La Polonia fa ricorso alla Corte Ue contro il Green Deal

Il governo di Mateusz Morawiecki prende di mira il regolamento Lulucf, che riguarda l'assorbimento naturale di CO2 da parte di suoli e foreste

La Polonia fa ricorso alla Corte Ue contro il Green Deal
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16 Luglio 2023 - 10.47


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Il Green Deal europeo continua ad affrontare ostacoli. Dopo la critica di Manfred Weber alla legge sul ripristino della natura, il governo di Mateusz Morawiecki prende di mira il regolamento Lulucf, che riguarda l’assorbimento naturale di CO2 da parte di suoli e foreste. Inoltre, il governo polacco ha annunciato di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE). Entrambe queste misure fanno parte del pacchetto climatico dell’UE denominato Fit for 55, che è un punto di orgoglio della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen e mira a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Non è un segreto che la Polonia non abbia mai sostenuto appieno questo pacchetto, come ribadito di recente dal primo ministro polacco Morawiecki. La legge sul ripristino della natura, l’imposta sul carbonio alla frontiera, lo divieto di vendita di auto nuove a benzina e diesel dal 2035 sono solo alcune delle misure del Green Deal contro cui la Polonia ha votato. Questi obiettivi sono considerati troppo ambiziosi per un paese in cui il carbone rappresenta ancora circa il 70% del mix energetico.

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Così Varsavia è passata dalla battaglia politica a quella legale. «In linea con le nostre precedenti dichiarazioni, oggi come Polonia abbiamo presentato il nostro primo ricorso alla Cgue in merito a una delle misure del pacchetto Fit for 55», ha annunciato su twitter la ministra per il Clima, Anna Moskwa. Non un fulmine a ciel sereno, quindi. Nelle scorse settimane, il governo aveva espresso a più riprese l’intenzione di avviare un’azione legale contro alcuni dossier del pacchetto climatico Ue, in quella che Moskwa ha definito una «lotta per gli interessi polacchi nell’Ue». Da ultimo era stato il vice ministro dell’Ambiente polacco, Adam Guibourgé-Czetwertyński a lanciare l’invettiva dalle colonne del Financial Times, dichiarando che la Polonia avrebbe fatto ricorso a cominciare dalle leggi concordate per prime dai Paesi dell’Ue, il regolamento Lulucf, appunto.

Per Varsavia, il provvedimento, approvato a marzo con l’obiettivo di conseguire assorbimenti netti di gas serra per almeno 310 milioni di tonnellate di Co2 entro il 2030 nell’Ue, sarebbe stato adottato «su una base giuridica sbagliata, violando inoltre le competenze degli Stati membri, interferendo nel modo in cui viene effettuata la gestione delle foreste, nonostante l’assenza di competenza dell’Ue in questo settore».

Ma il Lulucf non è che l’antipasto. Nel mirino di Varsavia potrebbero finire dossier come lo stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel su cui anche Roma aveva espresso perplessità. E in questa campagna di Morawiecki contro il Green Deal c’è chi vede una mossa elettorale in vista del voto che si terrà in autunno, cruciale anche nell’ottica delle europee del 2024. Sostegno all’Ucraina, lotta al Green Deal e all’immigrazione sono i tre pilastri su cui regge la campagna del partito di maggioranza al governo, Diritto e Giustizia (PiS), in testa nei sondaggi, ma ai minimi storici. Una partita giocata anche a Bruxelles che Morawiecki non ha alcuna intenzione di perdere.

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