Israele ha raso al suolo Gaza con una potenza di fuoco pari a 5 Hiroshima
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Israele ha raso al suolo Gaza con una potenza di fuoco pari a 5 Hiroshima

Gaza: oltre 52.000 morti, 85.000 tonnellate di esplosivi sganciati e il 70% delle scuole distrutte

Israele ha raso al suolo Gaza con una potenza di fuoco pari a 5 Hiroshima
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10 Maggio 2025 - 13.04


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A sette mesi dall’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, i dati raccolti da agenzie delle Nazioni Unite, Ong internazionali e centri di monitoraggio descrivono una crisi umanitaria senza precedenti. Israele ha sganciato sull’enclave oltre 85.000 tonnellate di esplosivi, una quantità di potenza distruttiva oltre cinque volte superiore a quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima (stimata in circa 15.000 tonnellate). Le bombe hanno provocato un’ondata di distruzione su una popolazione di oltre 2 milioni di persone chiusa da anni in uno dei territori più densamente popolati del mondo.

Secondo i dati aggiornati forniti dall’OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari), oltre 52.000 palestinesi sono stati uccisi, la maggior parte dei quali civili. Fonti umanitarie indicano che una quota significativa delle vittime sarebbe costituita da donne e bambini, in linea con i dati parziali diffusi nei mesi precedenti dal Ministero della Sanità di Gaza e da organizzazioni come Save the Children e Unicef.

L’impatto sulle infrastrutture civili è devastante: almeno il 70% delle scuole è stato danneggiato o distrutto, secondo un’analisi condotta da ABC News. Per quanto riguarda le abitazioni, diverse stime, incluse quelle fornite dall’UN-Habitat e da ONG operative sul campo, indicano che una larga parte del patrimonio edilizio civile è stata danneggiata o rasa al suolo, ma non è possibile fornire una cifra esatta condivisa da tutte le fonti.

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Drammatica anche la situazione sanitaria. 31 dei 36 ospedali di Gaza risultano danneggiati o distrutti, secondo una dichiarazione dell’Unione Europea. Sebbene non sia possibile verificare con certezza quanti siano completamente fuori servizio, numerose strutture ospedaliere hanno smesso di funzionare per mancanza di elettricità, carburante, acqua potabile e personale.

Intanto la carestia avanza. Secondo l’IPC (Integrated Food Security Phase Classification), quasi tutta la popolazione di Gaza si trova in condizioni di insicurezza alimentare acuta, con oltre un milione di persone considerate a rischio imminente di carestia (Fase 5). Gli aiuti umanitari, spesso ostacolati o limitati, non sono finora riusciti a soddisfare il fabbisogno di base della popolazione.

La guerra ha trasformato Gaza in un cumulo di macerie. Le Nazioni Unite stimano almeno 50 milioni di tonnellate di detriti, una quantità pari a circa 15 anni di rifiuti solidi prodotti da una città di medie dimensioni. Tra le macerie restano centinaia di migliaia di ordigni inesplosi, che metteranno in pericolo i civili, in particolare i bambini, per molti anni a venire.

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Per quanto riguarda le vittime infantili, non esistono dati ufficiali univoci, ma Unicef e Save the Children hanno descritto l’attuale crisi a Gaza come una delle peggiori catastrofi umanitarie per i bambini del XXI secolo. Organizzazioni come Al Jazeera e Euro-Med Monitor hanno riportato stime non confermate che parlano di oltre 20.000 bambini uccisi, ma si tratta di cifre da interpretare con cautela, in attesa di verifiche indipendenti.

Infine, numerosi attacchi a obiettivi civili come ospedali, scuole e convogli umanitari sono stati documentati da organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch e le Nazioni Unite, che hanno espresso preoccupazione per possibili violazioni del diritto internazionale umanitario. Tali attacchi, se intenzionali, potrebbero costituire crimini di guerra, secondo quanto previsto dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.


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