Cia e mafia alleati per uccidere Castro: i nuovi documenti sull'omicidio Kennedy
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Cia e mafia alleati per uccidere Castro: i nuovi documenti sull'omicidio Kennedy

Tra le carte top secret decretate al momento storie già in parte note: le vicende di Lee Harvey Oswald e la convinzione dell'Urss che il presidente Usa fosse vittima di un complotto dell'ultradestra

Cia e mafia alleati per uccidere Castro: i nuovi documenti sull'omicidio Kennedy
John F. Kennedy
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22 Novembre 2023 - 00.48


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Al momento grandi novità non ci sono. Ma, al di là di qualche piccolo dettaglio, i primi documenti desecretati contengono racconti già diventati in parte noti attraverso ricostruzioni giornalistiche o altro.


La Cia in contatto con elementi della criminalità mafiosa per colpire Fidel Castro, la telefonata anonima in cui si minacciava di uccidere Lee Harvey Oswald arrivata all’Fbi il giorno prima del suo omicidio, la possibilità di sabotare componenti di aeroplani in partenza per Cuba, presa in considerazione dagli Stati Uniti. Queste alcune delle rivelazioni contenute nei file relativi all’assassinio del presidente americano John F. Kennedy appena desecretati dagli Archivi nazionali americani: 52 documenti, mai pubblicati prima, dal contenuto completamente fruibile e migliaia di altri consultabili in parte.


Tra le rivelazioni principali figura il complotto Cia-mafia su Castro: da un documento del 1975 della Commissione Rockfeller sul ruolo svolto dalla Cia negli assassini compiuti all’estero risulta che furono intrapresi piani per assassinare Castro all’inizio dell’amministrazione Kennedy. Nel rapporto si afferma che l’allora Attorney General e fratello del presidente, disse all’Fbi di aver appreso che la Cia aveva assoldato un intermediario “per avvicinare Sam Giancana con la proposta di pagarlo 150mila dollari per trovare un killer che andasse a Cuba ad uccidere Castro”.


Questo, disse quindi il Procuratore generale, rese poi difficile perseguire in giustizia Giancana, un esponente della criminalità siculo-americana. “L’Attorney General affermò che la Cia non avrebbe più dovuto ricorrere a gente della mafia senza essersi prima consultata con il Dipartimento alla Giustizia altrimenti sarebbe stato difficile perseguire quella gente in futuro”. Lo stesso rapporto sostiene che la Cia si era successivamente interessata alla possibilità di usare gangster per uccidere Castro somministrandogli una dose di veleno.
La storia di Giancana, va detto, era diventata più o meno nota, se non dai documenti quantomeno attraverso voci e ricostruzioni giornalistiche che avevano già messo in luce il ruolo nel boss italo-americano.


Altra rivelazione contenuta nei documenti desecretati riguarda la minaccia di morte nei confronti di Lee Harvey Oswald, giudicato responsabile dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, pervenuta all’Fbi il giorno prima del suo assassinio: in un documento datato 24 novembre 1963 si cita la reazione dell’allora Direttore del Federale Bureau of Investigation J. Edgar Hoover sulla morte di Oswald per mano di Jack Ruby: “Non c’è niente altro sul caso Oswald eccetto che è morto”, afferma inizialmente.

Poi fa riferimento alla telefonata giunta all’ufficio di Dallas dell’Fbi fatta “da un uomo che parlava con voce calma” e si definiva membro di un comitato per uccidere Oswald. Malgrado le indicazioni al capo della polizia di Dallas, affinché Oswald venisse protetto, Ruby riuscì comunque ad uccidere il suo bersaglio. “Ruby afferma che non aveva complici e nega di aver fatto la telefonata al nostro ufficio di Dallas la sera prima”, afferma Hoover.

Lo stesso direttore dell’Fbi rende noto che il Bureau dispone di prove sulla colpevolezza di Oswald ed intercettazioni di comunicazioni tra lo stesso Oswald con Cuba e l’Unione Sovietica. Si dice quindi preoccupato dell’esistenza di dubbi nell’opinione pubblica sulla sua colpevolezza e annuncia che il presidente Lyndon Johnson vuole nominare una commissione per indagare sull’assassinio.


Sempre su Oswald e sul fronte sovietico su quanto accaduto, i documenti rivelano che nel 1963 il direttore dell’Fbi, Edgar Hoover inoltrò un memorandum alla Casa Bianca, poco dopo l’assassinio di Kennedy. Classificato top secret, conteneva la reazione all’uccisione del presidente americano in Unione Sovietica, così come la percepivano le fonti dell’amministrazione. “I funzionari del Partito comunista dell’Unione Sovietica ritengono vi sia stata una sorta di cospirazione bene organizzata da parte dell'”ultradestra” negli Stati Uniti per effettuare un ‘colpo di stato'”. “Sembrano convinti del fatto che l’assassinio non sia stata opera di un uomo ma è frutto di una campagna attentamente pianificata in cui diverse persone hanno giocato un ruolo”.

I funzionari citati dalla fonte sostengono che non vi è alcuna connessione tra Oswald e l’Urss, e lo descrivono come un “killer nevrotico”. Ma un memorandum della Cia risalente al giorno dell’assassinio di Kennedy cita l’intercettazione di una telefonata di Oswald, che si trovava a Città del Messico all’ambasciata russa nel paese. Oswald parlò con il console, Valeriy Vladimirovich Kostikov, “Ufficiale KGB identificato”, in “un russo stentato”. La visita di Oswald in Messico sembra dovuta, secondo le ricostruzioni del Bureau al tentativo di procurarsi un visto o un passaporto.


Ancora, un documento del National security council del 1962, quindi precedente la morte di Kennedy, contiene rivelazioni sulla cosiddetta ‘Operazione Mangusta’, il cui obiettivo era di rovesciare il comunismo a Cuba: nelle minute di un incontro riservato sull’Operazione del 14 settembre 1962 si legge che “il generale Carter disse che la Cia avrebbe esaminato la possibilità di sabotare parti di aerei destinati ad essere spediti dal Canada a Cuba”.

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