Un fazzoletto di carta fatto passare per cocaina: la disinformazione di Putin contro Macron, Merz e Starmer
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Un fazzoletto di carta fatto passare per cocaina: la disinformazione di Putin contro Macron, Merz e Starmer

Una campagna di disinformazione, orchestrata con ogni probabilità dal Cremlino, ha preso di mira il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer, accusandoli di aver consumato cocaina

Un fazzoletto di carta fatto passare per cocaina: la disinformazione di Putin contro Macron, Merz e Starmer
Starmer, Macron e Merz
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12 Maggio 2025 - 19.21


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Una campagna di disinformazione, orchestrata con ogni probabilità dal Cremlino, ha preso di mira il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer, accusandoli di aver consumato cocaina durante il loro viaggio a Kiev lo scorso sabato. Al centro della vicenda c’è un video, divenuto virale sui social media, che mostra i tre leader salutarsi a bordo di un treno dalla Polonia all’Ucraina, diretti a un incontro con il presidente Volodymyr Zelensky. Secondo le speculazioni, un oggetto bianco vicino al bicchiere di Macron sarebbe una bustina di cocaina, mentre accanto a Merz ci sarebbe un cucchiaio.

Le accuse, prive di qualsiasi fondamento, sono state amplificate non solo da account anonimi e media filo-russi, ma persino dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che su Telegram ha ironizzato sul presunto uso di droga, parlando di “sacchetto e cucchiaio” lasciati in bella vista.

La risposta dei governi occidentali è stata netta. L’Eliseo ha smentito categoricamente su X, chiarendo che l’oggetto incriminato era un semplice fazzoletto e accusando “i nemici della Francia” di aver fabbricato una fake news per colpire l’unità europea. “Quando la solidarietà con l’Ucraina dà fastidio, si trasforma un tovagliolo in droga”, ha dichiarato l’ufficio di Macron. Un portavoce del governo tedesco ha bollato le affermazioni come “assurde”, mentre il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione ha definito la vicenda un “patetico” tentativo di propaganda russa. “Che il ministero degli Esteri russo, attraverso Zakharova, si presti a questa farsa è un segno di quanto il Cremlino sia a corto di argomenti”, ha aggiunto il Centro, sottolineando come Mosca preferisca “trucchi da quattro soldi” alla diplomazia.

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Le accuse si basano su un’interpretazione malevola di immagini innocue. Catriona Matheson, docente esperta in uso di sostanze all’Università di Stirling, ha analizzato il video per EuroVerify, concludendo che l’oggetto vicino a Macron è “chiaramente un fazzoletto o un filo” e che non vi è “alcuna prova di cocaina”. Il filmato originale, diffuso da Associated Press e AFP, non mostra nulla di sospetto, e l’accesso delle due agenzie al treno smentisce qualsiasi ipotesi di attività illecite. Il governo britannico, contattato da Euronews, non ha ritenuto necessario commentare, lasciando che i fatti parlino da soli.

La campagna di disinformazione ha trovato terreno fertile grazie a media russi come EurAsia Daily e Pravda.Ru, e a siti fasulli come Global Euronews, che imita il nome del network europeo per ingannare i lettori. A gettare benzina sul fuoco sono stati anche esponenti dell’estrema destra internazionale, come l’attivista britannico Tommy Robinson e il cospirazionista statunitense Alex Jones, che hanno accusato i media tradizionali di occultare la verità. Alcune immagini circolate online, che ritraggono il fazzoletto alterato per sembrare una bustina di cocaina, sono state smascherate come manipolazioni grossolane.

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Questo episodio è l’ennesima prova della strategia di Vladimir Putin per destabilizzare l’Occidente e screditare i suoi leader. La propaganda russa, incapace di confrontarsi con la realtà di un’Europa unita nel sostegno all’Ucraina, ricorre a narrazioni tanto assurde quanto offensive, trascinando persino funzionari di alto livello come Zakharova in una gogna mediatica che rasenta il ridicolo. La vicenda del “tovagliolo incriminato” non è solo un attacco ai leader europei, ma un insulto all’intelligenza collettiva, che dimostra quanto il Cremlino sia disposto a scendere in basso pur di alimentare divisioni. In un’epoca in cui la disinformazione viaggia alla velocità di un click, la risposta deve essere una vigilanza inflessibile e un impegno condiviso per smascherare le menzogne di un regime che ha fatto della manipolazione la sua arma principale.

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