L'attacco della destra e del Garante alla Cgil: lo sciopero generale del 3 ottobre sotto tiro
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L'attacco della destra e del Garante alla Cgil: lo sciopero generale del 3 ottobre sotto tiro

Il 3 ottobre 2025 l’Italia si ferma per lo sciopero generale indetto dalla Cgil – con la Fiom in prima linea – e da altre sigle come l’Usb, in solidarietà con la missione umanitaria della Flottiglia per Gaza.

L'attacco della destra e del Garante alla Cgil: lo sciopero generale del 3 ottobre sotto tiro
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2 Ottobre 2025 - 18.18


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Il 3 ottobre 2025 l’Italia si ferma per lo sciopero generale indetto dalla Cgil – con la Fiom in prima linea – e da altre sigle come l’Usb, in solidarietà con la missione umanitaria della Flottiglia per Gaza. La protesta, iniziata alle 21:00 del 2 ottobre e destinata a durare 24 ore fino alle 20:59 del 3, nasce dalla denuncia delle aggressioni israeliane contro navi civili con cittadini italiani a bordo. Per i sindacati si tratta di un “fatto di estrema gravità” e di una palese violazione del diritto internazionale.

Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha motivato l’astensione dal lavoro come risposta a minacce per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, richiamando le deroghe previste dalla legge sugli scioperi nei casi di emergenza costituzionale. La Fiom, settore metalmeccanico della CGIL, parla apertamente di “genocidio del popolo palestinese”, mentre l’USB invita a “bloccare tutto” per richiamare l’attenzione sulla necessità di sanzioni verso Israele e sul riconoscimento pieno dello Stato di Palestina.

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Trasporti paralizzati e servizi minimi garantiti

Lo sciopero riguarda tutti i settori, ma i disagi maggiori si registrano nei trasporti. Treni, aerei, bus e trasporto locale subiscono forti interruzioni dalle 21:00 del 2 ottobre alle 21:00 del 3. Per i treni regionali sono garantiti i servizi essenziali nelle fasce orarie 6:00–9:00 e 18:00–21:00. I convogli già in corsa al momento dell’avvio della protesta raggiungeranno la destinazione solo se prevista entro un’ora, altrimenti verranno fermati in stazioni intermedie. Mobilitazioni nei porti e possibili ripercussioni su scuole e servizi pubblici completano il quadro di un Paese che per un giorno si ferma, trasformando lo sciopero in un segnale forte e visibile di solidarietà internazionale.

Lo scontro con il Garante e le critiche della destra

La Commissione di Garanzia sugli Scioperi ha definito la mobilitazione “illegittima” per mancanza del preavviso di dieci giorni previsto dalla legge 146/90. Per il Garante non sussistono le condizioni di emergenza che giustificherebbero la deroga, avvertendo i sindacati di possibili sanzioni. Landini ha ribattuto che la protesta è pienamente legittima e necessaria per difendere principi costituzionali fondamentali, trasformando la contestazione in un ulteriore banco di prova politico.

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Dura la reazione della destra. Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, ha minacciato la precettazione, dichiarando: “Non permetteremo che estremisti di sinistra portino il caos nel Paese”. Giorgia Meloni, da un vertice europeo a Copenaghen, ha criticato il “tempismo” dello sciopero, giudicandolo una scelta strumentale. Landini ha replicato con fermezza: “Mostrino rispetto per chi lavora e paga le tasse”, ricordando la tradizione degli scioperi antifascisti come fondamento della democrazia italiana.

Le voci della sinistra e della società civile

Dal fronte progressista si leva la difesa del diritto di sciopero. Elly Schlein, segretaria del PD, ha definito “inaccettabile” l’attacco della premier e della destra ai sindacati, rivendicando la piena legittimità della protesta e l’urgenza di una mobilitazione popolare contro la criminalizzazione del dissenso. In tutta Italia, associazioni, ONG e movimenti studenteschi scendono in piazza a fianco dei lavoratori, ribadendo che la battaglia per Gaza è anche la battaglia per i diritti democratici e per la dignità del lavoro.


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