Perché il volantino di minacce firmato Brigate Rosse contro Giorgia Meloni è un volgarissimo falso
Top

Perché il volantino di minacce firmato Brigate Rosse contro Giorgia Meloni è un volgarissimo falso

Il documento di minacce non ha nulla a che vedere con le risoluzioni del partito comunista combattente. Ma sono quattro minacce buttate lì. Da condannare. Ma che sia un falso è evidente

Perché il volantino di minacce firmato Brigate Rosse contro Giorgia Meloni è un volgarissimo falso
Giorgia Meloni
Preroll

Gianni Cipriani Modifica articolo

9 Settembre 2022 - 17.12


ATF

Le Brigate Rosse sono le Brigate Rosse e hanno avuto (ora non esistono più se non nella mente di alcuni cosiddetti irriducibili in carcere) una loro ritualità e un quadro teorico-politico di riferimento non facilmente mutabile.

In particolare l’ultima sigla rimasta attiva e che non ha mai ritenuto esaurita l’azione del ‘partito armato’ sono state le Br-Pcc là dove Pcc stava per Partito comunista combattente, ossia la cosiddetta ‘ala militarista’.

Chi conosce o ha avuto modo di studiare le Brigate Rosse sa perfettamente che questa organizzazione si riteneva, appunto, un ‘partito armato, là dove il Partito veniva prima delle armi. In altri termini i documenti e le elucubrazione teoriche della Br-Pcc seguivano una precisa liturgia attraverso la quale spiegare al ‘popolo’ (che si augurava li seguisse un domani in una rivoluzione) lo stato dell’imperialismo, i guasti del potere dominante e le strategia con le quali far ripartire un processo rivoluzionario puntando alla disarticolazione dello Stato Imperialista (nella prima fase delle Brigate Rosse chiamato Sim, ossia Stato Imperialista delle Multinazionali) individuando le strategie e tattiche armate attraverso gli strumenti della “centralità, selezione, calibramento”.

Leggi anche:  Giorgia Meloni politicamente è furba, ma non si dica che è intelligente

Che tradotto significava individuare un elemento centrale delle politiche della borghesia imperialista in un determinato contesto temporale, individuare una figura determinante per questa politica e ‘calibrare’ il tipo di azione armata a seconda delle possibilità militari.

Massimo D’Antona e Marco Biagi vennero uccisi in base a questo processo. Folle, criminale. Ma nella perversa logica delle Br-Pcc non c’era alcuna casualità.

E soprattutto le Br-Pcc (altri anonimi sì nel caso di Biagi ma non erano brigatisti) non minacciavano nessuno. Andavano, sparavano e uccidevano direttamente

Ora qualcuno ha preso sul serio questo volantino raffazzonato che recita: «La pasionaria del Duce Benito Mussolini travestita da “moderata” del centrodestra, appoggiata come sempre da massoneria e lobby… si propone al 50% dei votanti italiani, di guidare il Paese a una nuova catastrofe, ricalcando le orme del suo antenato “Duce”».

«È evidente – continua la lettera – che a queste persone la storia non ha insegnato nulla. Piazzale Loreto non ha insegnato nulla». «I nuovi G.A.P. (gruppi di azione patriottica ndr) sono pronti a intervenire e silenziare i nuovi fascisti. Accoglieremo la Meloni con la sorpresa che merita».

Leggi anche:  Meloni formato Orban attacca Report: è polemica

Inutile dire che le Brigate Rosse erano le Brigate Rosse e basta e non i Gap (formazioni attive durante la resistenza). Inutile dire che le Br non hanno fatto minacce di questo tipo ma solo analisi politiche e rivendicazioni a omicidi e attentati avvenuti. 

Questo volantino è un falso e forse è anche una provocazione perché è evidente l’analfabetismo rivoluzionario (le Br-Pcc nelle loro folli e deliranti rivendicazioni, ripeto, seguivano uno schema quasi rigido ed erano molto prolisse).

Ho studiato a lungo le Brigate Rosse – Partito comunista combattente e ho provato un modo sommario a spiegare nel merito perché questa roba sia inverosimile. Del resto non ci voleva molto per capirlo anche senza essere esperti e aver studiato decine e decine di documenti del ‘partito armato’.

Questo volantino può essere stato scritto da uno o più imbecilli o addirittura da qualche provocatore fascista, visto che chiamano in ballo una formazione partigiana e manca perfino la stella a cinque punte nell’intestazione. Chissà. Ma prenderlo sul serio vuol dire che l’onestà intellettuale non è di questa stagione politica e forse nemmeno di quelle precedenti.

Native

Articoli correlati