Poche ore dopo l’offensiva israeliana “Rising Lion” su obiettivi strategici in Iran, è arrivata la risposta: Teheran ha lanciato un massiccio attacco missilistico e di droni contro Israele, battezzato “True Promise 3”.
Secondo i Guardiani della Rivoluzione, oltre 150 missili balistici e più di 100 droni hanno preso di mira infrastrutture militari e centri urbani israeliani. L’offensiva si è articolata in due ondate, con un’intensità che ha riportato il conflitto a livelli mai visti negli ultimi decenni.
Le difese aeree israeliane, inclusi i sistemi Iron Dome e Arrow, sono riuscite a intercettare la maggior parte dei vettori, ma diversi razzi hanno colpito il centro di Tel Aviv. Nella capitale economica di Israele si sono registrati incendi, danni a edifici e almeno 22 feriti, di cui due in gravi condizioni. Una torre residenziale è stata centrata in pieno, con vetri in frantumi e veicoli distrutti lungo le strade.
Nel frattempo, le sirene hanno suonato a lungo in tutto il Paese, spingendo la popolazione a rifugiarsi nei bunker. La leadership iraniana ha parlato di “inizio della resa dei conti”, promettendo che l’operazione è solo un assaggio di quanto potrebbe accadere se Israele continuerà con le sue incursioni.
Il governo israeliano ha definito l’attacco “una violazione grave” e ha accusato Teheran di colpire deliberatamente obiettivi civili. Il premier Netanyahu ha dichiarato che l’operazione “Rising Lion” rappresenta solo il primo passo di una strategia difensiva ampia e articolata.
Nel frattempo, l’ONU ha convocato una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza. L’Unione Europea ha chiesto un’immediata cessazione delle ostilità. Gli Stati Uniti hanno attivato risorse difensive nel Mediterraneo, sottolineando di non aver preso parte all’offensiva israeliana, pur essendone stati informati in anticipo.
In un contesto sempre più instabile, diversi Paesi mediorientali – tra cui Arabia Saudita, Egitto ed Emirati – hanno deciso di chiudere temporaneamente lo spazio aereo. Numerose compagnie internazionali hanno già sospeso i voli verso la regione, temendo che le rotte civili possano incrociare traiettorie di missili o droni.
La risposta iraniana è apparsa poderosa ma convenzionale. Resta da capire se Teheran intenda fermarsi qui o prepari ulteriori ritorsioni. Quel che è certo è che l’equilibrio della regione mediorientale è entrato in una fase nuova e potenzialmente molto pericolosa.