Il paradosso dell'America in mano ai negazionisti trumpiani: fare i conti con la tragedia climatica del Texas

Negli Stati Uniti di Donald Trump, il Texas rappresenta un paradosso tragico e rivelatore. Lo Stato, roccaforte di un’ideologia che idolatra il profitto, si trova a fare i conti con le devastazioni del maltempo, che nel 2025 ha colpito con una ferocia senza precedenti.

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Alluvione nel Texas
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6 Luglio 2025 - 18.57


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Negli Stati Uniti di Donald Trump, il Texas rappresenta un paradosso tragico e rivelatore. Lo Stato, roccaforte di un’ideologia che idolatra il profitto, si trova a fare i conti con le devastazioni del maltempo, che nel 2025 ha colpito con una ferocia senza precedenti.

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Uragani, inondazioni e tempeste hanno causato vittime e distrutto comunità, ma le lacrime dei leader texani e dei loro alleati repubblicani suonano ipocrite. Sono gli stessi che hanno negato il cambiamento climatico, ridicolizzato le politiche per ridurre le emissioni e celebrato l’industria fossile come pilastro economico. Di fronte alla strage del clima, il loro cordoglio appare vuoto, un’ammissione tardiva di una verità che hanno ostinatamente ignorato.Il Texas, secondo produttore di petrolio e gas negli Stati Uniti, ha fatto del negazionismo climatico un dogma. Sotto la guida del governatore Greg Abbott e l’influenza di Trump, lo Stato ha respinto ogni misura significativa per limitare le emissioni di CO2, definendo le politiche verdi un attacco alla libertà economica.

Le leggi texane hanno favorito le compagnie energetiche, allentato i regolamenti ambientali e ostacolato gli investimenti in energie rinnovabili, mentre i leader repubblicani hanno bollato gli scienziati del clima come allarmisti. Trump, nel suo secondo mandato, ha intensificato questa linea, promuovendo un’agenda che esalta l’estrazione di combustibili fossili e smantella le normative ambientali federali. Questo approccio ha un costo, e il Texas lo sta pagando a caro prezzo.

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Le immagini di città allagate, case distrutte e famiglie in lutto sono la diretta conseguenza di un sistema che ha anteposto i profitti delle lobby fossili al benessere della popolazione. Quando l’uragano Beryl ha devastato Houston nel 2024, lasciando milioni senza elettricità, la fragilità di un’infrastruttura energetica obsoleta è emersa con chiarezza. Eppure, anche di fronte a queste catastrofi, i leader texani continuano a opporsi a politiche che potrebbero prevenire futuri disastri, come l’aggiornamento delle reti elettriche o la transizione verso fonti pulite. La loro filosofia, radicata in un individualismo estremo, proclama “prima i soldi, poi la gente”, ignorando che il cambiamento climatico non risparmia nessuno, nemmeno i più ricchi.Il paradosso del Texas riflette un’America trumpiana che rifiuta la scienza in nome dell’ideologia, salvo poi piangere le vittime quando la natura presenta il conto.

Le lacrime di Abbott e dei suoi alleati sono un insulto alle vittime, perché nascono da un’ipocrisia strutturale. Non si può predicare il negazionismo e poi fingersi sorpresi quando il clima risponde con furia. Il Texas, e con esso l’America di Trump, deve scegliere: inseguire il profitto a scapito della sopravvivenza o riconoscere che il benessere della gente richiede un cambiamento radicale. Finché prevarrà la prima opzione, le tragedie di oggi saranno solo l’inizio.

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