anche se la reazione della classe politica è, per una volta, unanime: “un giorno buio”, ha detto Bayrou, mentre Meloni deve ancora capire.
Abbiamo sia la vergogna che la guerra.
Finalmente la guerra.
La guerra, quella vera, è ancora ai nostri confini lontani, e va bene, ci fa dormire, pensare alle vacanze, ai fatti vari, a Dio sa cosa, mentre la guerra economica è già qui.
“Ci hanno appena detto che eravamo troppo deboli anche solo per provarci.”
Due domande ora:
Ci sarà ancora un’Ucraina indipendente?
Se rimane qualcosa, lei sarà totalmente preda delle aziende americane. E le delegazioni dei “decisider” europei arriveranno nei centri business del fiume Gaza?
Comunque, in questo momento, l’UE, come progetto indipendente, non esisterà più, per così dire.